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giovedì 1 maggio 2025

Jonathan Stagge: Dolce vecchia canzone di morte (DEATH'S OLD SWEET SONG: A Doctor Westlake Story, 1946) - trad.Marcella Dallatorre. I Classici del Giallo Mondadori n. 206, 1974

 


 

Recensione oggi per un altro romanzo firmato Jonathan Stagge. Per questo invero, al di là dei pregi narrativi, basterebbe la copertina, che è un vero capolavoro, di una espressività rara, firmata Roger Barcilon (che firmava le copertine dei Classici del Giallo, all'inizio degli anni 70).

Per quanto riguarda invece il romanzo in se stesso, diciamo subito, prima ancora di introdurlo, che si tratta di un ulteriore capolavoro, forse il massimo cui arrivò la coppia Wheeler-Webb secondo alcuni, per quanto riguarda la serie di Westlake: DEATH'S OLD SWEET SONG: A Doctor Westlake Story. Nell'ambito della produzione firmata Jonathan Stagge, questo è il penultimo romanzo (l'ultimo fu Le tre paure, The Three Fears, del 1951, in cui però non compare il deus ex machina della serie, cioè la dodicenne figlia di Westlake, Dawn) ad essere stato pubbblicato, nel 1946. E' ambientato a Skipton, una fantomatica cittadina nelle Berkshires,  (le colline del Massachusets, dove Webb e Wheeler in effetti risiedettero per una ventina d'anni, posti che quindi loro conoscevano bene).

Il dottor Westlake e sua figlia Dawn, stanno trascorrendo le vacanze a Skipton una piccola località collinare del Massachussets, dove abita la ricca ereditiera Ernesta Brady, il soggetto più chiacchierato del posto per la sua opulenza e munificità. Ernesta non è sola: abitano infatti a Skipton anche sua figlia Lorie, e sua sorella Phoebe Stone, col figlio Caleb. I due ragazzi da sempre si amano, ma su di loro pesa l'eredità difficile da gestire della nonna materna, internata in ospedale psichiatrico per aver tentato di uccidere il marito, durante ripetuti raptus di pazzia. Per questo Ernasta non vuole che la filgia si sposi con Caleb, perchè questa tara familiare potrebbe evidenziarsi sia in Lorie, sia nei figli. Per di più Caleb, è un ex marine, che dopo la Battaglia di Okinawa è stato licenziato dal servizio e rimandato a casa, per una psicosi sviluppatasi in lui: in sostanza ha terrore folle del buio.

Ernesta è andata a New York qualche giorno, e ha raccontato alla figlia che il motivo è legato, ad una splendida collana di giada che ha ricevuto in dono, che vuol far riannodare. In realtà è andata anche per un esame ginecologico, perchè ha scoperto di essere incinta: qualche mese prima, all'insaputa di tutti, si è sposata con Renton Forbes, e sta attendendo di renderlo pubblico.

Renton a sua volta ha fama di donnaiolo, e prima che si sposasse con Ernesta, aveva collezionato avventure con più donne, l'ultima delle quali è una certa Mabel Raynor, pseudonimo Avril Lane, una famosa scrittrice di Gialli. Mabel invero pensa ancora di essere nei pensieri di Renton e fa di tutto per ingelosire il suo devoto maritino, George. A completare l'affresco, c'è anche Love Drummond, organista della chiesa di cui è Pastore Hilary Jessup: Love ha accettato di tenersi per l'estate due pestiferi nipotini, che le hanno rotto le porcellane di casa e continuamente sfottuto il gatto. 

Un bel giorno, mentre Ernesta è via a New York, si organizza un bel pic nic che però viene tenuto in altro posto scelto da Lorie: vicino ad una vecchia segheria, nel bosco, un luogo pittoresco. Al picnic partecipano tutti i soggetti citati. E mentre ciò accade, e già prima , la figlia di Westlake ripete ossessivamente una vecchia ballata, che ha adattato a suo modo, includendovi le due pesti.

Accade dopo il picnic che le due pesti non si trovino, dopo che una delle due, ha regalato una biglia rossa alla fidanzatina, Dawn. Partono le ricerche che coinvolgono tutti. Vanno alcuni persino alla segheria che è stato l'ultimo posto dove sono stati visti i due fratellini. Ma non si trovano. Finchè per caso li trova Westlake, nello stagno di cui si parla nella ballata: qualcuno li ha colpiti violentemente alla nuca, buttati in acqua e lì sono morti per annegamento.

