giovedì 29 settembre 2022

Richard Connell : Delitto in mare (Murder at Sea, 1929) - Trad.: Sara Caraffini - I Bassotti 175, Polillo, 2022 (seconda edizione)

 


 

Richard Connell è un nome praticamente sconosciuto per chi legge romanzi polizieschi. La ragione è che non fu un autore prolifico di romanzi, ed è invece conosciuto maggiormente per la sua attività di sceneggiatore cinematografico e televisivo: non a caso firmò la scneggiatura di Arriva John Doe (Meet John Doe) di Frank Capra, per cui ebbe una nomination agli Oscar. In campo narrativo, scrisse quattro romanzi, ma solo uno di questi è di genere poliziesco, ed è quello che Polillo ha ripubblicato recentemente nella collana de I Bassotti. La cosa strana è che il romanzo ha in copertina il talloncino NOVITA', e quindi si presume sia nuovo. In realtà andando a leggere in seconda, si vede che esso sarebbe uscito una prima volta nel 2017 e poi ripubblicato nel 2022: ma allora per quale motivo presentarlo come una novità? Io una spiegazione l'avrei, ed è legata ai diritti.

Delitto in mare, vede in azione il detective dilettante Matthew Kelton che collabora saltuariamente con la polizia. Per le sue condizioni di salute, decide di imbarcarsi sul piroscafo Pendragon per fare un viaggio in mare fino alle Bermude dove riposarsi e curarsi. Il bello è che, appena imbarcato, e appena la nave ha cominciato il suo viaggio, viene disturbato dal capitano Gavin che gli rivela come uno stewart di bordo, adibito ad una delle cabine, vi ha trovato il cadavere dell'uomo che vi aveva preso possesso, tale Samuel Cleghorn, un importante uomo d'affari socio di una famosa ditta che vende caffè all'ingrosso, con il cranio spappolato. L'ora della morte presumibile dovrebbero essere le 17 o poco più, perchè a quell'ora lo stewart aveva parlato con Cleghorn e quindi era ancora vivo. Kelton incaricato dal capitano di sbrogliare la matassa prima che la nave arrivi alle Bermuda, deve capire chi dopo quell'ora (presumibilmente le ore 17, 15-17,20  perchè alle 18 quando è stato scoperto il corpo, esso già presentava rigor mortis) possa aver compiuto l'omicidio. E quindi comincia le sue indagini tra gli altri viaggiatori, di cui tre sono insegnanti, c'è un tale Westervelt che è sfuggente, e tale è anche Varga, poi c'è la signorina Imlay e il signor Sangerson, Miss Royd (dama di compagnia) e Lady Esther Yate  invalida, e infine Mr Mond, un tale logorroico, che si scoprirà dopo essere stato in cura presso un ospedale psichiatrico.

Kelton viene a trovarsi in un autentico ginepraio, perchè parecchi viaggiatori riferiscono che degli occhi scintillanti li hanno fissati nel buio, occhi da folle, solo che non si trova nessuno che li abbia; eppure il soggetto in questione, si è persino calato lungo la fiancata della nave per guardare in un oblò, di notte. Qualcuno poi ha distrutto gli apparecchi radio della nave per isolarla, e se non la stessa persona, un'altra sottrae dalle cabine costose boccette di profumo, di proprietà dei passeggeri.

Nel prosieguo della storia Kelton verrà a sapere che la vittima, di cui nessuno conosceva il passato, in realtà prima di diventare ricca, era stata un commerciante di attrezzi agricoli nello Yorkshire, col nome di Jack Murdo e qui aveva conosciuto una ragazza di cui si era invaghito, per poi abbandonarla sottraendole il loro figlio, e ripresentandosi in America come Cleghorn, socio di una ditta di vendita caffè. Questa triste storia di rapimento di minore, coinvolge tre persone presenti sulla nave, e a turno loro tre e una quarta, legata da un profono legame ad una delle tre, si confessano autori del delitto. Purtuttavia Kelton, a causa dei racconti lacunari e che pongono l'azione in tempistiche non coincidenti con quelle presupposte per il delitto, accantona queste quattro confessioni, e dopo aver eliminato il possessore degli occhi scintillanti, che non c'entra nulla col delitto, e aver dato un nome al ladro di profumi, che neanche c'entra col delitto, riuscirà in un sorprendente finale ad indicare l'omicida, nostante tutti o quasi i viaggiatori solo in un secondo tempo abbiano effettivamente rivelato particolari utili alle indagini.

