Ristampato innumerevoli volte in varie lingue, è considerato
il capolavoro di Christianna Brand: parliamo ovviamente di Green for Danger, tradotto in Italia con un orribile Delitto in bianco.
Romanzo del 1944, non fu il suo esordio. Con l’Ispettore
Cockrill aveva già dato alle stampe Heads You Lose, del 1941, tradotto in italiano con Perderai
la testa, mentre con l’Ispettore Charlesworth, sempre nel 1941, aveva dato
alle stampe Death in High Heels (Morte coi tacchi alti).
Si potrebbe anche
dire che sia il romanzo della Brand con una Sfida al lettore: infatti anche se
non è esplicita, durante il romanzo si rimarca come l’Ispettore prima abbia
capito chi sia l’assassino; e poi che abbia capito chi sia e perché l’abbia
fatto, anche se ancora non si sa come sia riuscito. E’ come se quindi dicesse:
io so chi è l’assassino; prova a tu a individuarlo come ho fatto io! Cosa
assolutamente non facile, anzi direi in questo caso, proibitiva: il romanzo è
uno dei più cervellotici della Brand, se non il più complesso. Degno di stare
alla pari con uno di Queen del primo periodo. E vediamo subito il perché.
Il romanzo si
ambienta durante la guerra, nel 1944, in un ospedale, sotto i continui
bombardamenti delle V2.
Ci sono due
chirurghi ( i maggiori Moon ed Eden), un anestesista (il Dott. Barnes), una
serie di infermiere volontarie( Frederica 'Freddi' Linley, Esther Sanson, Jane Woods) e anche una professionale (Marion Bates)
che operano i casi più disparati. Un bel
giorno, tra i tanti nuovi pazienti, viene portato su una barella, uno
malconcio, coi vestiti strappati e sbrindellati ed una frattura alla gamba, e
parzialmente irriconoscibile perché coperto di polvere e fango: è Higgins, il
postino. Higgins è anche il tizio a cui è affidata una squadra di volontari che si occupano di estrarre i feriti dalle
macerie e di effettuare le ricerche quando vi sono degli scomparsi. La
palazzina dove si trovava Higgins è stata colpita da un V2 e tutto gli è caduto
addosso.
Nessuno sulle prime
lo riconosce.
Nelle ore che
precedono l’intervento operatorio, viene messo in una stanza e assistito anche
dalla moglie.
Poi viene operato
ed una banale operazione si trasforma in un dramma perché Higgins muore. Il
colorito strano del volto della vittima, fa nascere qualche sospetto, e così
viene inviato sul posto l’Ispettore Cockrill di Scotland Yard, che riconosce
anche Esther in quanto conosceva sua madre, dispersa dopo un bombardamento.
Cockrill concentra
le sue energie in sala operatoria, e così viene a capire come sia potuto morire
Higgins anche se non riesce a capire come l’eventualità sia potuta accadere in
maniera fortuita: durante l’intervento, invece di respirare ossigeno e ossido
di diazoto, inala ossido di diazoto e anidride carbonica, e quindi muore
soffocato. Solo che non ci si capacita come sia potuto accadere: le bombole
sono quelle prescritte, e tali sono anche i tubi e le manopole. Cockrill quindi
più passa il tempo più capisce che ci deve essere stato un intervento volto ad
uccidere il malcapitato postino.
Ma perché uno
avrebbe dovuto uccidere Higgins? Scavando nelle vicende personali dei
chirurghi, dell’anestesista e delle infermiere, che poi intrattengono tra loro
flirts vari e storie d’amore, si viene a sapere che più di uno avrebbe potuto
e voluto uccidere Higgins:
innanzitutto Moon:
suo figlio bambino era stato ucciso da un ciclista che lo aveva travolto e non
soccorso. Moon aveva riconosciuto la bicicletta ma non l’uomo che la guidava: e
se fosse stato proprio Higgins?