Alla morte dei due fratellini, seguiranno altre: quella di George Raynor, colpito alla nuca e lasciato morire di asfissia da gas nella cucina della sua casa, mentre la moglie era su in soffitta a scrivere il suo ultimo giallo; quella del prete, accoltellato in chiesa, e quella di Love Drummond, soffocata in casa sua.

Westlake e Cobb, il suo fido amico ispettore si troveranno a mal partito, sospettando si tratti di un maniaco che uccide seguendo i versi della ballata, prima di osservare che il coltello che è stato usato per uccidere il reverendo, proviene da casa Brady, e quindi semmai si tratta di qualcuno della cerchia degli intimi che sta uccidendo seguendo la ballata determinate persone. Non si capisce il movente, finchè prima che uccida anche Dawn, la coppia Westlake-Cobb, riuscirà a venirne a capo, esaminando il caso da una diversa prospettiva e capendo che tutto era cominciato alla segheria, ancor prima che capitassero là i due fratellini ammazzati come cani. Tutto era accaduto per impedire che si conoscesse la verità su quanto accaduto alla segheria. E cosa avevano scatenato la furia omicida,  non di un maniaco ma di un assassino diabolico ? Qualcosa che non è ciò che si pensava fosse. L'assassino verrà presentato nelle ultime pagine, e sarà uno shock (ma io c'ero già arrivato).

Il romanzo è  notevolissimo. 

Al di là del fatto che è scritto meravigliosamente (era Wheeler che scriveva), il romanzo ha una tensione che non accenna a diminuire, dall'inizio alla fine.

Si tratta di un romanzo basato su una serie di delitti, si può dire sette, in cui un serial killer uccide le sue vittime basandosi su una vecchia ballata popolare. Già il tema del serial killer, alla base del più grande bestseller della storia del mystery,  And Then There Were None di Agatha Christie (1939), e di altri: Murder Gone Mad, di Philip MacDonald (1931), The A.B.C. Murders di Agatha Christie (1936), The Invisible Host di Bristow & Manning (1930), poteva rappresentare un soggetto intrigante, capace di catturare l'interesse del pubblico. Se poi ad esso poteva essere aggiunto quello di una ballata (simile ad una filastrocca), il successo sarebbe stato assicurato. E così fu. Wheeler che si trasferì del 1942 in USA mentre Richard Webb pure britannico di nascita, già vi lavorava, doveva conoscere bene Agatha Christie. Nel 1946, quando decisero di pubblicare questo romanzo, parecchie opere di Agatha Christie, e anche di Ellery Queen, che per di più era autore statunitense e quindi di maggior presa diretta da parte di un lettore americano, erano state basate su filastrocche. Se nel caso della scrittrice inglese la cosa è piùttosta acclamata (basti ricordare And Then There Were None, basata su Ten Little Indians;  One, Two, Buckle My Shoe, su cui viene scandita la successione dei capitoli (nel mondo anglosassone è una flastrocca usata per insegnare la numerazione ai bambini) di Poirot non sbaglia (1940); This Little Piggy, usata per contare sulle dita, viene ricordata da Poirot nel romanzo Il ritratto di Elsa Greer; Little Boy Blue, filastrocca comunicata in seduta spiritica nel romanzo Alla Deriva; There Was a Crooked Man, è usata per dare il titolo ad un romanzo, The Crooked House (È un problema); nel romanzo Polvere negli occhi, la filastrocca citata è Sing a Song of Sixpence, etc..), anche Ellery Queen la usa: come non ricordare Double, Double (1949) in cui Ellery Queen investiga su una serie di omicidi basati sulla filastrocca Tinker, Tailor? Ma soprattutto un romanzo pubblicato prima del loro, There Was an Old Woman, 1943, in cui vengono citate almeno due filastrocche: Five Little Pigs e One Two Buckle My Shoe?

La filastrocca, usata nel romanzo, in sostanza è una ballata popolare inglese, che viene canticchiata e in parte adattata da Dawn, la figlia di Westlake, mentre sta al picnic. Si tratta, come ha scoperto Curtis Evans, di Green Grow the Rushes-O. Si tratta di un'antica canzone popolare inglese "Green Grow the Rushes, O" (in alternativa "Ho" o "Oh") (conosciuta anche come "The Twelve Prophets", "The Carol of the Twelve Numbers", "The Teaching Song", "The Dilly Song" o "The Ten Commandments"):

I'll sing you twelve, O
Green grow the rushes, O
What are your twelve, O?
Twelve for the twelve Apostles
Eleven for the eleven who went to heaven,
Ten for the ten commandments,
Nine for the nine bright shiners,
Eight for the April Rainers.
Seven for the seven stars in the sky,
Six for the six proud walkers,
Five for the symbols at your door,
Four for the Gospel makers,
Three, three, the rivals,
Two, two, the lily-white boys,
Clothed all in green, O
One is one and all alone
And evermore shall be so.