Romanzo del 1929, Murder at Sea, non è come potrebbe sembrare a prima vista un romanzo nella scia di Van Dine, perchè il detective non ha nessuno dei caratteri tipici di Philo Vance. Piuttoso direi potrebbe aver seguito in qualche modo la falsa riga dei romanzi di Rufus King, altro autore molto famoso in quegli anni, che ambientava le sue storie quasi esclusivamente in mare. La trama è particolarmente ricca di colpi di scena, e data l'attività principale dello scrittore, ben si sarebbe prestata ad essere la base di una pellicola cinematografica, perchè oltre ad un delitto, nel romanzo si miscela avventura, per un animale sfuggito al serraglio tempo prima, che si nasconde nella nave, e tutta una serie di avvenimenti intrecciati tra loro ma assolutamente fuorvianti, come ad esempio il ladro di profumi, il distruttore di radio, la presenza di un poliziotto e di un ladro in incognito, e due coppie di amanti per di più tra di loro collegate, e l'ora della morte che poi si capisce non essere quella effettiva. Il risultato è che l'omicida, non è nessuno di coloro che erano stati oggetto dell'indagine, ma altra persona, che diversamente da quando dice Van Dine, non compare nell'azione del romanzo, se non per un ciuffo di peli che viene ritrovato nel bagno della vittima, e pur citato in maniera estemporanea nel romanzo, cade letteralmente dal cielo, nel finale del romanzo. 

Altra stranezza del romanzo, è che se l'omicida deve essere salito a bordo prima che la nave prendesse il largo e poi sceso, come può a lui risalire Kelton che non l'ha visto nè conosciuto? Perchè Kelton si serve di un tale Mr Hong di Chinatown, che è il suo informatore privilegiato, a capo di una organizzazione che vende segreti e informazioni; ed è a lui che Kelton si rivolge durante il viaggio per chiedergli, tramite auna radio ausiliaria, informazioni su chi conosceva Cleghorn e sui vari viaggiatori del Pendragon.

Ne esce un romanzo ricco di azione, scritto con uno stile brillante e stilisticamente assai fluente, che si legge in una giornata, ma che poi, pur avendo risolto i vari quid in maniera esauriente, non lascia impressione di essere un romanzo che lasci il segno, ma più uno che serva a distrarsi.

Pietro De Palma

 

mercoledì 21 settembre 2022

Vernon Loder : Delitti in vetrina (The Shop Window Murders, 1930) - trat. Marco Bertoli - I Classici del Giallo Mondadori 1460 del 2022

 


Vernon Loder fu uno pseudonimo di John George Haslette Vahey (1881-1938), uno scrittore anglo-irlandese che scrisse anche come Henrietta Clandon, John Haslette, Anthony Lang, John Mowbray e Walter Proudfoot. Nacque a Belfast e studiò nell'Ulster, al Foyle College e ad Hannover. Lavorò come architetto prima di cimentarsi nella scrittura creativa.

I personaggi della serie di Vahey erano l'ispettore Brews, l'ispettore capo RJ "Terry" Chace, Donald Cairn (nel ruolo di Loder); William Power, Penny e Vincent Mercer (nel ruolo di Henrietta Clandon); e l'ispettore Bill Vallance (come Proudfoot). I caratteri della serie sono identificati in tutti i titoli elencati di seguito.

Vahey morì il 15 giugno 1938. Fu un autore straordinariamente prolifico: pubblicò 59 libri nel periodo 1925-1938, una media di oltre quattro all'anno, risultato sbalorditivo, perché non solo doveva scrivere i libri, ma aveva anche tutta la solita corrispondenza riguardante le modifiche testuali, copertine, diritti etc. Il suo lavoro come Loder era di alta qualità, poiché il Collins Crime Club era selettivo. Allo stesso modo, la sua scrittura come Henrietta Clandon fu abbastanza apprezzata come i libri firmasti con lo pseudonimo di Clandon alcuni dei quali sono stati ora ristampati come e-book. Due dei romanzi di Loder sono stati ristampati da Collins.

