E’ presto detto, si fa per dire : un romanzo
sontuoso, non semplice giallo, con una trama ed una atmosfera che
cambiano completamente e continuamente; un grande romanzo, corposo, di
quasi trecento pagine, quando i gialli classici che le raggiungono sono
la minoranza; un romanzo che sa unire la trama poliziesca alle storie
dei vari personaggi, almeno di alcuni, con grande penetrazione
psicologica, e insieme con estrema delicatezza; un romanzo, in cui anche
gli uomini, piangono come le donne.
La storia è ambientata nell’alta società, cosa
accade comunemente nei Gialli classici anteguerra: un ricattatore si è
impadronito di segreti compromettenti, e in cambio della loro non
rivelazione, ricatta delle nobildonne. La prima è la fatua giovane
moglie del Generale Halcutt – Hackett, che molto ingenuamente si
presenta dalla polizia chiedendo aiuto, “per una sua fantomatica amica”;
la seconda è Lady Evelyn Carrados, moglie di Sir Herbert Carrados.
A dirigere le indagini è Roderick Alleyn, figlio di
Lady Alleyn, e quindi anche lui di nobile lignaggio. Il ricattatore
pretende da ogni ricattata che ella lasci la propria borsetta da sera
con 500 sterline nei posti da lui indicati, tutti ritrovi del bel mondo:
per passare inosservato, quindi, anch’egli deve appartenergli, o
comunque gravitarvi intorno.
Una delle particolarità del romanzo è ,oltre i
caratteri cui sommariamente ho accennato, la varietà ed il rilevante
numero dei personaggi che vengono interessati: c’è il Capitano Maurice
Withers, un personaggio dal dubbio passato; il Generale e la Signora
Halcutt-Hackett, Sir Herbert Carrados e Lady Evelyn Carrados; Violet
Harris loro segretaria; Bridget, figlia di primo letto di Lady Carrados;
c’è lo stesso Roderyck Alleyn figlio di Lady Alleyn e celebre Ispettore
di Scotland Yard, nobile e fratello di un baronetto; c’è l’ambiguo
Dimitri, capo di una azienda che oggi diremmo di “catering”, che si
occupa dell’organizzazione, delle vettovaglie e del personale per i
grandi ricevimenti; ci sono Lord Robert “Bunchy” Gospell, amico di
Roderyck e la nobildonna Lucy Lorrimer; c’è il nipote
“dilapidapatrimoni” di Lord Gospell, Donald innamorato di Bridget; c’è
la pittrice Agatha Troy; e anche il medico dei Carrados, Sir Daniel
Davidson.
Si capisce allora come individuare il ricattatore
possa essere una cosa di non poco conto: Roderyck, chiede allora l’aiuto
al suo amico Lord Gospell: sarà lui un agente in incognito, durante un
ricevimento dai Carrados, e sarà attento ad individuare il ricattatore.
Però qualcosa va storto e a ricevimento finito, Gospell viene ucciso,
soffocato in un taxi, senza che l’autista se ne accorga e senza che la
vittima strepiti poi tanto: come avrà fatto? E chi egli mai sarà?
Roderyck Alleyn si viene a trovare di botto
trascinato da una semplice (ma poi mica tanto?), indagine su un
ricattatore, ad una su un ricattatore ed un assassinio.
Altra particolarità di questo romanzo è che, molto
più facilmente, si trovano trame in cui ad essere ammazzato è il
ricattatore, e ad essere ricercato è il ricattato; qui c’è una diversità
d’impianto: siccome Gospell noi sappiamo che non è il ricattatore e
neanche il ricattato, ma solo un collaboratore volontario delle forze di
polizia, se ne desume che l’assassino probabilmente è anche il
ricattatore o comunque un suo complice. Ma perché ha ucciso Gospell?
Perché aveva scoperto chi egli fosse?
Fatto sta che Roderyck è più che mai determinato:
non solo ha ucciso un innocente, ma per di più suo fraterno amico.
Leggere e raffigurarsi una scena in cui un Ispettore di Polizia pianga
per un amico morto, non è cosa usuale nei Gialli, dove di solito il
detective è staccato dai personaggi del dramma, ed è più che “Inter
Partes”, “Super Partes”. In questo notiamo una caratterizzazione che fa
della Marsh una scrittrice di prima grandezza: più che una Giallista imprestata alla Letteratura tout court, il contrario.
Il ricattatore, quello che prende i soldi, viene
individuato, abbastanza presto: più arduo è stabilire se egli sia
l’assassino oppure se abbia un complice, o meglio se egli più che essere
il ricattatore, lavori per quegli.
