venerdì 3 maggio 2024

Valentine Williams : L'indizio della luna crescente (The Clue of the Rising Moon, 1935) - trad. Marisa Castina Bado. I Bassotti, Polillo, 2018

 


 

Valentine Williams è un autore oggi quasi sconosciuto, eppure al suo tempo molte sue storie furono lette da una certa platea.

Nacque nel 1883 a Londra, e ben presto intraprese la carriera di giornalista visto che suo padre e suo nonno lo erano stati, e data la sua padronanza del tedesco, curò le cronache dalla Germania. Dopo la prima Guerra Mondiale, nella quale fu gravemente ferito, decise di scrivere romanzi. :  creò i personaggi "The Fox" (Barone Alexis de Bahl); "Clubfoot" (Dr Adolph Grunt); Il sarto, Mr Treadgold e il Detective Sergente Trevor Dene

In particolare le storie di Trevor Dene, sono 4:

Death Answers The Bell (1931)

The Clock Ticks On (1933)

Masks Off at Midnight (1934)

The Clue of the Rising Moon (1935).

In esse il sergente investigativo Trevor Dene opera assieme all’Ispettore Manderton, tranne l’ultimo dei quattro, appunto The Clue of the Rising Moon, in cui occupa la scena investigativa solo lui.

Presso un bungalow, nella tenuta dei Lumsden, sui Monti Adirondack, Peter Blakeney, cerca di trovare ispirazione e curare la polmonite che ha riportato dopo un fatale attacco di gas, durante la Prima Guerra Mondiale. Peter è innamorato di Graziella, la bella moglie di Victor Haversley, facoltoso re della birra, erede delle fortune dei birrai Kummer, in quanto sua madre in seconde nozze aveva sposato il vecchio Kummer. Victor è spaventato da continue minacce, tentativi di attentati dinamitardi, furti, che i gangster che lui ha avversato durante il Proibizionismo, gli continuano a fare contro.

Al di là di questo, è un uomo pieno di vita: ha una bella moglie, Graziella, che però è innamorata di Fritz Waters; e contemporaneamente cerca avventure galanti con le donne con cui viene a contatto. E la villa dei Lumsden, è piena zeppa di tipi in cerca di avventura, annoiati dalla vita, ricchi sfondati.

Gli unici che sembrano lontani da questo clichè, sono la bella segretaria di Victor, Miss Ingesoll, che però nessuno vede sotto la sua vera natura, perché povera; lo scrittore in cerca di successo Peter Blakeney; il vecchio dottor Bracegirdle, amico di Charles Lumsden; e la signora Janet Ryder, vecchia settantenne, compagna del dottor Bracegirdle.

Una sera come tante, mentre alcuni giocano a bridge, altri..i figli della gente facoltosa presente in villa..stanno al lago, la signorina Ingesoll scrive a macchina della pagine che gli ha richiesto il suo datore di lavoro, e Sara Carruthers, una gran bella giovane, fidanzata di Dave Jarvis, a sua volta scrive le pagine del suo diario, uno dei ragazzi, avventuratosi vicino al Capanno del cacciatore, dove Victor sta scrivendo una relazione che presenterà alla Federal  Reserve, trova Victor morto con una pistola in mano: per quale motivo, un uomo pieno di vita, pieno di soldi, si sarebbe ucciso?

Il dottor Bracegirdle, accorso assieme a Lumsden, fissa l’orario della morte alle 23,05, cioè poco prima, e proprio allora la vecchia Ryder dice di aver sentito uno sparo.

Graziella, dovrebbe essere felice di potersi finalmente unire a Waters, e non è neanche tra gli indiziati, perchè  le volontà della mdre di Vic prevedono che se il figlio non avrà prole, la fortuna, in caso di morte prematura di Vic, non passi alla moglie, ma ad un cugino dei Kummer; ma non sente di poter gioire, perché non capisce per quale motivo il marito si sia sparato.

Arriva la polizia.

Lo Sceriffo Hank, porta con sé un amico che Peter Blakeney sta ospitando nel suo Bungalow: il sergente Trevor Dene di Scotland Yard, che in America sta passando una vacanza. Subito Dene, rivoluziona l’esito della morte: non è suicidio, ma omicidio. E perché mai? Perché l’arma che Victor impugna è una pistola automatica, che se fosse stata puntata alla tempia, per il contraccolpo avrebbe ferito semmai il cuoio capelluto e non avrebbe ucciso l’imprenditore. L’autopsia successiva confermerà questa ipotesi: è stato ucciso da una distanza di circa un metro e mezzo.