Poi Barnes: un anno
prima, durante un’operazione, c’era stato un incidente sul tavolo operatorio ed
una ragazza era morta. La successiva inchiesta aveva sancito l’innocenza di
Barnes, ma Higgins lo aveva riconosciuto, e una sua parola maligna avrebbe
potuto distruggere la sua carriera di medico. Quale migliore opportunità per
uccidere se non quella di alterare le sostanze usate in anestesia? E Barnes è
l’anestesista.
Ma Higgins nella
notte prima della sua morte aveva assistito ai battibecchi tra le infermiere, aveva
sentito i loro discorsi: avrebbe anche potuto riconoscere la Woods e associarla
a suo fratello William, simpatizzante per i nazisti tanto che dalla radio
spesso lancia proclami di fine ostilità rivolti agli inglesi, di arrendersi e
collaborare con gli amici tedeschi anziché coi russi comunisti. Così come anche
William il birraio riconoscerà il timbro di voce della donna associandola a
quella del fratello,più tardi, nel suo letto d’ospedale: molte volte lui e
Higgins sentivano la radio e captavano i proclami di Goebbels alla radio
tedesca. Se Higgins avesse parlato, la Woods sarebbe stata distrutta: nessuno
l’avrebbe voluta più come vicina. E del resto anche il maggiore Moon aveva
detto che i traditori sarebbero dovuti essere impiccati e così anche i loro
familiari.
E infine c’è chi,
tra quelle sette persone, l’infermiera volontaria Esther Sanson, avrebbe potuto
dare la colpa a Higgins che ne era il capo, di non aver speso troppe energie
per trovare la madre, sotto le macerie della sua casa sbriciolata da un
bombardamento: il capo dei soccorritori dopo due giorni aveva annunciato che
non avrebbero scavato più perché c’erano rischi di crolli che avrebbero potuto
ferire o uccidere lui e i suoi uomini. In realtà la madre, durante la
demolizione della casa, iniziata il giorno dopo questo proclama, era stata
ritrovata: ma non soccorsa prontamente, era morta di lì a poco. Se fosse stata
trovata prima forse si sarebbe salvata.
Quattro persone
sicure che avrebbero potuto in vario modo uccidere Higgins: ma il bello era che
nessuno dei sette aveva fatto cose strane durante l’operazione, e gli altri sei
lo confermavano. E non si trattava neanche di copertura. No. Nessuno aveva
compiuto nulla di sbagliato. Eppure Higgins era morto. Soffocato.
Trovare l’assassino
è difficilissimo. Tanto più che l’attività frenetica dell’ospedale, non
consente a Cockrill di investigare in maniera tranquilla, perché chi non è
impegnato in camera operatoria, magari sta riposando a casa, in attesa di poter
essere in corsia e in camera operatoria, quando un’altra sarà a riposarsi. Deve
districarsi tra le diverse deposizioni e soprattutto nelle frasi estemporanee
deve trovare una qualche menzogna, in grado di spiegare l’inspiegabile. Tutta
via di una cosa è certo: Higgins è stato ucciso. Lo dimostra anche la
testimonianza del sergente che si occupa di segnalare i nuovi arrivi: ha visto,
la notte precedente all’operazione di Higgins, qualcuno in camice e mascherina
tale da impedire il riconoscimento, prendere la chiave della sala operatoria,
allora deserta. Il bello è che nessuno dei presenti in ospedale dice di esser
andato in camera operatoria e di aver preso le chiavi.
Higgins non era
arrivato da solo, fortuita coincidenza in ospedale: qualche ora prima, anche
uno dei suoi volontari, William Ferguson, il giovane birraio, era stato
ospedalizzato per doppia frattura di perone e tibia di una gamba, rimasto sotto
le macerie durante un bombardamento. Operato, gli era stata messa la gamba in
trazione. E nel letto non aveva perso tempo per amoreggiare proprio con la
Sanson. Il fatto che lui fosse uno dei soccorritori che non avevano soccorso
per tempo la madre, evidentemente non aveva più nessun impatto. E il flirt man
mano che va avanti, si rafforza.
Intanto altre
schermaglie d’amore tra i sospettati, minano le certezze.