Il primo capitolo dell'edizione in inglese si apre con la strofa:

Two, two the lily-white boys,
Clothed all in green-O.
One is one
And all alone
And ever more shall be-O

I primi a venire uccisi sono "i due ragazzi bianchi di giglio vestiti tutti di verde" che quindi troverebbero il loro riferimento nella strofa. Quello però su cui nel romanzo stranamente Westlake non si sofferma ( e che si capisce alla fine del romanzo) è  quella terzina di versi  

One is one
And all alone
And ever more shall be-O
.

Uno è uno, a tutto solo, sempre di più sarà (così). Perchè Westlake non ragiona su questi tre versi? Se vi è una successione di morti, basati sui versi delle strofe, allora sarebbe dovuto partire da questi e chiedersi: perchè i due ragazzi che vengono citati dopo vengono prima, e non si da' giustezza ai versi canticchiati prima? Infatti se si vede la numerazione va dal basso in altro: ciascuna strofa è costruita sulla precedente e a questa aggiunta. Lo si vedrà alla fine perchè. Un piccolo bug nella trama che mi ha fatto riflettere. 

Per quanto attiene alla tecnica, il romanzo si divora, perchè ha il merito di variare continuamente lo stato dei fatti, e delle situazioni che avvengono: possiamo distinguere un plot ben definito su cui agiscono vari subplots quasi tutti falsi o comunque che  hanno il compito di distogliere il lettore, dall'unica strada che si dovrebbe percorrere per giungere alla verità . I subplots ingannevoli sono;

la ballata canticchiata da Dawn e poi commentata da Westlake; il maniaco omicida che venendo dall'esterno ha sentito enunciare la ballata e l'ha seguita fedelmente; la successione delle morti; quanto viene raccontato sulle tresche che hanno luogo nella cittadina; i disturbi psicotici ereditati dai Brady e quelli acquisiti in guerra.

I personaggi non sono solo abbozzati, ma descritti vivamente, nelle varie sfaccettature delle loro figure: Renton, il donnaiolo che ha messo la testa a posto sposando Ernesta; George, il marito fedele ad  Mabel, che giunge a fare da sguattero a patto che il genio della moglie trionfi; Ernesta, che ha fatto mugnifici regali alla comunità in cui vive (tra cui l'organo Hammond alla chiesa), ma la gente del posto spettegola sui suoi reali scopi; Westlake che non è tanto il medico condotto vedovo (padre della piccola Dawn, vero deus ex machina della storia), ma il vero detective, al di là delle doti del suo amico Cobb, con le sue illuminanti abduzioni; Lorie, ragazza timida e vissuta all'ombra della madre, che diventa un'altra quando vede la madre in altra luce; e Caleb, io direi il soggetto maggiormente analizzato, soprattutto per la sua fuga dalla guardia alla chiesa che costa la morte al reverendo Jessup, che rivela i suoi gravi problemi psicotici. La figura di Caleb, ricalca nella sua figura e nei suoi problemi traumatici post-guerra, un determinato soggetto, preso a prestito da molti autori, in romanzi scritti dopo la prima e seconda guerra mondiale, non solo quindi da Webb-Wheeler, ma anche da altri, primo fra tutti Ellery Queen: come non ricordare The Murderer is a Fox, il cui protagonista il Cap. Davy Fox torna dalla guerra con l'impulso di uccidere?  Oppure The Unpleasantness at the Bellona Club di Dorothy Sayers in cui si parla di Shell-Shock a proposito di certi atteggiamenti di Lord Peter Wimsey; o anche A Test of Wills di Charles Todd, in cui si parla dei problemi da PSTD o Shell-Shock dell'Ispettore Ian Rutledge? 

Come si vede, di false piste ce ne sono in abbondanza. E come sempre tra tanti indizi ingannevoli, l'unico che avrebbe portato alla verità, è bene occultato, perchè non viene svolto nella sua semplicità, anche se è presente fin dall'inizio: se venisse preso nerlla giusta luce all'inizio, ci si chiederebbe: ma se è davvero quello che parrebbe essere, significa che una certa persona, non è dove si pensa che sia. Uno potrebbe pensare a questo punto: l'unico soggetto che è assente dall'nizio del romanzo è Ernesta Brady. Che ha ereditato la malattia tara della madre e ha paura che si possa rivelare nella figlia, e quindi quale miglior assassino può essere uno che sino dall'inizio del romanzo si afferma che sta a New York ? Un po' quello che accade in Dieci piccoli indiani, o ne L'assassino invisibile.. No, lo dico qui, ed è quello che chiunque leggendo il romanzo saprà: Ernesta non è l'assassino, anche se ad un certo punto sembra che lo sia. 