Al di là di questo, ci sono però tutta una serie di cose che non quadrano:

i bicchieri sono puliti eppure la bottiglia di whisky è dimezzata;

il piano della scrivania dove è riverso Victor sembra esser asciutto, eppure lo scrittoio di cuoio è bagnato;

il portacenere è stato svuotato accuratamente e pulito;

la lampada a petrolio è stata usata per buona parte del suo combustibile, anche se la luce inondava il capanno fino alle 21,30;

la mano del morto che sarebbe dovuta essere calda, era umida;

e sotto il divano e fuori dell’uscio, sono state trovate due pietre preziose, appartenenti alla collana di qualcuno;

infine, tra le fatture riposte nello scrittoio, ce n’é una riguardante l’acquisto di un braccialetto di diamanti, di cui nessuno sa nulla.

Trevor Dene, che è ospite di Peter, ma che Peter ignora sia un sergente investigativo di Scotland Yard, deduce che ci deve esser stato in quella sera almeno un visitatore di Vic (ma poi i fatti riveleranno che ce ne sono stati tre, due donne e l’omicida); che Vic aveva tentato un approccio sessuale con una delle donne ospiti nella Villa; che aveva dato ad una delle due un braccialetto di diamanti; che una delle due aveva rotto una collana (presumibilmente quella che aveva subito l’approccio). E deduce dalla posizione della luna, la quantità di luce che ad una certa ora ci sarebbe dovuta essere e la stranezza di una lampada che avrebbe dovuto aver più carburante di quanto non avesse (ecco l’Indizio della luna crescente).

Ma una stranezza non viene spiegata fino ad un certo punto: come è potuto accadere che Janet Ryder avesse sentito uno sparo che né Waters, in un primo tempo accusato di essere l’assassino, diceva di aver sentito, che Graziella non aveva sentito e neanche Dene aveva sentito? Spiegando questa stranezza, e dopo che è stato trovato in un involto impermeabilizzato, uno scatolino firmato Le Cartier contenente qualcosa, la trama acquista una marcia in più, e Dene in un succedersi di eventi, riesce a catturare l’omicida, il suo complice, e a scoprire un altro omicidio impunito.


 

Romanzo assai ben scritto, che potrei definire quasi un piccolo capolavoro, rivela tanti diversi aspetti dell’autore, che ben si inserisce in quel filone che viene chiamato “degli Intuizionisti”, cioè quegli scrittori, soprattutto inglesi, che derivano da Conan Doyle e che fanno della deduzione la loro arma vincente, che i romanzi siano ad enigma o psicologici: Christie, Carr, Marsh, Heyer, Milne, Blake, Innes e appunto Williams. Infatti, Williams è uno scrittore in cui la deduzione ha un ruolo fondamentale. Direi che derivi in certo senso da Conan Doyle (il ragionamento sulla lampada e la luna è tipicamente holmesiano) ma anche da Gaboriau (Williams che esamina palmo a palmo il pavimento finchè trova le pietre azzurre, appartenenti ad una collana egizia). Derivante da Doyle, è il riferimento nel finale del romanzo ad una banda di malfattori e al suo capo (vedi Moriarty in Doyle), che ben si inserisce in un romanzo anni trenta americano. Tuttavia, il fatto che collochi le azioni dei propri detectives, in questo caso di Trevor Dene, non sul suolo inglese, ma americano, caratterizza la narrativa di Williams, abbastanza eclettica nelle atmosfere e versatile. In questo caso, riesce a inserire in un contesto che è tipicamente British (la villa di campagna abitata da gente facoltosa, i vari dissidi causati da problematiche di gelosia, cupidigia, invidia, il delitto avvenuto in circostanze misteriose, gli alibi inventati, le bugie che rendono la ricostruzione difficile), i luoghi dei monti Adirondack e anche sviluppi che sarebbero stati normalmente inquadrati in un romanzo hardboiled.

Il fatto che i detectives qui in gioco siano lo Sceriffo del luogo ed un sergente investigativo di Scotland Yard in vacanza, fa sì che questo romanzo si ascriva a tutti quei romanzi anni trenta in cui non c’è ancora il Procedural tipico post bellico (vedi Hillary Waugh) ma attività svolta da organi di polizia, che si sostituiscono spesso al detective dilettante geniale.

Il riferimento alla regina Hatshepsut, per la collana egizia, è un altro dei riferimenti che scrittori anni trenta inseriscono nei loro romanzi: in questo caso si parla anche della tomba di Tutankhammon e della maledizione ad essa connessa: sarà il caso di ricordare che anche Williams quindi fa parte di tutti quegli autori che negli anni venti e trenta inseriscono nei loro romanzi e racconti accenni all’antico Egitto, come Christie, Van Dine, Morrah, Daly King, Freeman…

Il romanzo quindi in ultima analisi è un romanzo assai affascinante in cui convergono stimoli da più filoni che vengono ben cementati fra loro.

