martedì 17 dicembre 2024

CUCINA & MYSTERY : UN CONNUBIO PER NULLA STRANO

 

 

 

Tra le tante edizioni che si possono trovare nelle librerie italiane, alcune passano sotto silenzio, ma proprio tra esse c’è quello che  intendo segnalare. Non si tratta, è bene dire subito, di romanzi, ma di volumi di cucina. Sì, ma in relazione assai stretta con il mondo del poliziesco .

Le prime due riguardano Nero Wolfe, detective di mole e appetiti pantagruelici, inventato dallo statunitense Rex Stout.

Nero Wolfe non fu solo un grande detective uscito dalla penna di Rex Stout, ma anche un raffinato gourmet. E che Rex Stout avesse immesso, nel suo personaggio più conosciuto, i suoi vezzi, le sue conoscenze gastronomiche e il suo amore per la buona cucina, lo si vede dai romanzi che vedono protagonista Nero Wolfe che spesso è alle prese oltre che con le orchidee, anche con gli impareggiabili e succulenti piatti preparati da lui oppure dal suo chef personale Fritz Brenner: per esempio in NERO WOLFE, DIFENDITI! o NERO WOLFE E SUA FIGLIA o ancora NERO WOLFE, DISCOLPATI! Oppure in LA SCATOLA ROSSA. E in tanti altri, tra cui spicca il celeberrimo ALTA CUCINA, in cui è addirittura invitato per tenere un simposio alla riunione annuale dei migliori chef mondiali, nel corso della quale, uno dei rinomatissimi chef verrà trovato ucciso.

Non tutti sanno che nel 1973, Rex Stout approntò appositamente un manuale di ricette di cucina, per meglio dire piatti di altissima gastronomia (anche difficilmente replicabili in Italia visto che parecchie delle materie prime utilizzate in America, a meno di non utilizzare internet o negozi specializzati, da noi sono praticamente introvabili.

 

  

E anche se si trovassero, per es. i Ghiri, quei graziosi roditori che si trovano nei boschi, immortalati dalla inesauribile fantasia di Walt Disney in Cip e Ciop, chi mai si permettesse di utilizzarli per una ricetta, in Italia si troverebbe o rinchiuso in una clinica psichiatrica oppure in galera. Ma va da sé che l’America è un altro mondo), piatti di cui lo stesso autore talora aveva accennato nei suoi romanzi, tal’altra no. Comunque di queste ricette, alcune furono inserite in uno splendido Omnibus Mondadori del 1975, concepito come un cofanetto : NERO WOLFE ARCHIE GOODWIN&COMPANY + LE RICETTE DI NERO WOLFE, come pure un altro fu dedicato all’altra passione di Nero Wolfe, le Orchidee : NELLA SERRA DEL CRIMINE, Omnibus Mondadori del 1976 (questo lo posseggo).

Il bello è che parecchi ignorano che tale manuale di Rex Stout è stato pubblicato in Italia in due differenti edizioni, peraltro ancora disponibili.

Pubblicato nel 2013, ma ancora in catalogo, Crimini e ricette. A tavola con Nero Wolfe, è un volume di 287 pagine della BEAT Edizioni ( traduzione dell’ inglese di M. Togliani), che ha il merito di riproporre il manuale gastronomico di alta cucina con le ricette di Rex Stout, dedicate al suo investigatore principe. Un volume facilmente consultabile è bene dirlo, e quindi maneggevole, di formato tascabile. E di costo neanche tanto impegnativo, alla portata di tutti.

Invece al 2007 risale un altro tentativo, più pretenzioso, della Editrice Sonzogno. Si chiamava Il Manuale di Cucina di Nero Wolfe, volume che io acquistai immediatamente all’uscita (era presentato come strenna natalizia): il volume, è bene dirlo, è ancora disponibile, ma il suo costo è superiore dell’altro volume presentato. Quali le caratteristiche editoriali che lo differenziano?nero wolfe 001

Innanzitutto il suo grande formato: non è un volume maneggevole, perché più che volume da tenere sul comodino è manuale da tenere su un piano in cucina vicino ai fornelli. Infatti le  252 pagine sono innanzitutto a colori, con splendide fotografie di molte delle ricette presentate.

Le traduzioni, sontuose, sono di Cristina Pradella e Igor Longo. All’epoca, devo dire, la notizia della pubblicazione la ebbi proprio da Igor, in quanto il volume, inspiegabilmente era passato sotto silenzio o quasi. Eppure si tratta di una bellissima edizione. Certo in questo caso, il discorso da fare è anche di scelta in base alla disponibilità economica: in questo caso il costo del volume è infatti quasi il doppio rispetto al primo.

Ma rispetto al primo, questo ha qualcosa in più: i riferimenti a singoli brani dei vari romanzi e racconti di Rex Stout in cui compare Nero Wolfe. La formula è la stessa che verrà adottata in altro volume che presento qui, ma dedicato ad Agatha Christie: c’è un riferimento letterario, un brano in cui si parla di un certo piatto, e nella stessa pagina di esso viene presentata la relativa ricetta: es. a pag. 107 c’è un brano tratto da “Morto che parla” in cui si accenna due dei piatti preferiti da Nero Wolfe: filetto di maiale impanato e frittelle di granoturco accompagnate da salsa piccante di pomodoro e formaggio; e nella stessa pagine e nella pagina accanto ci sono le ricette delle preparazioni dei piatti accennati.