E allora? 

Non resta che leggere questo straordinario romanzo, per capire come determinate cose, analizzate nella giusta luce, rivelino storie che non sono quelle che si riteneva che fossero.

 

Pietro De Palma

 



 

 

martedì 18 marzo 2025

Jonathan Stagge: Tre Cerchi Rossi (Light from a Lantern, 1943). Trad. anonima (1951). I Classici del Giallo Mondadori N.384 del 1981



Ritorniamo oggi alla coppia di autori Webb & Wheeler, che hanno firmato fino al 1953 tutti i grandi Patrick Quenti a partire dal 1934, e tutti i Jonathan Stagge. E proprio di un romanzo di questa serie parleremo oggi, forse il migliore in assoluto dell’intera serie, capolavoro riconosciuto, di atmosfere Carriane:  Tre Cerchi Rossi, 1943.

Cominciamo a dire subito che di quest’opera esistono due edizioni leggermente diverse, e già questo è strano: normalmente infatti, il testo di un romanzo è lo stesso, proposto nelle edizioni previste nei vari Stati. Ma per strano che possa sembrare è così: infatti la seconda edizione, quella britannica è leggermente diversa (significa che vi sono delle puntualizzazioni che non ci sono nell’edizione originale americana). Per quanto riguarda l’edizione italiana, essa, anche se ha come titolo Tre Cerchi Rossi, e quindi sembrerebbe che derivi dalla prima edizione, quella americana, in realtà deriva dalla seconda. Infatti in seconda pagina, il titolo originale è The Light From a Lantern. Ma, è bene precisarlo, mi sono accorto della lieve differenza tra edizioni, perché all’inizio del romanzo, in seconda pagina, che riporta cose che nella edizione americana originale stanno dopo circa nove pagine, si parla di Westlake che ricorda come la terra luogo della storia, Capo Talisman, fosse stata meta di lui e di sua moglie Paul in viaggio di nozze. Mi ha sorpreso questo nome Paul: possibile che in un romanzo degli anni 40, Webb e Wheeler, che pure erano gay, potessero parlare di una coppia omosessuale che poi si fa una figlia adolescente? Poco probabile. Molto probabile invece che Paul, fosse stato un refuso maledetto, una trasformazione di Paula. Per vederci bene, sono andato a leggermi l’edizione americana, e questa cosa non l’ho trovata. Poi ho scoperto che si trattava di traduzione da edizione britannica, introvabile. Ho chiesto allora a Mauro che è uno dei maggiori esperti al mondo su Patrick Quentin, e lui mi ha confermato che nell’edizione britannica si parla di Paula. Tutto questo mi da modo di accennare ad un problema spinoso che riguarda le opere di Patrick Quentin / Quentin Patrick/Jonathan Stagge: esse rimangono le più penalizzate riguardo alle traduzioni in italiano: solo un numero molto ridotto di romanzi è stato ritradotto o tradotto ex novo in anni recenti, risalendo la grande maggioranza del corpus, ai primi anni cinquanta, anni in cui le traduzioni spesso erano anonime e molto tagliate, e piene di refusi. E piena di errori è proprio l’edizione italiana, di cui intendo parlare; e tagliata parecchio: se l’edizione originale consta di 212 pagine, quella italiana è di 163 pagine: 51 pagine di meno. Nonostante ciò, il romanzo si legge molto bene.

Capo Talisman è un posto di mare, in cui si pratica la pesca marittima, ma che ha una bellissima spiaggia che favorisce il turismo: ma ha anche un promontorio, e poco all’interno il vecchio cimitero che sottende ad un’antica chiesa.