Moon, che è stato
lasciato dalla moglie, che lo ha ritenuto responsabile della morte del figlio,
lasciato solo a giocare quando era stato travolto dal ciclista impazzito, a sua
volta morta poco dopo, è solo. Ma pur anziano si è segretamente innamorato di una
delle infermiere. E ora il birraio, arriva a rompergli le uova nel paniere.
L’infermiera
professionale, che fa da nave scuola per le volontarie, Marion Bates che ha
avuto un flirt con il Maggiore Eden, viene liquidata dal suo ex amante che ora
amoreggia con 'Freddi' Linley: tra i due scoppia un autentica lite. La
Bates vuole rendere pan per focaccia a Eden e cerca di mettergli contro Barnes,
non solo perché l’anestesista è il fidanzato di Freddy, ma anche perché pare
che Higgins abbia rivelato al maggiore Eden che il Capitano Barney aveva ucciso
per errore una ragazza durante un’operazione, e che lui avrebbe scritto al Ministero
della Guerra per farlo buttare via dall’esercito. Durante una festa qualche
giorno dopo, la lite si trasforma in ben altro quando a voce alta la Bates
grida di sapere chi possa essere l’assassino, perché ne ha la prova, e che lo
dirà a Cockrill, e si avvia a casa. E mentre si avvia ha la sensazione di
essere seguita.
Il maggiore Eden e il Maggiore Moon confesseranno di averla
seguita per farla arrivare sana e salva a casa.
Fatto sta, che la Bates va invece in sala operatoria, trova
la prova ma non si avvede che alle sue spalle c’è chi in camice e mascherina la
osserva, con un bisturi in mano. Venti
minuti dopo, la trovano morta sul tavolo operatoria, vestita con camice e
mascherina, e con tanto di stivali e un bisturi nel cuore.
Qual era la prova?
Perché gli è stato messo un camice usato? E perché è stata
colpita da due colpi di bisturi, uno di cui dopo che era già morta?
Cockrill a questo punto dice di sapere già chi sia
l’assassino e forse perché ha ucciso Higgins, ma anche se crede di sapere chi possa
essere stato, non ha alcuna prova che sia stato lui. E l’unica prova che pare esistesse,
ora è scomparsa. Mentre il perché la Bates sia stata uccisa è acclarato, anche
se non si capisce perché l’assassino abbia perso tempo nel rivestire il
cadavere con un camice usato in operazione, sporco di sangue, e perché l’abbia
colpita una seconda volta, da morta. A complicare le indagini è il fatto che il
posto della biancheria da lavare non è facile da raggiungere ed è chiuso, e
nessuno è stato visto nelle vicinanze.
Due morti bastano? Certo che no. Esther Sanson salva la vita
a Freddy quando nel loro cottage la trova riversa nel suo letto, con la camera
piena di gas: qualcuno ha svuotato il serbatoio, e poi ha aperto l’ugello del
camino aspettando che qualcuno, per farsi il tè, mettesse uno scellino nel
contatore. Il gas non sarebbe uscito solo dal fornello ma anche dal camino,
uccidendo la ragaqzza. Perché anche Freddy? Qualcuno l’ha tentata di uccidere o lei, che
del resto non è morta, ha inscenato la farsa per essere stornata dai sospetti?
Perché qualcuno sta rubando della morfina?
Cockrill metterà sotto stretta osservanza i sei rimasti, in
modo tale che impossibilitati a muoversi e finendo per relazionare tra di loro,
finiranno, spera lui, per tradirsi. Ma durante un’operazione per drenare il pus
alla gamba di William Ferguson l’innamorato di Esther, qualcuno tenta di
ucciderlo con il medesimo modus operandi usato per uccidere Higgins, come
Esther temeva che accadesse, avendo tentato
di far recedere sia Moon che Eden dall’intenzione di operarlo. Ma sarà
Cockrill a salvarlo, avendo trovato sulla sua mano una piccolissima macchia di
vernice nera. Sarà lui a ordinare di cambiare bombola. E quella che sarebbe
dovuta essere di Ossigeno, quella nera, si rivelerà, grattata della vernice, e
rivelata essere verde, di altro gas. A quel punto capirà quale potesse essere
la prova, e perché la Bates fosse stata rivestita e accoltellata di nuovo.