Il tutto impreziosito da foto d’epoca.

Le ricette di Rex Stout è bene dirlo non sono tutte sue. Infatti alcune erano nate dall’inventiva di Sheila Ribben, un’amica di Rex Stout che aveva una rubrica di cucina molto seguita su un celebre quotidiano newyorkese.

Devo dire, avendolo consultato in qualche occasione (non è un volume da leggere ma da sfogliare e ancor più consultare), che le ricette, parecchie, ma non tutte, riflettono certe influenze della cucina francese, per esempio l’uso massivo del burro, o anche quello delle uova, probabilmente un effetto del lungo soggiorno in Francia di Rex Stout: omelette con funghi e mandorle, escargot bourguignonne, etc..

 Il volume è veramente inteso come un manuale di cucina, prevedendo sezioni dedicate alle ricette per colazioni, buffet, cene, pranzi e quant’altro. Però a me è sembrato più per cuochi esperti. 

Ci sarebbe anche un piccolo libro, di 80 pagine,  Orchidee a tavola. Le ricette di Nero Wolfe, di Enzo Tumminello. Leone Verde, 2009. E' ancora reperibile, e costa neanche dieci euro, ma rapportato agli altri volumi di cui ho parlato, è da prendere solo se non si trova altro.

Chi invece è interessato alla cucina europea,  troverà molti sfizi in due altri volumi.

 


 

Il primo, pubblicato nel 2006, fu dedicato dalla Casa Editrice Sonzogno alla cucina di Agatha Christie: di medesimo formato dell’altro dedicato a Rex Stout, e di medesima soluzione editoriale (splendide foto a colori illustranti i piatti), ha come titolo sfizioso Creme & Crimini (gioca sul termine Crimini=Cremini).

Gli autori Anne MartinettiFrançois Rivière, esperti di Agatha Christie, hanno raccolto ricette della tradizione gastronomica inglese e internazionale: ovviamente si parla di Breakfast (con piatti salato oltre che dolci), ma anche delle torte che Poirot gusta nei vari romanzi e dei pasticcini da thè che Miss Marple gusta nel corso delle sue avventure. E siccome la Christie oltre che essere una celeberrima scrittrice era anche un’instancabile viaggiatrice, compagna del secondo marito Max Mallowan in tante spedizioni archeologiche,  nel testo si trovano anche specialità esotiche che la scrittrice si era annotata, oltre che tutte le più sfiziose ricette per un altro dei momenti adorati dagli inglesi: i picnic (anche da me, mia moglie e mio figlio!!!).

La formula editoriale presenta un accostamento originale tra veleni e delitti da una parte e riferimenti culinari dall’altra: Agatha Christie, diversamente da Rex Stout non inserisce nelle proprie trame eleborazioni gastronomiche ma solo riferimenti e quindi l’estrinsecazione delle ricette ricade sulla perizia di Anne Martinetti che è anche una cuoca eccellente (così dicono le note di copertina). Se ne ricava un interessantissimo botta e risposta, un gioco continuo di letteratura e piaceri della gola, tradotti sapientemente anche qui da Cristina Pradella ed Igor Longo.

Faccio un esempio: a pag. 84 c’è un estratto da “Un delitto avrà luogo” : Ha fatto tutto il possibile pe rendere meraviglioso l’ultimo giorno di vita della  povera Bunny : una splendida festa di compleanno e un dolce squisito…Philippa rabbrividì: “Delizia Mortale”, poi nella stessa pagina la ricetta di “Delizia Mortale” che è una torta al cioccolato fondente, Cointreau, uva passa e crema inglesee nella pagina accanto una foto che occupa l’intera pagina che raffigura questa torta meravigliosa (che fa venire l’acquolina in bocca al solo vederla!). E così via, tra crumpets, canapé, pudding, muffin, confetture, anatre e paté, tacchino all’irachena, è un piacere che si rinnova pagina dopo pagina (che mette anche appetito!)

Anche questo volume ha un suo certo costo (influiscono soprattutto il grande formato editoriale e le splendide tavole a colori), anche se inferiore rispetto all’altro: è meno ponderoso e quindi ha meno ricette.

Il volume non è più in catalogo, ma a trovarlo è interessante.

Infine segnalo un saggio di Robert J. Courtine del 1992, tradotto e pubblicato nel 2000 da Guido Tommasi Editore, col titolo A cena con SIMENON ed il commissario MAIGRET.

 

Si tratta di un viaggio enogastronomico sulle ali del ricordo, un po’ alla maniera dei ricordi in Proust ( es. il ricordo del biscotto inzuppato nel thè): una serie di ricette, associate ai ricordi di Simenon della sua infanzia e giovinezza e ai bistrot e bar in cui si fermava, vengono riproposte assieme ai commenti gustosi e salaci dello stesso Maigret, tratti dai suoi romanzi, allorchè si appresta ad un pranzetto preparato da sua moglie o quando si ferma in qualche bar per mangiare un boccone: lo ricordate Gino Cervi che impersonava il commissario francese, mentre prendeva un uovo sodo per togliergli il guscio o chiedeva un bicchierino di Calvados?  E il tutto accompagnato da una serie di belle foto dei luoghi in cui Maigret soleva andare a passeggiare (vi è anche un raccontino dell’autore scritto à la maniére de Simenon).

Questo libro lo segnalo (casomai si trovasse da qualche parte) anche se non so se sia più disponibile.

Pietro De Palma

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