Come Vernon Loder

The Mystery at Stowe (1928)

Whose Hand? (1929) (in USA come Between Twelve and One)

The Vase Mystery (1929)

The Shop Window Murders (1930)

The Essex Murders (1930) (in USA come The Death Pool) - con Ispettore Brews

Death of an Editor (1931) - con Ispettorer Brews

Red Stain (1931)

Death in the Thicket (1932)

Death at the Wheel (1933)

Suspicion (1933)

Murder from Three Angles (1934) - con Capo IspettoreChace

Two Dead (1934)

Death at the Horse Show (1935) - con Capo Ispettore Chace

The Case of the Dead Doctor (1935)

Ship of Secrets (1936)

The Deaf Mute Murders (1936)

The Little Man Murders (1936)

Choose Your Weapon (1937)

The Men with the Double Faces (1937) - con Donald Cairn

A Wolf in the Fold (1938) - con Donald Cairn

The Button in the Plate (1938)

Kill in the Ring (1938)

 

Come  Henrietta Clandon

Inquest (1933)

The Ghost Party (1934)

Rope by Arrangement (1935)  - con William Power, Penny & Vincent Mercer

Good by Stealth (1936) – con William Power (in un ruolo minore)

This Delicate Murder (1936) – con William Power, Penny & Vincent Mercer

Power on the Scent (1937) – con William Power, Penny & Vincent Mercer

Fog Off Weymouth (1938) – con the Mercers (da solo)

 

Come John Haslette

The Man Who Pulled the Strings (1916)

 

Come John Haslette Vahey

Down River (1925)

Fiddlestrings (1925)

The Storm Lady (1926)

Mr. Nemesis (1930)

Mystery at the Inn (1931)

Death by the Gaff (1932)

Witness in Support (1932)

Tragic Lesson (1933)

Spies in Ambush (1934)

Secrets for Sale (1935)

 

Come Anthony Lang

The Crime (1927)

The Man with Three Threads (1928)

Fly Country (1928)

The Daring Diana (1929)

Evidence (1930)

 

Come John Mowbray

Call the Yard (1931)

 

Come Walter Proudfoot

Crime in the Arcade (1931)

The Trail of the Ruby (1932)

Arrest (1933) - con Ispettore Bill Vallance

Conspiracy (1933) - con Ispettore Bill Vallance

 

Come George Varney

The Missing Link (1926)

 

 


 

Il romanzo pubblicato da Mondadori è The Shop Window Murders, 1930.

Si apre in un modo assai inconsueto: i Magazzini Loder sono dei magazzini che hanno riscosso un enorme successo e una folla di curiosi aspetta ogni giorno che si aprano. Quando le saracinesche vengono alzate, dopo un primo istante di sbalordimento per l’allestimendo delle vetrine, si sentono le prime urla, quando si vedono accanto ai manichini, due corpi che non sembrano essere tali, e che si rivelano essere Tobias Mander, il proprietario, e la signorina Tumour: il primo ucciso con ferita d’arma da fuoco, la seconda con coltellata.

Subito le indagini affidate all’Ispettore Davenish si rivelano difficili, per la enorme problematicità delle prove: sono state trovate sul tetto delle strisce di fango, che paiono essere state lasciate dalle ruote di un giroplano; in un ascensore, son state trovate tracce ematiche consistenti, sotto la moquette che invece è pulita; di notte si è sentito un rumore di motore, ma dei motori stanno nelle officine nei magazzini; alla postazione degli altoparlanti dov’è il custode Mann, si scopre che gli altoparlanti sono stati scollegati per causa di un filo opportunamente tagliato; davanti ai corpi è stata trovata una pistola Mauser, che ha sparato ma non il proiettile che ha ucciso Mander, e il proiettile che lo ha ucciso non si trova; sul tetto, si trova dopo accurate indagini, in uno dei sacchi di sabbia usati per frenare le ruote dei giroplani, un proiettile, ma che non riporta tracce ematiche; sulle braccia della Tumour sono stati trovati dei lividi, come se la stessa fosse stata afferrata da dietro e spinta; viene trovato un portafiammiferi prezioso nel vicolo vicino ai magazzini, che è di Jameson Peden-Hythe figlio della signora Peden-Hythe, ricchissima  finanziatrice di Mander; Jameson detestava Mander; Webley, meccanico si dimostra essere stato forse l’ispiratore del Giroplano, come pure Cane, responsabile del reparto, da cui Mander ha tratto enormi profitti; Robert Kephim, direttore dei grandi magazzini, era fidanzato della signorina Tumour, che però in seguito si scopre essere stata in contatto intimo anche con Mander, che a sua volta pare avesse fatto infatuare di lui la signora Peden-Hythe, fino al punto di ottenere il finanziamento necessario per aprire i Grandi Magazzini; mancano il cappotto, il cappello e un guanto della signorina Tumour; infine, si scopre che Mann era stato attendente di Jameson Peden-Hythe e da lui era stato raccomandato al posto di custode; il cappotto e il cappello, vengono trovati assieme ad altri uguale nei reparti di abbigliamento dei magazzini.