La detection segue un filo logico e seppure con sviluppi imprevedibili, l’omicida è presente dall’inizio del romanzo e come tale esso ben si inserisce in una detection di tipo classico, in cui la filiazione da Van Dine è sensibile nonostante sia un romanzo di autore britannico:

il detective sebbene non sia un dandy dilettante ma un poliziotto, si comporta da detective super erudito: analizza le lampade a petrolio, fa deduzioni sulla base di osservazioni astronomiche, fa deduzioni sullo svuotamento dei portacenere, ricostruisce la scena del delitto basandosi su particolari sfuggiti alla prima indagine dei luoghi; si accompagna a poliziotti, come è lo sceriffo Hank e l’agente Fred Good, come vediamo nel caso del primo Ellery Queen (Richard Queen e il sergente Tom Velie); il delitto matura in ambiente di alta società; come si è prima detto, c’è un collegamento con l’antico Egitto.

La narrazione in prima persona è affidata a Peter Blakeney che è amico del detective, e questa situazione, che è coinvolgente per il lettore, è un altro indizio della derivazione vandiniana: infatti Peter è l’assistente di Trevor Dene,  nonostante non sia del tutto assimilabile a Watson, o Abbot soprattutto che assiste Thatcher Colt o Van Dine che assiste Philo Vance, perché mantiene pur sempre una posizione individualistica, critica anche nei confronti delle deduzioni dell’amico, quando riguardano persone a lui legate, come Graziella o la signorina Ingersoll, quando addirittura non gli nasconde cose importantissime per la ricostruzione, perché rivelategli sotto forma di segreto personale.

L’unica cosa che sfugge un po’ all’impianto della trama, decisamente ben congegnato, è il movente dell’omicidio di Victor Haversley, di cui non si fa parola nella ricostruzione ultima e spiegazione finale, anche se si può desumere dallo svolgimento e dalla concatenazione dei fatti e delle rivelazioni.

Gran bel romanzo, della collana de I bassotti, passato stranamente sotto silenzio, direi anche ingiustamente.

 

Pietro De Palma

 

lunedì 22 aprile 2024

Anthony Abbot . La soglia della paura (The Creeps, 1939) - trad. Igor Longo . Il Giallo Mondadori 2947 del 2008


Dopo molto tempo, ritorniamo a recensire un romanzo di Anthony Abbot. Nella fattispecie degli otto romanzi da lui pubblicati, questo è il penultimo.

The Creeps, titolo originale ( in italiano "La soglia della paura", ma sarebbe dovuto essere "I brividi"), scritto nel 1938, fu pubblicato nel 1939. E' un romanzo con una grande atmosfera, che sembra essere diverso dagli altri sei primi romanzi.

Thatcher Colt non è più Capo della Polizia di New York. Si è ritirato a vita privato e si è sposato. La moglie Florence pensa che lui si annoi senza potersi dedicare a risolvere qualche bel caso, e così fa di tutto perchè insieme si accetti di andare da dei suoi parenti, a Denmouth. Il figlio di Fortescue Baxter, Terry si deve sposare la domenica dopo con la segretaria del padre, Evelyn Drew, e così i due Colt pensano di divertirsi e di svagarsi: Thatcher è soprattutto attratto dall'idea di conoscere il famoso parapsicologo svizzero, Dottor Adolf W. De Selles, che sarà presente a cui Fortescue Baxter, amico già di Thatcher, intende lasciare un milione di dollari per i suoi studi. Thatcher e sua moglie saranno accompagnati dai loro amici, Abbot e sua moglie Betty.

Ed è proprio nella carrozza del treno che li sta portando a Denmouth, che Thatcher e Anthony e le loro mogli, fanno conoscenza con De Selles. Quando arrivano,  il panorama è innevato. Dovrebbe stare ad aspettarli Randall, l'autista dei Baxter, per portarli a destinazione, ma di lui non c'è traccia. Per cui, un tale con un vecchio macinino accetta di portarli a destinazione e salgono verso la proprietà che è sulla scogliera, sotto cui il mare ribolle. Tutto è innevato. Nel giardino, De Selles guarda qualcuno che pare che lo fissi da un albero, e mormora su qualcosa che a suo dire c'è di sbagliato in quella casa.

Gli ospiti vengono presentati al padrone di casa, al figlio e alla parentela. Subito si nota come la maggior parte di essi sia ostile a che il vecchio molli una parte consistente dell'eredità ad uno che secondo loro è un vecchio ciarlatano: c'è la sorella di Fortecue, Eunice; la futura sposa; Margaret Dixon, giornalista di nera, conoscente di Thatcher; Charlie Adams, altro cugino, famoso esploratore, appena tornato dopo molti anni passati nel Siam e sua moglie Ursula, a cui per caso (ma nulla è per caso) si unisce anche la ex fidanzata di Terry, Mary Stevens.

Si è alla vigilia del Giorno del Ringraziamento, 23 novembre. La sera passa tranquillamente o quasi dato che Adams e Eunice e poi Margaret che sembrava essersi perduta nella tormenta di neve e che invece appare, chiedono che De Selles mostri le sue peculiarità, cioè dimostri di essere un parapsicologo: Come ? Con una seduta spiritica. A malincuore De Selles accetta: la medium sarà la Drew che con De Selles rivela avere una certa predisposizione a queste pratiche. Durante la seduta, la Drew viene posseduta dallo spirito della ex moglie di Baxter, Gertrude, che accusa qualcuno di averla uccisa e di avere in quella casa nascosto le sue ossa senza darle sepoltura cristiana.