Westlake e lì con la figlia Dawn, a riposarsi presso il locale Hotel, proprietà di Mitchell, quando durante una passeggiata, vedono la luce rosa di una lanterna che proviene dell’antico cimitero. Weslake vi si avventura e trova una fossa scavata di fresco al fondo della quale si scorge la superficie di una vecchia cassa da morto. L’atmosfera è lugubre, e si arricchisce di echi spettrali quando il medico crede di vedere un’ombra che svanisce dietro agli alberi. Di lì a poco la luce rosa di un’altra lanterna viene trovata vicino al corpo di Nellie Wood, una gran bella ragazza che posa come modella per il pittore Virgil Fanshawe, lavorando inoltre per lui e sua moglie Marion come tata del figlioletto Bobby: Nellie è stata strangolata con una cordicella sottile, e messa in una posizione orante con le braccia conserte, vicino ad uno scoglio. Ma la cosa più orribile è che l’assassino ha disegnato con un rossetto un cerchio rosso attorno ad un neo che la vittima ha su una guancia. L’esame autoptico eseguito dal dottor Gilchrist, medico locale oltre che medico del vicino penitenziario femminile, non porta a nulla di nuovo. La rivelazione di Gilchrist che una sua paziente anni prima che era morta di parto, la Signora Casey aveva un grosso neo sulla faccia, porta tutti i presenti a pensare alle gesta di un pazzo, di qualcuno che voglia in qualche modo collegare il delitto a quella morte lontana nel tempo. Anche la bara della signora caey riposa nel vecchio cimitero. Il dottor Gilchrist, essendo il medico di tutta le gente del luogo, ha una mappa sulla base della quale può riconoscere di chi fosse la prima tomba scavata: proprio quella della Casey! E poi vicino le tombe del vecchio Fanshawe e poi del padre di Mitchell.

E’ l’inizio di una serie di omicidi, in cui le vittime (tre) saranno oltraggiate dopo essere state strangolate, con un cerchio attorno ad un neo: la seconda vittima è una delle cameriere dell’Hotel, Maggie Hillman, innamorata del maestro di nuoto dell’Hotel, Buck Valentine. Strano che però anche Nellie pare che sia stata nel raggio di Buck. E oltretutto è stata trovata nel canotto bianco del maestro di nuoto, illuminato da una lanterna rosa: il neo questa volta è su una gamba, poco sopra al ginocchio, in una porzione di gamba, molto intima. Segno che l’assassino aveva dovuto avere con la vittima una relazione molto riservata. Ma è la terza vittima che lascia interdetti: questa volta la vittima è Miss Heywood, una spacciatrice di cocaina, che riforniva di  polvere bianca la moglie del pittore. La Heywood viene trovata accanto ad una lanterna rosa, nel vecchio cimitero, in una fossa scavata di fresco, per riportare alla luce la bara del vecchio Mitchell: strangolata, le braccia incrociate sul petto, e un abbozzo di cerchio rosso sulla spalla ma intorno al nulla, nessun neo stavolta. Tutto questo dopo che Westlake, l’aveva trovata il giorno prima accanto a Buck Valentine a scavare vicino alla tomba di Mitchell. Perché? Cosa si nasconde nel vecchio cimitero?

Per riuscire a capire chi possa essere l’assassino, Westlake dovrà avviare una indagine a 360° che riguardi la figlia di Mitchell, Cora, ladra di gioielli e moglie di un ladro e assassino che era finito sulla sedia elettrica, di un enorme diamante nero, di una compagna di cella di Cora che aveva cambiato nome e fattezze, di un bambino che stranamente somigliava a qualcuno, figlio di Cora; dell’arresto di Cora fatto dall’agente Barnes, che le aveva consentito di baciare il volto del padre morto due giorni prima; cosa c’entri e se c’entri Usher, l’impresario di pompe funebri, che si aggira tra le tombe, e che ha curato tutti i funerali della zona.  Chi poteva sapere che Maggie avesse il neo in una porzione di gamba non visibile (tenendo conto che Mitchell non voleva assolutamente che il proprio personale femminile mettesse in mostra le gambe) e chi poteva sapere che sulla spalla di Heywood in origine c’era un neo, rimosso poi?

Westlake troverà l’assassino ma la prova determinante che sia lui l’assassino, gliela fornirà la figlia Dawn, che era irreperibile assieme a Bobby.

Il libro è un capolavoro assoluto, impregnato dall’inizio alla fine di un’atmosfera opprimente e macabra, che sfocia in un finale al cardiopalmo, in cui Westlake e Fanshawe ritrovano i bambini scomparsi nella vecchia chiesa del cimitero, ridotta ad un acquitrino, da un violento uragano che ha ridisegnato il promontorio e strappato alle tombe le bare dei vecchi abitanti, che galleggiano sul mare.