Noto un’altra cosa: Ngaio Marsh, per esprimere la
brutalità dell’omicidio, e la sua bassezza, l’aver agito a tradimento da
parte dell’assassino, senza che la vittima si accorgesse di quello che
gli stava accadendo; e poi essersi appropriato del suo mantello e
cappello, cioè dei suoi dati di abbigliamento caratterizzanti (viene
paragonato a Chesterton), aver imitato la vocina del morto e aver
spedito il tassista ad un certo indirizzo, procede alla descrizione
dello stato in cui viene rinvenuto il corpo da Roderyck (infatti il
tassista, essendosi accorto dell’omicidio in un secondo tempo, va di
corsa alla centrale di polizia chiedendo al piantone di parlare ad un
responsabile di grado elevato, che in quel caso è proprio l’Ispettore
Capo di Scotland Yard, Roderick Alleyn): “Lui non rispose. Era solo
con il suo amico. Le mani grassocce erano immobili. I piedi erano
voltati all’indietro come quelli di un bimbo. La testa era piegata sulla
spalla, languidamente, come quella di un bambino malato” (op. cit.
pag. 65). In altre parole la Marsh per stigmatizzare la ferocia
dell’assassinio, paragona il defunto Lord Gospell ad un bambino: chi mai
ucciderebbe mai un bambino, un essere innocente, e per di più malato,
se non un assassino feroce? Così per caratterizzare psicologicamente
l’assassino si serve della descrizione della sua vittima: un
procedimento abbastanza interessante.
Roderyck Alleyn dovrà quindi ricorrere a tutta la
sua perizia, furbizia e sagacia, per costringere i vari personaggi a
rivelare quei piccoli segreti che inconfessati servono solo a
distogliere le indagini della polizia dall’acciuffare il vero assassino.
Non sarà cosa facile. Ma alla fine vi riuscirà,
grazie ad un cofanetto francese antico e ad un portasigarette pacchiano
ma con incastonata tra brillanti, una “medaglia del Cellini”. Che
permettono di inquadrare l’assassino nell’affresco dell’assassinio,
assegnandogli il ruolo suo proprio e distruggendo il suo alibi.
E in questo tourbillon, verranno arrestati un
biscazziere, un ricattatore ed un assassino, il primo per niente
complice degli altri due; verrà rivelata una bigamia, una relazione
extraconiugale, verrà distrutta un’organizzazione dedita ai ricatti; e
infine anche il sensibile ma determinato Roderyck Alleyn troverà
l’amore, in un finale a lieto fine.
La ripubblicazione della palmina anteguerra N. 222
del 1939, anche da me più volte richiesta sul Blog Mondadori, è un
grande evento per quanto riguarda la pubblicazione dei grandi gialli
classici della produzione Mondadori da tantissimi anni dimenticati:
l’operazione portata avanti da Mauro Boncompagni, responsabile dei
Classici del Giallo Mondadori, è di grandissima portata. Si trattava
infatti non solo di riportare i nomi, precedentemente italianizzati,
alla precedente forma anglofona, ma anche di dare una rinfrescata
all’italiano tutto sommato molto buono della traduzione di Ada
Salvatore, modernizzando dei termini, che oggi paiono parecchio desueti:
per es. “figlia” al posto di “figliuola” o “aprì” al posto di “aperse”,
etc..
Io ho notato un refuso per così dire divertente
(tutto sommato innocente e veniale) in prima pagina e che si può
apprezzare solo comparando le due versioni, ma quello che sottolineo a
margine di questa operazione culturale assai apprezzabile (soprattutto
perché trattasi di uno dei più bei romanzi di Ngaio Marsh una delle
scrittrici di lingua anglosassone ma di natali neozelandesi, più
importanti del secolo scorso) è il fatto che stranamente, nella
ristampa, non son state riportate le Note del Traduttore e soprattutto
la piantina, presenti nella prima edizione. Invece, rispetto a questa,
l’elenco dei tanti personaggi, caratteristico dei gialli Mondadori del
dopoguerra, ha il pregio di dare al lettore un riferimento, che in
quella mancava.
Un romanzo
che a parere personale, meriterebbe una pubblicazione anche negli Oscar,
magari ripristinando la piantina e le Note del traduttore, che non
aggiungono o tolgono nulla di importante, ma che sono per così dire
“caratterizzanti”.
P. De Palma
Nessun commento:
Posta un commento