Forterscue Baxter esce distrutto dalla rivelazione, che sembrerebbe accusarlo. Terry guarda con orrore il padre, e si insinua in casa il germe della paura e del sospetto. durante la notte, proprio la ragazza caduta in trance Evelyn viene ritrovata morta nel letto di Charlie Adams. Quella che sembrerebbe essere stata una tresca finita male, finisce invece per essere vista con altro occhio: la ragazza è stata cloroformizzata a morte da  qualcuno e poi al ragazza morente, cercando aiuto, l'ha cercato in Adams che stava ronfando di suo per la sbronza della sera, morendo nel suo letto.

Dopo che verranno trovate le ossa di Gertrude e il cadavere di Randall, l'autista che avrebbe dovuto portare Thatcher Colt e Anthony Abbot e le loro mogli alla sua tenuta, Colt assistito da Abbot, chiamato ad investigare dallo sceriffo del luogo nella tenuta di Baxter isolata dalla neve, inchioderà alle sue responsabilità il diabolico omicida.

Bel romanzo di Abbot, si segnala per uno stile un po' involuto, rispetto ai sei precedenti, e per una grande atmosfera. Alcuni critici oltre oceano (John M. Nevins, il maggiore critico di Ellery Queen, e il mio conoscente Mike Grost, autore di una storia della detection in rete che avrebbe meritato qualche riconoscimento) propendono per una attribuzione del romanzo ad un ghost writer, invece che ad Abbot, per lo stile un po' diverso dagli altri precedenti, e anche per l'abbandono dell'identica costruzione del titolo (About + the Murder + Soggetto) che è caratterizzante del periodo vandiniano in quanto pur con alcune differenze la utilizzano sia Van Dine che Queen. Però non si tiene conto di vari fattori:

innanzitutto, che i precedenti erano ancorati tutti, più i primi e via via i restanti, ad una detection molto vicina allo stile di van Dine da cui derivano. Si tenga presente che l'ultimo romanzo vandiniano di Abbot, About the Murder of a Man  Afraid of Women è del 1937, e ancora allora Van Dine confezionava romanzi (The Kidnap Murder Case è del 1936) ma di lì a poco avrebbe confezionato gli ultimi due che mostrano chiari segni di debolezza e di involuzione (The Gracie Allen Murder Case del 1938 e The Winter Murder Case del 1939). Ancora nel romanzo del 1937, Abbot si dilunga su una serie di rilevazioni di polizia scientifica e di balistica, che si trovano anche in romanzi di Van Dine, ad esempio The Benson Murder Case. Ma proprio da The Creeps, cambia tutto: è vero che Thatcher Colt non è più un membro della polizia e quindi nell'indagine, sarebbe fuori luogo una  illustrazione di tecniche procedurali di polizia, e che quindi non esiste più la caratteristica dei sei romanzi precedenti che hanno tutti un connubio di detection vandiniana e procedural, ma è anche vero che Abbot, proprio per l'involuzione delle storie di van Dine e la sua perdita di popolarità e l'affermarsi di altri romanzieri, tende a tentare nuove strade, invece che riferirsi a Van Dine. Ora Thatcher Colt è un detective a tutto tondo, e con The Creeps, i riferimenti in Abbot sono ad altri romanzieri del suo tempo, primo fra tutti Ellery Queen. Infatti io rilevo delle marcate somiglianze, tra questo romanzo di Abbot e uno di Queen,  The Twin Syamese Mystery : lì c'è  una casa arroccata su un'altura, come qui; Ellery si sostituisce alla polizia nell'espletamento delle indagini, e stessa cosa fa qui Thatcher Colt, pur non avendo nessuna più carica in polizia; lì la casa è isolata dal resto del mondo dal fuoco, mentre qui lo è dalla neve; lì i delitti maturano nell'ambito di una famiglia, come qui: e qui come in quel caso, è presente uno scienziato. 

Dire che il romanzo possa essere ascritto ad un ghost writer, solo perchè non si trova lo stesso modo di scrivere e illustrare i fatti che c'è nelle altre opere, per me è un po' azzardato, se non si tiene conto di una serie di altri fattori. Inoltre ricorre in questo romanzo la tendenza di Abbot a condurre una crociata contro i millantatori e i ciarlatani del paranormale: qui è teso a rivelare la falsa natura di De Selles, rivelando la falsità della costruzione della seduta spiritica; in About the Murder of a Startled Lady (1935), l'impianto della trance della medium viene smascherato, trovando nella stanza accanto un impianto radiofonico nascosto collegato all'appartamento della medium. E del resto Fulton Oursler nel 1930, con lo pseudonimo di Samri Frikell, aveva scritto il libro  Spirit Mediums Exposed, in cui dichiarava  “I am the foe of fakery, of charlatanism, of hoodwinkers, of wonder-mongers, of miracle pretenders — of BUNK. And
 of all the low-down creatures 
in the world, the religious faker, the scoundrel that pretends to trusting and ignorant people that he can bring them face to face and voice to voice with their beloved dead, is the most contemptible.”

