sabato 27 giugno 2020

Ngaio Marsh . Quel giorno a Roma (When in Rome, 1970) - trad. Manola Stanchi. I Gialli di Qualità Rizzoli, del 25 dicembre 1975

When in Rome, è un romanzo di Ngaio Marsh del 1970. E' il 26° romanzo con Roderick Alleyn, e propone una trama intricata, ma non troppo, e soprattutto in linea coi tempi.
Roderick Alleyn è stato inviato a Roma, sulle tracce di una organizzazione criminale internazionale che spaccia eroina, hashisc e cocaina in Europa, che si è allargata aggiungendo alle consuete rotte dello spaccio che vede Nizza, piazzaforte principale, un'altra italiana: Napoli. Roma è importante, perchè in essa opera uno dei "pesci" più importanti, un tale Sebastian Mailer, di nazionalità britannica, che potrebbe essere la chiave per arrivare a Ziegfield che è il capo dell'organizzazione, con sede in Libano. Così viene inviato Alleyn, che prende contatti con la polizia italiana, nella persona del Questore Valdarno. Sebastian Mailer oltre che spacciatore, ha anche un'altra attività, rispettabile: fa il Cicerone, di gruppi di turisti, che vogliano conoscere di Roma le attrattive storiche, artistiche e folkloristiche più nascoste ma allo stesso tempo, interessanti. E pertanto Alleyn fa in modo di essere aggiunto ad un gruppo, quantomai bizzarro: c'è Lady Braceley con suo nipote Timothy Dorne, una delle donne più ricche del jet set internazionale; ci sono i Baroni Van Der Veghe, marito e moglie, olandesi; c'è il Maggiore Swift, dell'Artiglieria Reale inglese; c'è una giovane scrittrice inglese, Sophy Jason; e infine c'è  Barnaby Grant, scrittore famosissimo. E' lui la vera attrazione del gruppo, anche se Alleyn sulle prime non riesce proprio a capire come Grant si sia prestato a fare da "ruffiano" nell'iniziativa di Mailer, a sponsorizzarlo, tanto più che non è questa la prima volta che si è prestato con Mailer.
Il tour dispone di un'organizzazione di tutto rispetto: delle lussuosissime Lancia bianche sono a disposizione dei componenti la comitiva per gli spostamenti, il gruppo cena e pranza in lussuosissimi ristoranti di chiara fama, e questo è spiegato dalle quote che i partecipanti hanno dovuto pagare, veramente esorbitanti. E visita punti della Roma antica fuori dalle consuete rotte: uno di questi è San Tommaso in Pallaria, una basilica su vari livelli, che la comitiva visita ammirata. Alla chiesa a piano stradale, segue una raggiungibile con una scalinata, risalente ad un periodo molto più antico, e da questa tramite altri passaggi, si arriva ad un livello ancora più antico, quello della Roma imperiale, con un Mitero. C'è anche un pozzo molto antico, con dei punti di luce, che mette in contatto il piano superiore con quello inferiore e con un fiume sotterraneo che ha acque assolutamente pure. 
Proprio mentre la comitiva sta per vicitare la struttura, ha luogo lo scontro tra Mailer e una venditrice di souvenirs e cartoline, che poi si rivela essere la sua ex moglie, tra cui non scorre affatto buon sangue: Violetta.
La visita ha luogo, i partecipanti fanno foto alle statue, sarcofaghi, affreschi, strutture architettoniche e finalmente alcuni di essi raggiungono il Mitreo dove vogliono immortalarsi davanti alla statua del dio Mitra: Alleyn, i coniugi olandesi, Jason e Grant. Lady Braceley, il nipote, e Swift invece sono altrove, impegnati a cercare Mailey che è sparito.
La visita finisce e tutti cercano Mailey. Intanto il tour prosiegue seguendo le tappe fissate nell'organizzazione: c'è Giovanni Vecchi, l'autista di Mailey, che fa da tramite in sua assenza, portando la comitiva anche in costosissimo ristorante e poi in un equivoco night.
Alleyn allerta la polizia, ma di Mailey nessuna traccia: così inquivocabilmente, dopo aver perquisito il suo appartamento e averlo aspettato nei posti dove si reca a mangiare, invano, Alleyn e il Questore Valdarno, ritornano nella Basilica inferiore e qui scoprono in un sarcofago, il cadavere di Violetta, strangolata. Attribuendo l'omiocidio a Mailey, e rivalutando certe voci sentite, e un rumore come di porta sbattutra, che perà sarebbe potuta essere la lastra tombale del sarcofago, le ricerche si estendono in tutta Roma, senza risultati.
Si ritorna alla basilica inferiore su richiesta dei monaci irlandesi che operano nella chiesa, perchè sentono un forte fetore di topi morti, sepmpre che non possa esseci qualcun altro, morto: così Alley seguendo l'odore arriva al pozzo, si fa calare e a sprezzo di pericolo, trova a pelo d'acqua il corpo di Mailey incastrato in antica grata di ferro che metteva il pozzo in comunicazione col fiume sotterraneo. anche lui strangolato.
Attraverso i movimenti degli appartenenti alla comitiva nella chiesa inferiore, riuscirà non solo a scoprire come alla base del tour ci fosse un'attività di spaccio di droga, ma anche di ricatto nei confronti di alcune persone, e ovviamente si arriverà all'individuazione dell'assassino, che però Alleyn una volta tanto lascerà andare in pace, perchè un altro colpevole era stato accusato dell'assassinio di Mailey, che poi è morto, colpevole anche di essere un'altra pedina dello spaccio di droga.
Il romanzo è atipico, per certi versi, perchè mischia elementi di Giallo classico (un delitto duplice in cui sono implicati soggetti appartenenti alla Buona Società), con elementi di crimine più comune e non certamente classico (il traffico di droga). In questo, Ngaio Marsh è raffrontabile ad Agatha Christie, fino ad un certo punto: Ngaio Marsh fu una donna sempre molto anticonformista, mentre Agatha Christie era una tradizionalista, quindi in sostanza due tipi non proprio simili; però entrambe parlano dei cambiamenti della società. Anche Agatha Christie lo fa in Third Girl ( Sono un'assassina?), solo che la prospettiva è diversa: mentre infatti nel romanzo della Christie, vi è una critica al mondo degli anni sessanta, nel romanzo della Marsh, non vi è alcuna critica: Alleyn assiste alle rivolte e devastazioni, senza commentare, come farebbe un giornalista cronachista, come se non lo riguardasse.