Il romanzo ha un’atmosfera unica, che al di là del velo fitto sulla serie di omicidi, si avvale della location : un villaggio in rovina, un vecchio cimitero quasi abbandonato, qualcuno che scava per dissotterrare vecchie bare.  Un omaggio ai tanti grandi autori contemporanei e non, dei due suoi autori: innanzitutto Carr (e come non ricordare The Three Coffins o The Sleeping Sphinx), mentre la serie di omicidi si rifa a A.B.C. Murders di Agatha Christie, che il vecchio Wheeler conosceva molto bene assieme e molti altri romanzi della scrittrice britannica: del resto A.B.C. Murders a sua volta si rifaceva a The Silk Stocking Murders di Anthony Berkeley Cox.  A quale testo famoso del passato può alludere il vecchio Usher, il becchino e impresario di pompe funebri, se non a La caduta della Casa degli Usher di Edgar Allan Poe? E ancora poi rimandi ad Ellery Queen: non diciamo a cosa, perché il lettore che non ha letto il libro ancora, non perda il piacere di scoprirlo o di indovinarlo .

Come struttura del romanzo, si può notare come accanto al plot su cui si basa il romanzo, ce ne sia un altro, che non arrischierei a definire come si suol dire, un subplot, perché lo scavo nel vecchio cimitero e il dissotterramento delle bare ivi sepolte, costituisce un motivo di trama vorrei dire di pari importanza se non maggiore: il quid intorno al quale ruota il tutto, si basa su quello che accade nel vecchio cimitero e semmai la catena di omicidi, serve se non a distogliere, almeno ad aiutare chi ne è responsabile , a continuare a farlo, aiutato dal sacro terrore degli abitanti del luogo, per quel luogo pieno di echi sinistri, in cui si dice si aggiri un fantasma grigio (che poi si vedrà, è in carne ed ossa).

E gli stessi cadaveri quando sono scoperti, rimandano, se si vede bene, alle salme quando vengono sepolte: con le braccia conserte sul petto. E il canotto con dentro il cadavere di Maggie, non è per lei forse una bara, che galleggia sul mare, come galleggiano sul mare le bare del vecchio cimitero una volta che l’uragano lo ha spazzato via? E’ come se tutto, anche inconsciamente, rimandasse al vecchio cimitero, è come se l’inconscio dell’assassino anche indicasse quel posto come la chiave del mistero.

La traduzione italiana, anonima, è stata tagliata con coscienza, eliminando cose in più che magari avrebbero strutturato maggiormente l’atmosfera del romanzo, lasciando però intatta la struttura importante, come per es. quando Westlake visita Ruth Mallory, un’assassina condannata a vita per uxoricidio con veleno, nel carcere femminile, confidente anni prima di Cora Lansky Mitchell e di Lena Darnell (nominativo originale di altro personaggio che si muove nel romanzo con nome fittizio); Ruth e la sua compagna di cella Doris, altra assassina, mi rimandano alla commedia americana che fu un grandissimo successo a Broadway, poi portata sul grande schermo da Frank Capra nel 1944, Arsenic and Old Lace

Bellissimo.

Pietro De Palma

P.S.

Il consiglio che vi può dare il sottoscritto è di reperire in fumetterie o bancarelle, o dove possiate trovarli, tutti i Patrick Quentin/Quentin Patrick/Jonathan Stagge, perchè non verranno più ripubblicati.

 

giovedì 23 febbraio 2017

Jonathan Stagge : Quelle care figliole (Death, My Darling Daughters , 1945) – trad. Salvatore Beretta – I Classici del Giallo No.662, Mondadori, 1992.