A ribadire la paternità di Fulton Oursler delle proprie opere, ci pensa anche la sua Autobiografia, cominciata nel 1949 e uscita postuma negli anni sessanta a cura del figlio Ousler Jr., che dice chiaramente (pag.361 di Behold this Dreamer!) : At the same time Fulton kept up his parallel careers. Between 1938 and 1941 he completed two more Anthony Abbot novels (The Creeps and The Shudders) and one short story, “About the Perfect Crime of Mr. Digberry,” which was published in the first issue of Ellery Queen’s Mystery Magazine and later made into a movie.

Si trovano nel romanzo molti altri rimandi ai precedenti romanzi: per es. l'appunto sull'eleganza di Thatcher Colt. A tal proposito, nella biografia di Fulton Ousler, si legge (pag.256) : The hero of these detective tales, incidentally, was one Thatcher Colt, the police commissioner of the City of New York. In my mind he was a combination of two men: Grover Whalen and Theodore Roosevelt — the one an impeccable dresser, the other blessed with real brains. 

Tuttavia, pur essendoci spunti molto originali  nella soluzione dei tre delitti, l'omicida pur essendo presente nella storia sin dall'inizio, viene individuato sulla base di indizi che appaiono chiari solo a Colt, ma di cui lil lettore non è informato in maniera precisa. Inoltre, come Curtis Evans insinua, come fa il figlio a sapere dove è stata sepolta la madre? Ci sono dei passaggi non molto limati, deboli. Nel finto messaggio dello spirito della madre, si dice " devi seppellirmi cristianamente.. non è giusto che sia sepolta così.. qui, le mie ossa sono in questa casa..". Ora, se il messaggio fosse stato vero, il prosieguo delle azioni, soprattutto il rinvenimento delle ossa da parte del figlio Terry, avrebbe avuto un senso. Ma se il messaggio è falso, cioè non proviene dallo spirito di Gertrude, ma è il risultato di una macchinazione messa in atto da due persone, e le parole sono inventate, come fa Terry a trovare le ossa della madre proprio in casa? E' una pura coincidenza, perchè il cadavere sarebbe potuto essere seppellito altrove, tenendo conto che quando era avvenuto il delitto, non c'era nessuno in casa tranne la vittima e l'omicida, e la tenuta era grande centoventi ettari. 

Questo significa che la storia, pur essendo originale, anche se influenzata da Ellery Queen e forse anche da Anthony Berkeley (Murder in the Basement ,1932) o  meglio da un altro vandiniano come Stuart Palmer (Murder on the Blackboard, 1932), è più debole nel plot degli altri romanzi precedenti firmati Anthony Abbot, anche se ha una grandissima atmosfera, e anche se la lettura è molto piacevole e la soluzione riesce a convincere. Forse è per questo che Abbot, a posteriori, terminata la sua parentesi di scrittore di romanzi polizieschi nel 1941 con The Shudders ( Killer al quadrato, in Italia), riconobbe, in quanto successi di pubblico, solo i sei romanzi precedenti, pur avendo pubblicato gli altri due, sempre con Macfadden Publications ( con cui pubblicò continuamente dal 1921 al 1941). Del resto, abbiamo anche altri esempi di autori, che , molto originali e apprezzati dal pubblico nei loro primi romanzi - penso per esempio a Rufus King -  col passare degli anni, e la perdita dei propri esempi (Van Dine), cercando riferimenti in altri scrittori (es. Rex Stout) persero in originalità e nel loro impatto sul pubblico.

Pietro De Palma

 


 


 




domenica 14 aprile 2024

William Willoughby Sharp : Morte di un broker onesto (Murder of the Honest Broker, 1934) - trad. Marilena Caselli - I Bassotti N.225, Polillo, 2024



 

Willoughby Sharp..chi sarà mai costui ? si potrebbe dire parafrasando e copiando Manzoni. 

I grandi tomi di letteratura poliziesca, i dizionari come il Maspléde non lo riportano, in GAD non c'è una pagina che lo riguardi, nell'opera analitica in rete di Mike Grost, idem. Eppure è un autore dell'età dell'oro della Golden Age of Detection, dei pieni anni Trenta.