In più c'è anche l'attività del ricatto cui Mailer si dedica, e non a caso del gruppo di turisti abbienti di cui egli è il Cicerone, fanno parte persone ricattate da lui, che sono lì proprio perchè egli le sta taglieggiando: abbiamo quindi come struttura narrativa, un'introduzione, che spiega come Mailer attragga nella sua rete il famoso Barnaby Grant, il plot principale che porta in sostanza all'assassinio duplice di Sebastian e Violetta, e due subplots che hanno però la loro importanza nella storia: il traffico di droga e il ricatto, e questo perchè, alcuni appartenenti del gruppo sono o drogati o ricattati, anche quelli che parrebbe non siano implicati negli omicidi, avvenuti quando vi era stata la separazione del gruppo in due sottogruppi, nel momento delle foto nel mitreo.
Vari sono i richiami interessanti di questo romanzo, sia di natura artistica che sociale. E anche è interessante il confronto tra il metodo di indagine anglosassone e quello italiano: la Marsh fu seriamente interessata a ciò e si documentò prima di scrivere il suo romanzo, perchè anche se non ne ho parlato, vari sono gli accenni alla componente della polizia italiana, cui noi tutti siamo abituati ma che non si trovano nel romanzo anglosassone tipico:da noi l'inchiesta viene svolta dal magistrato che si avvale delle forze di polizia, lì c'è il Coroner che svolge unùa specie di processo indiziario per stabilire se una morte sia accidentale o un omidicio, e solo dopo parte l'inchiesta che è svolta dalle forze di polizia e non dal magistrato.
Il romanzo si apre con la visita a Villa Giulia. Poi c'è la Basilica di San Tommaso in Pellaria (che non esiste) richiama direttamente una che esiste, ed è una delle 7 Basiliche di Roma: San Clemente, che ha sia una chiesa di epoca medievale, circa trenta centimetri sotto il piano stradale, sia una  altomedievale con affreschi mutili di epoca carolingia, al piano sottostante (cui vi si accede con una scalinata che parte dalla sala dedicata ai souvenirs, come nella chiesa inventata dalla Marsh); sia infine un livello di epoca imperiale, come una cisterna e forse il mitreo più importante di Roma (ve ne sono circa sette intorno, tra cui uno a Sutri); e infine ultimamente sono state ritrovate abitazioni ad un livello ancora più antico di epoca repubblicana. Anche in San Clemente vi è una sorgente di acqua (l'antico Rio Labicano) anche se non un pozzo (che ricordi io) ma vi è una porta di ferro, vicino al Mitreo che comunica con un ramo abbandonato della Cloaca Massima, .
All'inizio, del romanzo, quando Brand sta visitando Villa Giulia, Ngaio Marsh inserisce un indizio nascosto che si rivelerà molto più tardi, quando parla delle statue e delle terracotte etrusche: in sostanza parla del sorriso enigmatico di alcune statue etrusche e le mette a confronto con alcuni personaggi più avanti, ne prosieguo del romanzo: How fulfilled they were and how enigmatically alike, scrive la Marsh all'inizio del romanzo, quando Brand si aggira in Villa Giulia. E alla fine  dirà: che  alcuni personaggi  " they had become the Bride and Bridegroom of the Villa Giulia sarcophagus". Anche il sorriso etrusco assume una sinistra connotazione, e la Marsh chiamerà dei personaggi  "the Etruscans".
I richiami di natura sociale, sono quelli delle manifestazioni studentesche, con assalti e devastazioni: si trova il richiamo, sia nel capitolo nono del romanzo originale sia in quello sesto del Giallo Rizzoli (tagliato, sia bene dirlo: a fronte delle 200 pagine originali, la versione italiana consta  di 140 pagine, e invece dei 10 capitoli iniziali, quelli della versione nostra sono 7: vengono tagliate descrizioni, e qualcos'altro, tipo il flirt tra Barnaby Grant e Sophy Jason, che nell'edizione italiana si intuisce mentre in quella originale è descritta. Però a ben vedere, anche se tagliato, il romanzo ha una sua fludità, nella traduzione italiana, il cui montaggio di solito è fatto bene). 