Come abbiamo detto altrove, anche Jonathan Stagge come Patrick Quentin o Quentin Patrick, non fu solo pseudonimo, ma anche ditta, formata di volta in volta dall’unione di 4 coppie di scrittori, che si firmarono diversamente: quella più prolifica fu formata da Richard Wilson Webb (1901 – 1966) e Hugh Callingham Wheeler  (1912 – 1987), che firmarono assieme alcuni romanzi con la sigla Quentin Patrick, quasi tutti con Patrick Quentin, e tutti con Jonathan Stagge: in pratica, l’inizio di questa fortunatissima collaborazione data il 1936, quando Webb, che, firmandosi Quentin Patrick, aveva scritto alcuni romanzi sia  con Martha Mott Kelley (1906–2005) che con  Mary Louise White Aswell (1902 – 1984), ritrovò Wheeler, un suo vecchio amico. Va detto che sia Sia Webb che Wheeler, erano britannici per nascita, ma poi, in seguito, emigrando ambedue negli Stati Uniti, ne erano diventati cittadini.
Delle tre serie, quella firmata Jonathan Stagge non riservò mai sorprese di sorta: infatti a lei fecero capo sempre sia Webb che Wheeler, sin dal loro primo romanzo, Murder Gone to Earth – 1936 , also The Dogs Do Bark (in italiano, E i cani abbaiano), fino all’ultimo  The Three Fears, 1949 (in italiano: Le tre paure). Dei nove romanzi pubblicati con questo pseudonimo, Death, My Darling Daughters  (also Death and the Dear Girls) è il settimo e risale al 1945.
E’ finita la guerra e Kenmore, la cittadina in cui il dottor Westlake è medico condotto, sta ritornando alla vita. Soprattutto è stata riaperta la residenza storica, quella in cui soggiornava d’estate un vice-presidente degli Stati Uniti d’inizio secolo, Benjamin Hilton.
La figlia di Hilton, Emily, e le sue due figlie, Perdita e Rosalind, vi stanno soggiornando e così hanno invitato altri parenti ed amici: lo scopo è che la residenza del defunto Benjamin ritorni ad essere il simbolo di Kenmore. Tra questi, gli altri due figli di Benjamin: la sorella di Emily, Belle, con suo marito, il celebre tossicologo Kenton-Oakes; e soprattutto il fratello George, scienziato, con la moglie Janie e la figlia Melena. Poi vi sono amici, tra cui la dottoressa Stahl, profuga austriaca che sta studiando una serie di veleni a base di cianuro contro i topi, e che lavora nel fienile; l’assistente di George Hilton, Vic Roberts, e il dottor Westlake con sua figlia Dawn.
Tra cene e concerti, sembrerebbe che la vita nella residenza degli Hilton scorresse placida e ridente; e invece nella cenere cova l’odio: il testamento del patriarca ha escluso dai lasciti le due sorelle e favorito solo il figlio maschio che è diventato erede della fortuna degli Hilton. Solo lui è ricco e gli altri dipendono da lui; certo se lui morisse, i soldi verrebbero divisi tra moglie e figlia, sorella e nipoti. Ma senza che morisse, se lui fosse un po’ più generoso, nessuno coverebbe odio nei suoi confronti. Ma il fatto è che George è innamorato solo del suo lavoro, delle sue scoperte: è diventato famoso per un suo studio sulla penicillina e sulle possibilità di sintesi di altri antibiotici. Solo che nessuno sa la verità: non è stato lui a compiere la scoperta, ma il suo assistente Vic Roberts, che però da lui prende solo le briciole.
George ha tante persone che lo odiano e che lo vorrebbero morto.
E bisogna dire che prima che lui arrivi a Kenmore, qualcuno ha già in passato forse tentato di eliminarlo, mischiando vetro triturato alla fecola somministratogli dopo una congestione gastrica: solo la vecchia Nanny, la governante, ha capito chi possa essere stato. E pare che abbia avvisato l’attentatore di non fare altri tentativi: non è un caso quindi che un giorno Nanny muoia bevendo un tè. Corretto con cianuro.
Chi può esser stato? Ma è stato davvero omicidio o incidente? Sì perché era Nanny che lucidava l’argenteria in casa, e per farlo usava prodotti a base di cianuro: è possibile che la teiera, soprattutto sull’orlo non sia stata pulita bene e il residuo abbia ucciso la povera Nanny? Tutti lo pensano e se ne convincono.
Ma la morte di Nanny non è avvenuta per incidente: è stata assassinata. Lo prova il fatto che quando Nanny avrebbe dovuto intossicarsi mortalmente e la teiera essere uno strumento di morte, assieme a lei, a bere il tè era salita Belle: anche lei aveva bevuto il tè, ma non era morta. Quindi l’avvelenamento era stato compiuto dopo, non prima: se fosse stato il prodotto per pulire l’argenteria la causa della morte di Nanny, allora sarebbero dovute morire in due, perché Nanny l’argenteria l’aveva pulita prima e dopo no. Quindi qualcuno,dopo, aveva cosparso volontariamente l’orlo della teiera di prodotto al fine di ucciderla. Nanny sapeva delle intenzioni dell’omicida, sapeva della fecola mischiata a vetro, e quella fecola non l’aveva buttata: la teneva sempre con sé, la prova che l’attentatore già in passato aveva tentato di sopprimere George; ed è chiaro che se Nanny non ne avesse parlato a nessuno dei suoi sospetti è perché il presunto attentatore era uno dei familiari di George, e in quella casa, la casa degli Hilton, la casa aristocratica degli Hilton, gli scandali non erano ammessi.