Uno dei presenti fuggirà nell’altra stanza e Moon pure.
Nell’attimo in cui Moon starà per iniettare qualcosa, irromperà Cockrill che
eviterà che questo accada, non sapendo che la siringa di Moon sul pavimento con
il suo contenuto, conteneva un antidoto e non il veleno. Così davanti a
Cockrill costernato e inferocito e agli astanti, l’assassino morirà. Come si
conviene ad una tragedia, perché questa è una tragedia. Per l’omicida, per
Moon, e per lo stesso Cockrill. Perché se non avesse strappato la siringa a
Moon credendo che fosse piena di veleno, l’omicida sarebbe stato portato via in
vita. E invece è lui che l’ha ucciso.
L’omicida si sentiva investito di una sacra missione: vendicare una
persona, fare giustizia. Ma se per Higgins aveva commesso una vendetta,
premeditata nel momento in cui aveva visto il suo volto, e sicura era stata la
sua mano e ferma la sua volontà, e gli aveva negato persino di addormentare il
dolore, appropriandosi della morfina che avrebbe dovuto dargli, quando sa di Ferguson
da Freddy, la sua personalità si scinde: da un lato vorrebbe che si salvasse,
dall’altra no, perché anche lui deve morire. Quindi
una vena di pazzia.
Romanzo di una
complessità veramente stratosferica, si ciba delle storie dei sette personaggi
del dramma, delle loro paure, gelosie, storie, amori, odii, vendette. In un
marasma di notizie più o meno vaghe, diremmo noi oggi, Christianna Brand
nasconde l’unica verità che permette a Cockrill di immaginare chi possa essere
stato ad uccidere Higgins, ben prima che la Bates fosse uccisa. Una verità che
altri, anche noi, avremmo tralasciato di analizzare, ma Cockrill no: la mette
in relazione con il tempo che ci sarebbe voluto per verniciare una bombola di
gas perché sembrasse piena di ossigeno anziché di altro. E per non sporcarsi,
l’assassino aveva dovuto usare un suo camice già usato in sala operatoria, che
a sua volta si era sporcato di vernice: è quella la prova trovata dalla Bates.
E lo strappo in cui era stato infilzato il bisturi la seconda volta, aveva
nascosto la vernice e lo scopo per cui quel camice che sarebbe dovuto stare
laddove stavano i camici sporchi in attesa di essere lavati, stava lì anziché
altrove.
Ma come non
bastasse, la storia, una storia di vendetta, si incatena ad altre storie
parallele, che chiameremo subplots: l’assassinio del figlio di Moon, la
sparizione della morfina, collegata ad un altro subplot che agisce da sballo:
il tentato avvelenamento di Freddy; il tentato omicidio di Ferguson. Freddy
viene avvelenata, per toglierla di mezzo per una due notti in modo da
appropriarsi di altre dosi di morfina. Ma questa morfina a cosa serviva?
L’omicida voleva utilizzarla come extrema ratio, per non cadere vivo nelle mani
della giustizia, come la pillola di cianuro delle spie. Ma se il tentato
omicidio di Freddy genera confusione perché non si capisce per quale motivo
inizialmente possa essere stata avvelenata, figurarsi come il lettore rimanga
estraniato quando avviene quello che qualcuno temeva e Cockrill invece
rifiutava: cioè il tentato omicidio di William Ferguson. Lì per lì non si
capisce nulla, ma poi dopo aver inquadrato il primo, ecco che si capisce anche
quest’ultimo atto.
Al di là della
vicenda estremamente complessa e della molteplicità di soluzioni, in cui ricade
anche il mancato salvataggio da parte di Moon, c’è da dire che anche la
traduzione fa la sua parte: è un certo William a frastornare. Perché laddove
sentiamo parlare di William Ferguson, ecco che poco dopo si parla di un altro
William che avrebbe tradito la patria. Ma è questo o un altro William? Dalla
traduzione non vengono soluzioni, quasi a testimoniare che forse la traduttrice
non aveva capito il passo: William è anche il fratello adorato di Jean Woods,
quello che parlava a Radio Berlino. La voce di cui si ricorda ad un certo punto
Higgins, associandola per timbro ed altre caratteristiche a quelle della Woods.