La Marsh, richiama nel romanzo quello cui lei assistè nel 1968, quando si recò a Roma in viaggio e trasse dai suoi appunti, le basi della trama del romanzo.
Se lo scrittore Barnaby Grant a me fa venire in mente Barnaby Ross (secondo pseudonimo dei Queen), vi è anche qualche altro richiamo ad altri romanzi: ad esempio la comitiva, in cui alcuni appartenenti guarda caso sono ricattati da Mailer, che mentre fa da Cicerone, fissa anche il prezzo del silenzio, mi riporta ad un romanzo posteriore di Doherty, in questo blog analizzato, The Merchant of Death  ( Il Pittore di Canterbury), in cui la compagnia presente in una data locanda, è composta da gente ricattata da un personaggio. E mi sembra anche possibile che Doherty abbia letto Marsh. 
Il delitto in sè, forse per l'illustrazione dei luoghi e dei movimenti degli appartenenti alla comitiva, avrebbe avuto bisogno di una piantina, che manca anche nel romanzo originale: io avendo visitato due volte San Clemente, e il mitreo, ho potuto seguire il filo narrativo, che però ad altri probabilmente riuscirebbe più ostico. Si tratta in sostanza di un quasi delitto impossibile, in quanto sparisce un uomo, svanisce, non viene visto allontanarsi, e il delitto sarebbe stato perfetto, se il cadavere cadendo non si fosse impigliato nella grata, invece di essere trascinato altrove dalla corrente: del resto, l'emento della Basilica inferiore è centrale, ruota tutto il plot intorno, e quindi uno si aspetta da un momento all'altro che un secondo cadavere, quello di Mailer, venga trovato. Qui è il puzzo della decomposizione che lo rivela. Di sorci ve ne sono anche in San Clemente (la Marsh deve aver visto anche lei la comunicazione con la Cloaca massima e anche a lei i Monaci irlandesi, che stanno anche in san Clemente, devono aver parlato delle inondazioni del Tevere e delle derattizazioni di topi che effettuano di tanto in tanto, come ne parlarono a me e mia moglie: ne vidi anche uno stecchito nella cisterna di epoca romana, un sorcetto). 
Ngaio Marsh, nella revisione della sua biografia Black Beech and Honeydew, nel 1984, parlò proprio della sua visita a San Clemente di Roma (in cui poi decise di inserire l'ambientazione del suo delitto):
“I knew at once that I wanted to write about him (Mithras) and when we got home began to read about his cult and what is known of the rites that were practised in his honour. It was easy to fill the triculum (triclinium, a formal Roman banqueting couch in a dining room) with the bellowing of a garlanded bull and the reek of blood on hot stone”. Ella visitò il sito assieme a Lady Doris McIntosh.
Il pozzo, con i punti luce, da cui è possibile guardare il piano soprastante, a me ha fatto ricordare "Il pozzo di San Patrizio" a Orvieto. La Marsh doveva conoscere di Orvieto almeno le cose principali: in Black As He's Painted del 1974 (da noi inedito), ricorda i vini italiani e il bianco secco di Orvieto, in un passo: The cheeses are excellent. Bottles of dry Orvieto are slung overhead and other Italian wines crowd together inside the door (cap. 2).
La prova che inchioderà l'assassino (ma Alleyn "lo perdonerà" perchè ricattato in maniera infame) sarà una foto, che dimostrerà che non si trovava laddove invece sarebbe dovuto essere.