Quello che sappiamo dell'autore lo apprendiamo dalle note in risvolto di copertina: William Willoughby Sharp nato nel 1900 e morto nel 1956, era newyorkese. Figlio della buona società, trovò lavoro alla Borsa di Wall Street. Dopo la crisi del 1929, ed un matrimonio molto chiacchierato, lasciò W all Street e, assieme alla moglie, si trasferì alle Bermuda, dove scrisse nel 1933 il suo primo romanzo, Murder in Bermuda, seguito dal secondo un anno dopo,  Murder of the Honest Broker. Sarebbe dovuto seguire un terzo, The Mystery of the Multiplaying, 1935, dopo la fondazione della società tra Sharp e l'editore Kendall di New York, ma il progetto non si realizzò, e ben presto la società di sciolse. Non si sa cosa lo scrittore fece dal 1935 alla sua morte.

Il romanzo edito da Polillo, presenta un doppio delitto, maturato nel Palazzo della Borsa di Wall Street. In sostanza, due brokers, Philip Torrent e Sandy Harrison, vengono uccisi mediante il curaro, assorbito nel caso del primo tramite un taglietto all'orecchio destro, mentre nel caso del secondo dai graffi procuratigli sulla guancia sinistra da una donna, ex amante di Torrent. I due non si capisce come possano essere stati uccisi, e soprattutto quale movente li accomuni, perchè pare non abbiano alcun legame. Sembrerebbe peraltro che Philip Torrent fosse amato da tutti. Certo qualcuno non lo amava se lo ha ucciso, ma poi, sotto il rispettabile velo ipocrita, si viene a sapere che Torrent di gente che volesse una sua dipartita, ne aveva eccome! Non solo Jack McDonald, broker anche lui, amante della moglie di Torrent, Mary; ma anche ovviamente la moglie, Mary; l'amamte abbandonata da Torrent, Lucy Laverne; Chipo Martinelli e moglie, proprietari di un bar clandestino messo su con 70.000 dollari di Torrent, non intenzionati a restituirglieli; il socio broker Temple Hastings, che lo ha derubato di circa 300.000 dollari: il nipote Howard Torrent, debosciato e senza mai un dollaro che conduce una vita dispendiosa. 

Con una indagine meticolosa, e con alcuni spunti di genio, Bullock riuscirà a capire come siano stati uccisi e perchè le due vittime, e da chi, tenendo conto che almeno Torrent è stato ferito da qualcuno mediante un'arma improvvista, costituita da un lapis in cui non è stata inserita una mina di grafite, ma una punta di un fonografo annerita mediante il fuoco di un accendino, vicino alla sua postazione alla Borsa di New York, e poi ucciso in modo ingegnoso tramite il curaro.

Il romanzo stilisticamente è un procedural, un procedural antesignano se vogliamo, visto sotto le mentite spoglie dell'attività di un ispettore che è in sostanza un detective dilettante: non c'è la consueta attività poliziesca di base, come per es. nei procedurals di Hillary Waugh,  che sono dei veri procedurals, ma l’attivita’ investigativa solo dell'ispettore Bullock che si contraffaccia semmai al suo capo. Nel romanzo, l'Ispettore Bullock, che  si muove nella stessa New York in cui si muovono Philo Vance, Drury Lane, e Thatcher Colt, profondamente da lui detestati, se a prima vista se ne differenzia, in realtà gli si accomuna. E' semmai un tentativo per aumentare la visibilità e la curiosità generale sul proprio eroe. 

Sembrerebbe quindi che Bullock non sia un eroe vandiniano, ma altre cose ci fanno riflettere: innanzitutto il rapporto Ispettore Bullock (detective) / Mackay (Capo della Polizia) sembra reiterare quello Philo Vance (detective) / Markham (Procuratore Distrettuale); e poi, quando Bullock si reca a trovare la moglie di Torrent, apprezza due piccoli Corot appesi vicino al camino, così come destano in lui ammirazione i ricami delle sedie in stile Queen Anne (tardo barocco: 1702-1714): quindi certamente si tratta di un ispettore con tasso culturale medio-alto, diverso dalla massa. Inoltre l'arma improvvisata con cui l'assassino ferisce all'orecchio Philip Torrent, ci richiama alla memoria, altre del periodo vandiniano: il bocchino di De Puyster - il primo detective di Rufus King, che pare possa aver influito persino sul Philo Vance di Van Dine - che in The Weapon That Didn't Exist usa un dardo al curaro. A sua volta il lapis su cui al posto di una mina, è stata inserita la puntina di un fonografo - di metallo - annerita col nerofumo, a me fa ricordare il turacciolo su cui sono inseriti gli spilli intinti nella nicotina, de The Tragedy of X di Ellery Queen, tutte quelle armi fantasiose, che sono tipiche del periodo. Bisognerebbe leggere il primo di Sharp per farsi un'idea precisa della derivazione stilistica, se cioè sia uno scrittore a sè oppure che sia ascrivibile ad una corrente stilistica di narrativa del periodo. Mike non ne parla proprio nella sua enciclopedica storia della detection in rete, e del resto i due romanzi sono usciti nel 2013, ignorati o quasi.