Morta Nanny, parrebbe che l’assassino potesse riprovare a uccidere George, perché se lui muore, gli altri diventano ricchi. E così…
La tossicologa austriaca guadagna i suoi miseri soldi dando lezioni private di musica alle due figlie di Emily, e alla figlia di Westlake, Dawn, promettente musicista. Un bel giorno, viene organizzato un concerto, una specie di saggio in cui le tre possano dare prova dei miglioramenti musicali: in realtà si sentono solo dissonanze a quel concerto. George, che sa suonare il flauto, cerca di dare il suo personale contributo e quindi ha appena cominciato a emettere suoni, che uno più acuto e distorto si perde nell’aria quando lui barcolla e stramazza sul pavimento. Morto. Avvelenato. Col cianuro. Si scopre poi che il bocchino del flauto era stato impregnato di cianuro. Ma non era stato pulito anche lui col prodotto per l’argenteria? Sfortuna è, per l’assassino, che Westlake si accorga dell’incongruità della storia dell’avvelenamento di Nanny e di come Belle, sarebbe dovuta morire, se davvero l’ipotesi del lucido assassino fosse stata vera. Così messi davanti alla verità, anche gli altri capiscono che un assassino, uno di loro, ha ucciso i due.
Ma il cianuro dove se l’è procurato? Il fatto è che ve n’è una marea, a disposizione nel fienile, per studiare le reazioni sui topi, e quindi se qualcuno ne ha preso un po’ nessuno può dirlo, anche perché precauzioni affinché la sottrazione fosse impedita, non sono state messe in atto.
Toccherà a Westlake incastrare il perfido assassino, non prima che abbia colpito ancora, simulando un omicidio da suicidio e incolpato il suicida dell’omicidio delle sue vittime. Fatto sta che anche lui, l’assassino, morirà suicida, di cianuro, in un finale tragico e memorabile.
Un’ecatombe, questa di Stagge!
L’idea della famiglia in cui covano odi, gelosie e invidie, in cui i fratelli si odiano a vicenda, in cui alla base dell’odio ci siano i soldi, e un testamento bislacco da parte di un altrettanto bislacco patriarca, non sono nuove: S.S. Van Dine più di quindici anni prima aveva seminato bene i semi dell’odio familiare nel suo capolavoro sugli omicidi nella famiglia Greene!
Stagge però prende il canovaccio già messo a punto da Van Dine e lo varia con grande perizia, giocando sulla psicologia dei personaggi, mettendo in luce dei particolari che però verranno scoperti nella loro luce sinistra solo alla fine, celando e mettendo in luce, in una fiera dell’ovvietà e del sotterfugio, più moventi, assieme ad amori perduti e ritrovati, ad amanti farabutti: Vic ha una relazione extramatrimoniale con Janie; è amato da Helen e assieme dalla dottoressa Stahl. George non sapeva nulla finchè Helen rifiutata non gliel’aveva detto: si scopre alla fine che era stata lei la causa della rottura tra George e Vic. Ma l’assassino è uomo o donna? E’ Vic che ha voluto vendicarsi di George che gli aveva sottratto il successo; o Helen, che ambiva ad ereditare  i soldi del padre, odiando la matrigna? O Janie che vorrebbe liberarsi del marito e vivere con Vic? O Stahl che vuole vendicare Vic? O Emily e le sue due figlie?
E’ un romanzo mystery abbastanza classico, scritto con grande maestria: la ragione sta nella trama, che apparentemente si basa su elementi ovvi. Fa di tutto per far convergere i sospetti su determinati soggetti, poi qua e là, ecco che Stagge fa balenare delle altre idee, celando però le vere prove, gli indizi di colpevolezza alla fine.
E’ bene dirlo: sono prove schiaccianti solo se interpretate psicologicamente da Westlake, altrimenti non lo sarebbero. Wetlake si avvale però di due guizzi di genio per ribaltare l’ultimo suicidio colpevole in omicidio di un innocente: gli indizi sono due dischi su cui il falso omicida suicida avrebbe dovuto incidere la propria confessione e un colloquio che non ci sarebbe dovuto essere.
Anche se il colpo di scena finale, sul nome, è un po’ melodrammatico e abbastanza costruito: non si capisce per quale motivo una persona si sarebbe dovuta chiamare in un modo, e i suoi genitori dare quel nome, solo allo scopo di giocare col suo destino.
Misteri di un romanzo in cui, ancora una volta, Dawn dà il suo contributo al successo di suo padre, il dottor Westlake.

Pietro De Palma