Pietro De Palma

venerdì 5 giugno 2020

Jacquemard-Senecal : Il delitto di casa Grun (Le crime de la Maison Grun, 1976) - trad. Cristina Viani. I Gialli Garzanti N°150 del 1978



Anni fa Igor Longo tradusse per Mondadori col titolo L'undicesimo piccolo indiano, Le Onzième Petit Nègre. Gran bel romanzo (un giorno ne parleremo), variazione geniale di quello della Christie, di Jacquemard-Sénécal. Ma chi sono Jacquemard-Sénécal? Non sarebbe sbagliato che dicessimo.. Chi erano?, e forse non sarebbe neanche giusto. E quindi..

Yves Jacquemard, che era nato nel 1943 e morto nel 1980, formò assieme a Jean-Michel Sénécal, nato anche lui nel 1943 un sodalizio vincente. Con il loro primo romanzo, Le Crime de la maison Grün, i due  vinsero nel 1976 il prestigioso Prix du Quai des Orfèvres. Con il loro secondo romanzo, Le Onzième Petit Nègre, confezionarono uan variazione di Dix petits nègres di Agatha Christie, mentre il terzo romanzo, Meurtre dans les corons che è del 1978, cominciava con l’assassinio di una ragazza a Bruay-en-Artois (strizzava l'occhio ad un famoso affare criminale degli anni '70 in Francia: L’affaire de Bruay-en-Artois. Jacquemard e Sénécal fondarono in seguito la casa editrice Capriscor, che però ebbe breve durata, e pubblicarono nel 1979 L'Énigme du puits d'enfer che ha per tema la morte di cinque persone, gettate in un profondo crepaccio nelle Sables-d’Olonne.
Nel 1980, Jacquemard morì, ma non finì il sodalizio, e, come Narcejac per il duo con Boileau, così Sénécal continuò a scrivere romanzi, firmandoli col sodalizio Jacquemard-Sénécal, almeno fino al 1998:

1976 - Le Crime de la maison Grün,  
1977 - Le Onzième Petit Nègre,  
1978 - Meurtre dans les corons  
1979 - L'Énigme du puits d'enfer  
1981 - Qui a tué Scarlett O'Hara ?
1983 - Une louve en hiver  
1991 - Un crime en Lorraine 
1992 - Passeport pour le "Vendée crime challenge" 
1994 - Quatuor ou L'humanité selon monsieur Paul 
1998 - Le Printemps du loup

In Italia, solo i primi due romanzi sono stati tradotti.
Il delitto di casa Grun , comincia con l'assassinio di una ragazza, Dyana Pasquier. La giovane è trovata da una passante nell'Ill, il fiume di Strasburgo, mentre galleggia a faccia in giù: non è tanto l'abbigliamento, quanto la folta chioma rossa, a ricollegare il cadavere alla convivente di Denis Grun, il figlio di quel gigante di Wotan Grun, il capo della casa Grun, dove abitano non solo il figlio Denis ma anche la figlia Thérese, e un poliziotto in pensione, Loiseau.
Il tempo di chiamare la polizia, e il cadavere scompare: lo cercano di qua, lo cercano di là, ma sembra essersi volatilizzato, finchè lo trovano in casa Grun, nel negozio con annesso laboratorio di legatoria del capofamiglia, che occupa il piano terra dela casa..
Perchè qualcuno ha preso il cadavere e lo ha portato a casa Grun? questo è il primo enigma cui il commissario Lucien Dussac , amico di Wotan, dovrà dare una risposta. 
La giovane sembra essere morta perchè affogata (o suicida) nell'Ill dopo che era statta vista allontanarsi dalla casa dopo un litigio con il convivente, almeno fino a quando dei poco evidenti segni sul collo, confermano l'assassinio per soffocamento.
Lussac comincia le indagini ma ben presto si trova davanti ad un muro di gomma: i Grun (padre, figlia, e la moglie 25enne di Grun, Edwige) all'ora del decesso, l'una e trenta, erano alla Weberstub, una osteria sull'Ill, alla convergenza tra Rue des Moulins e il Ponte Saint-Martin, assieme ad un nutrito numero di persone, che testimoniano l'un l'altro la presenza lì fino alle due e mezzo del mattino.  Mancherebbero i Wetzel, ma anche loro hanno solidi alibi. Insomma chi ha ucciso Dyana? Mica può essersi soffocata da sola!
Lussac viene a sapere presto di una spaccatura che ci sarebbe stata qualche tempo prima tra i Grun e qualcuno dei loro amici, il Pastore Michelon e sua moglie e altra gente, in merito a dove si dovessero tenere sempre gli incontri culturali della loro compagnia. E logico pensare quindi che qualcuno dei dissidenti abbia odiato Grun sino a pensare di uccidere quallcuno della sua cerchia. E del resto, Therese con la sua testimonianza mette fuori gioco un ragazzo innamoratosi di Dyana tempo prima e rifiutato, e lo stesso Denis è messo fuorigioco dalla testimonianza del poliziotto in pensione che afferma come siano stati assieme per gran parte della notte e sicuramente nell'ora in cui la ragazza è morta, affogata nell'Ill.
A rendere le cose ancora più enigmatiche, ecco un furto nel laboratorio: vengono rubati dei libri di valore incalcolabile, tra cui un incunabolo d'alchimia, e delle lamine d'oro, ma la cassaforte con il suo prezioso contenuto di verghe d'oro, necessario alla doratura dei dorsi e delle copertine dei libri antichi, non viene aperta. Possibile che il furto sia da mettere in relazione all'assassinio, oppure sono separati? C'entrano i Wetzel, deglia mici di Wotan? Wetzel aveva cercato l'anno prima di acquistare Casa Grun, durante un periodo di dissesto finanziario di Wotan: c'entra col resto? C'entra anche la trasmutazione del piombo in oro?