Noto in più nel romanzo la tendenza, già notata in Boucher (dove assegnava al personaggio Gideon Fell una propria vita, raccontata da Carr e non inventata), a umanizzare i personaggi di Abbot, Ellery Queen e Van Dine, cioè a decontestualizzarli e invece parlarne come se siano stati veramente dei personaggi storici, non inventati nelle pagine di un libro. In  questo modo l'autore, decontestualizza a sua volta il proprio personaggio, e gli da una sua propria caratterizzazione.

Infine il titolo: quasi una traduzione fedele del titolo in inglese. Ma perchè in italiano l'articolo determinativo diventa indeterminativo ? e il sinonimo "Assassinio" viene sostituito con "Morte"? Sembra quasi che passando dal determinativo all'indeterminativo, si voglia sottolineare che se è stato ucciso un broker onesto, ce ne siano altri disonesti. Qui c'è Temple Hastings che sembra essere tale, e quindi si potrebbe pensare che sia lui, ma invece...

Pietro De Palma

mercoledì 13 marzo 2024

JOHN RHODE : Death Travels First (La morte Viaggia in Prima Classe), 1940 - in "BODIES FROM LIBRARY 6", Harper & Collins, Settembre 2023

 


Di John Rhode ho parlato in altra occasione, sull'altro mio blog, a riguardo di un romanzo con delitti impossibili. Ma John Rhode non scrisse solo romanzi o storie di quel genere, anche se è conosciuto soprattutto per quelle: scrisse anche e soprattutto storie con whodunnit. E non produsse solo romanzi e racconti , ma anche radiodrammi, anche se solo due.

Harry Medawar, scopritore di cose rare, ha da qualche anno dato il via alla pubblicazione di parecchie cose di illustri romanzieri della GAD, pubblicate nel passato ma da allora non più ristampate. Nel sesto e ultimo volume della fortunata serie Bodies From Library , Harry ha inserito uno dei due radiodrammi di John Rhode.

Lo scrittore, già dal 1935 aveva lavorato per la radio creando una serie in quattro parti per la BBC dal titolo "Thoughts of a Detective Story Writer", in cui aveva descritto il suo mestiere di scrittore e come aveva concepito uno dei suoi romanzi maggiormente noti al tempo, cioè The Motor Rally Mystery (1933), e quindi sette anni dopo non dovette faticare molto per scrivere due radiodrammi.

Death Travels First, andato in onda il 2 e il 3 luglio 1940, parla di un delitto avvenuto su un treno. Sotto lo pseudonimo di Miles Burton, nel 1936 aveva scritto un romanzo con Camera Chiusa, con un celeberrimo delitto avvenuto su un treno, al buio in una galleria,  Death in the Tunnel, ma nel radiodramma sembrerebbe scegliere la via più semplice, ricorrendo al classico delitto, con scoperta dell'assassino, demolendo il suo alibi. In realtà, il delitto è stato compiuto in un particolare modo che sembrerebbe postulare l'impossibilità che possa effettivamente essere avvenuto come le indagini accerteranno.

Nello scompartimento di un treno di prima classe, si ritrovano 5 persone, di cui alcune non sono sconosciute alle altre. Sono le signore Joan Frean e la sua amica e vicina di casa Vera Terry, il signor Harold Palmer, fratello di Joan Frean, il signor William Burton  (curioso come abbia lo stesso cognome dello pseudomino di Rhode), e il signor Reuben Westgate. 

La signora Terry, non avrebbe materialmente la possibilità di salire in prima perchè ha il biglietto di terza classe, ma è Joan che insiste perchè salga convincendola con la promessa di pagarle, qualora fosse passato il controllore, la differenza del biglietto.

Per una strana coincidenza, nello scompartimento c'è la sgradita persona di Reuben Westgate, socio di maggioranza di un famoso studio finanziario: Westgate è zio di Joan e Harold: ha licenziato il marito di Vera, Cecil, suo dipendente e agente per tradimento della fiducia, e Vera e Cecil se la passano economicamente non bene come prima. Burton è un suo conoscente, che gli ha fatto l'offerta di un progetto, che il suo socio Pawliss avrebbe accettato al prezzo proposto, ma lui no, accetterebbe solo al dimezzamento del costo proposto che equivarrebbe ad una perdita consistente per Burton. E anche Palmer, che ha incontrato per caso Westgate nel treno (ma stava l'avrebbe raggiunto al suo Studio), ha un assegno scoperto che se non adeguatamente coperto, lo porterebbe al disastro e al fallimento. Inutile dire che tutti e quattro i viaggiatori avrebbero un ottimo motivo (nel linguaggio dei delitti si direbbe movente) per eliminare Westgate: il nipote e la sorella per ereditare (così Harold coprirebbe l'assegno), Burton si vedrebbe approvato il suo progetto dal socio rimasto da solo a reggere la ditta, e Cecil e la moglie Vera, risolverebbero la loro empasse economica, visto che lo sfortunato Cecil verrebbe riassunto da Pawliss che non ha creduto per nulla alla malafede del giovane.