Davenish, dopo indagini molto lunghe e dense di ostacoli, riuscirà a trovare il responsabile dell’assassinio della ragazza e quello dell’assassinio di Mander.

Il romanzo, è un classico whodunnit, che si struttura come un procedural: è Davenish Ispettore di Scotland Yard a condurre le indagini, magari anche aiutato da Melis, vicecommissario d Scotland Yard.

Subito, già la presentazione degli omicidi in questo romanzo, ci riporta alla mente un altro romanzo degli stessi anni, che presenta all’apertura della vetrina, un omicidio: The French Powder Mystery (1930) di Ellery Queen. La cosa interessante, è che entrambi i romanzi, quello di Ellery Queen e il nostro di Vernon Loder, sono del 1930. Doug Greene, da me interpellato in merito, mi ha rivelato che il romanzo di Vernon Loder ebbe un’edizione americana, sempre nel 1930. Bisognerebbe vedere a questo punto quale dei due apparve per primo in USA, per capire quale sia stato l’archetipo e quale il successivo: certo è che, se l’apertura del romanzo è simile, quasi uguale, i due romanzi evolvono diversamente in due whodunnit, che sono diversi per la potenza dello scritto: il Loder è un whodunnit deduttivo, il Queen è un whodunnit super deduttivo.

Si legge talora che il romanzo sarebbe deficitario di una base indiziaria. Il problema non è questo, semmai il contrario: per come va avanti, e per il ritmo, che talvolta è molto blando, e anche per l’enorme numero di indizi, anche fuorviante, di piste vere e piste false, il romanzo è estenuante. Non si vede l’ora che arrivi la fine per capire qualcosa, perché gli indizi sono tantissimi, e molti hanno una doppia uscita, una vera ed una falsa: bisogna dire che la vena narrativa di Loder, indirizza molto spesso il lettore verso una pista falsa, salvo poi aggiustare il tiro. Bisogna riconoscere quindi allo scrittore esser riuscito a venir a capo del romanzo con una soluzione tutto sommato accettabile. L’unico quid che non viene esplicitato e risolto è il perché sia stata uccisa la signorina Tumour: Loder attraverso Davenish propone che sia stato effettuato d’impulso e non premeditato, proprio in virtù dell’uso del coltello. Bisogna però anche sottolineare come tutti gli indizi, che si trasformino in prove, oppure che siano falsi, vengono mesi a disposizione del lettore; nonostante ciò, l’individuazione del colpevole, pur nascendo da una confessione di colpevolezza dell’omicida, non è basata su una base tangibile, quale può essere l’arma usata perché a detta dell’omicida questa è stata nascosta in un posto dove nessuno mai avrebbe visto. E quindi, se il colpevole, sotto pressione psicologica ha rivelato tutto, se invece non avesse rivelato di avere una pistola cal.32, nessuno avrebbe potuto incolparlo.

La scrittura è ottima (altrimenti come dico più sopra mai e poi mai Collins, che era una casa editoriale molto conosciuta e stimata dell'epoca, avrebbe acconsentito a pubblicare questo e altri romanzi di Loder) e eccellente anche la traduzione di Marco Bertoli, che è quasi letterale (213 pagine originale inglese Collins, 199 traduzione italiana, e viene rispettata anche la scansione nello stesso numero di capitoli, 27 sia nell’originale che nella traduzione italiana). L’unica cosa su cui non mi trovo d’accordo è la traduzione dell’appellativo dato al Giroplano, The Mander Hopper: hopper in inglese significa cavalletta: la cavalletta Mander. Brucoli opta per tradurre con il Saltamartino Mander, dove Saltamartino non esprime la vera locuzione del termine. Il giroplano è bene dirlo (e forse se l’avesse scritto Brucoli in una nota del traduttore sarebbe stato meglio!), è un veicolo con una grande elica soprastante, che può volare solo in avanti, come un aereo, ma essendo molto leggero, deve essere adoperato in assenza di vento, che altrimenti potrebbe condizionarne la tenuta. E’ l’antesignano dell’elicottero, a cui manca però il rotore posteriore; quando si avvia non sale in verticale come l’elicottero, ma fa un balzo in avanti, come una locusta.

Detto questo, non si può non esprimere soddisfazione per questo inedito Mondadori, e sperare che se ne traducano altri: i Loder infatti in tempi recenti sono stati ripubblicati anche e sopratutto in ebook, come The Essex Murders oppure Death of an Editor .

 

Pietro De Palma