Le indagini proseguono, ma ad un certo punto ecco due nuovi avvenimenti mettere il commissario e il suo assistente Holz in serie difficoltà: qualcuno spara a Wotan, ferendolo ad una spalla, e qualche giorno dopo Denis Grun, viene trovato impiccato nel solaio: una lettera, testimonia il suo proposito di farla finita: peccato che un esame dell'inchiostro riveli che è stata scritta tre anni prima. Insomma, un depistaggio per evitare che si pensi ad un assassinio.
Lussac riuniti tutti gli attori del dramma a casa Grun, riuscirà in un pirotecnico finale, dopo aver distrutto gli alibi di quattro persone, a individuare chi è stato l'amante di Edwige, e chi aveva amato Dyana. Due amici, uno dei quali viene accusato in primo tempo di assassinio di Denis: lo proverebbero delle lettere d'amore inviate ad Eswige, trovate nel solaio. Solo che quelle lettere, come ricorda il commissario, sono state messe là a bella posta, solo per far accusare un innocente. In una girandola di ricostruzioni che sovvertono sia la prima morte che l'ultima, Lussac rivelerà un omicidio premeditato ed una messinscena straordinaria e individuerà i veri colpevoli.
Un piccolo, straordinario romanzo è questo Il delitto di Casa Grun, pubblicato da Garzanti, nella serie "degli occhietti". E' bene dire che in quella serie trovarono posto alcuni notevoli romanzi francesi degli anni settanta, ignorati da Mondadori, che come si sa non ha mai tanto sopportato la narrativa francese preferendole quella anglosassone: per es. La corsa delle lepre attaraverso i campi, e La signora dell'auto con gli occhiali e il fucile, di Sebastien Japrisot.
Anche questo romanzo di Jacquemard-Sénécal paga il tributo al giallo anglosassone: ne parlavo proprio stamattina con John Pugmire: non solo Halter (per lui è una cosa ben saputa in quanto ha rivelato sempre di essere un grande ammiratore sia di Agatha Christie che di John Dickson Carr) ma anche altri autori (stamattina si parlava di Gensoul), hanno attinto dagli stratagemmi e dalle soluzioni di romanzi anglosassoni: qui per esempio c'è una variazione di uno stratagemma usato da Philip Macdonald, mentre un altro è talmente tanto uguale da preferire non rivelare da dove sia stato attinto (comunque chi legge bene questo articolo, e ha letto l'opera cui faccio riferimento, capirà subito). Anche la scena finale in casa Grun dove il commissario spiega la dinamica dei fatti, davanti a tutti gli attori del dramma, anzichè al commissariato, è tipicamente di stampo anglosassone.
Si tratta indubbiamente di un delitto impossibile. Francamente non avevo capito che lo fosse, fino al momento in cui viene rivelato come sia stato perpetrato , anche se il muro di testimonianze, alcune false ma molto difficili ad essere rivelate, è così accurato da rendere difficoltoso il compito del detective. In questo paga il tributo anche a Crofts. 
Per la messa in atto di esso, è stato messo in atto un piano accuratamente premeditato, in cui entrano più persone, che sotto gli occhi di altre, uccidono, depistano, interpretano con false identità altre persone.
Il finale, se fino a quel momento il ritmo non era stato granchè durante le indagini, diventa frenetico, e in una girandola di situazioni sempre più spettacolari, fatte di accuse, ritrattazioni, e nuove accuse, i colpevoli vengono individuati.

Pietro De Palma