Quale migliore occasione allora di crearsi un alibi ed eliminare l'odioso Westgate?

Questa idea dev'essere sicuramente venuta ad uno dei quattro, perchè arrivato il treno alla stazione di Matborough, viene scoperto il cadavere di Westgate, colpito al cuore da un proiettile di pistola, di cui nessuno ha sentito lo sparo. Vero però che, data la nebbia che il treno fende nella sua corsa, in prossimità delle varie stazioni presso cui il treno si approssima, vengono azionati dal treno dei detonatori posti sui binari, che avvertono i viaggiatori che si è prossimi ad un adeterminata stazione. E alla stazione di Matborough diversamente che alla stazione precedente di Poppleford, se ne sono sentiti due, ma il personale di stazione ha affermato ripetutamente che solo uno era collocato. Quindi si desume facilmente che l'altro ero uno sparo, e che Westgate dev'essere stato ucciso vicino a Matborough.

Siccome i quattro viaggiatori a turno sono scesi prima di arrivare a Matborough, prima Vera Terry, poi Joan Fran, poi Harold Palmer, e infine William Burton almeno così affermano (la prima e la seconda sono andate vie assieme perchè abitano vicino, il terzo è sceso a Poppleford perchè lì ha il suo club e fa quella tratta ogni giorno, il quarto afferma di essere sceso prima di Matborough), l'ispettore Wanogh dovrà investigare sulla base delel loro deposizioni, e scartate quelle più probabilmente attendibili, concentrarsi su quelle invece problematiche, fino ad individuare il colpevole, chi in sostanza ha ucciso Westgate sparandogli dallo scompartimento successivo a quello nel quale era seduto. 

Ma come ha fatto da uno scompartimento chiuso, successivo a quello incriminato, quindi come se fosse al buio, l'omicida ad uccidere Westgate? Perchè può esser stato per forza solo uno dei quattro viaggiatori? Perchè nessun altro, sparando da uno scompartimento chiuso successivo a questo, avrebbe potuto immaginare dove Westgate fosse seduto, e quindi sparargli con una buona probabilità di centrarlo (centrato al cuore è stata evidentemente una fortunata casualità), se non avesse saputo con assoluta certezza, dove la vittima fosse seduta.

Waghorn, dopo aver verificato le deposizioni dei quattro e le testimonianze di terzi circa le stesse, individuerà lo scaltro omicida, che si suiciderà davanti allo stesso Waghorn, sparandosi.

Il radiodramma, ingegnosamente riassume nella sua brevità , una situazione al limite, che sembrerebbe essere impossibile (se l'assassino non sapesse dove fosse seduto Westgate), prima di rivelarsi per quello che in realtà è: un classico delitto basato su un whodunnit, che può essere spiegato solo demolendo l' alibi costruito dall'assassino. E l'alibi viene demolito - se ben si vede - da una affermazione fatta da uno dei quattro viaggiatori, smentita dal personale di stazione di Matborough. Però, leggendo bene il radiodramma, il vero particolare sulla base del quale l'Ispettore Waghorn individua l'omicida è un altro, e Rhode non lo dice (lasciandolo probabilmente alla sottigliezza di ragionamento del lettore): lo sparo, non si è sentito ben distinto, ma è avvenuto si può dire assieme a quello provocato dal detonatore posto sui binari. Quindi... quindi l'omicida doveva sapere benissimo dove, in una giornata di nebbia, il detonatore venisse posto. Perchè? Se si riesce a rispondere a questo quesito, il colpevole per forza è ...

Questo radiodramma e l'altro, furono concepiti come una serie di lavori commissionati dalla BBC a membri del Detection Club cui Rhode apparteneva. Altri due lavori -aggiunge Medawar nella postfazione - sono stati presentati da lui nella sua serie. In Bodies from Library 1 c'è Calling James Brathwaite di Nicholas Blake, mentre in Bodies From Library 4 è stato pubblicato The Only Husband, di H.C.Bailey.

Medawar molto ironicamente conclude citando la coincidenza che pare che la morte di John Rhode fosse stata denunciata dal dott. Harold Shipman, e quindi afferma potrebbe esser stato Rhode una delle vittime del più grande serial killer inglese, cioè il Dottor Shipman, che uccideva i suoi pazienti. Dimentica però il buon Medawar che se davvero fosse accaduto questo, Shipman si sarebbe dovuto laureare a meno di diciotto anni per redigere l'atto di morte di Rhode, essendo nato nel 1946. E inoltre il killer lavorava nel suo ambulatorio a Leeds, mentre John Charles Street alias John Rhodfe morì a Eastbourne, cioè a quasi 400 km di distanza. 

In altre parole.. prima di scrivere una cosa, è meglio vagliarne le fonti.

Pietro De Palma