Una delle
caratteristiche migliori del romanzo è quel senso di oppressione che si avverte.
Il romanzo è ambientato nella campagna inglese sotto i bombardamenti dei tedeschi: e già questo è un indice di tensione. Per di più queste sette persone, chiamate alcune per dovere, altre per sentimento patriottico, altre ancora per umana pietà e fraternità cristiana a dare il proprio contributo affinchè altri vengano salvati, devono convivere ogni giorno sotto i bombardamenti e nel tempo stesso in un ospedale, che potrebbe essere centrato inaspettatamente da una V2. E dopo il primo omicidio devono anche convivere prima con le dicerie, poi col sospetto ed infine con la sicurezza che uno di loro sia un assassino, anche se non vorrebbero crederlo, perché sono amici e le donne vivono anche alcune insieme sotto lo stesso tetto. Questa tensione crescente raggiunge l’apice quando dopo il tentato omicidio di William Ferguson, Cockrill da ordine che i sei vengano tenuti sempre sotto controllo, venga impedito loro di andare via, siano quasi accompagnati persino al bagno, quasi fossero reclusi, così da accrescere sino al parossismo la voglia che tutto finisca e l’assassino si riveli e confessi, perché senza la sua confessione il castello di indizi è destinato a non portare a nulla di buono: non c’è nessuna prova infatti che attribuisca senza dubbi la colpa ad una persona. L’ispettore ha capito chi sia da una cosa che l’omicida ha detto a Freddy circa Ferguson, che l’ha visto in corsia, quando per una serie di cose non avrebbe potuto vederlo, se non fosse stata da qualche parte nascosta, magari a verniciare la bombola. Ma è un indizio troppo flebile, di cui Cockrill parla solo dopo, su cui non può fondarsi tutto un castello accusatorio. Questa tensione continua fino al climax, fino al momento in cui l’ispettore parla della bicicletta rossa, che con l’assassino non ha alcun legame. Sembrerebbe quasi che Cockrill abbia sbagliato ad individuare il colpevole, che per lui è il Maggiore Moon.
Il romanzo è ambientato nella campagna inglese sotto i bombardamenti dei tedeschi: e già questo è un indice di tensione. Per di più queste sette persone, chiamate alcune per dovere, altre per sentimento patriottico, altre ancora per umana pietà e fraternità cristiana a dare il proprio contributo affinchè altri vengano salvati, devono convivere ogni giorno sotto i bombardamenti e nel tempo stesso in un ospedale, che potrebbe essere centrato inaspettatamente da una V2. E dopo il primo omicidio devono anche convivere prima con le dicerie, poi col sospetto ed infine con la sicurezza che uno di loro sia un assassino, anche se non vorrebbero crederlo, perché sono amici e le donne vivono anche alcune insieme sotto lo stesso tetto. Questa tensione crescente raggiunge l’apice quando dopo il tentato omicidio di William Ferguson, Cockrill da ordine che i sei vengano tenuti sempre sotto controllo, venga impedito loro di andare via, siano quasi accompagnati persino al bagno, quasi fossero reclusi, così da accrescere sino al parossismo la voglia che tutto finisca e l’assassino si riveli e confessi, perché senza la sua confessione il castello di indizi è destinato a non portare a nulla di buono: non c’è nessuna prova infatti che attribuisca senza dubbi la colpa ad una persona. L’ispettore ha capito chi sia da una cosa che l’omicida ha detto a Freddy circa Ferguson, che l’ha visto in corsia, quando per una serie di cose non avrebbe potuto vederlo, se non fosse stata da qualche parte nascosta, magari a verniciare la bombola. Ma è un indizio troppo flebile, di cui Cockrill parla solo dopo, su cui non può fondarsi tutto un castello accusatorio. Questa tensione continua fino al climax, fino al momento in cui l’ispettore parla della bicicletta rossa, che con l’assassino non ha alcun legame. Sembrerebbe quasi che Cockrill abbia sbagliato ad individuare il colpevole, che per lui è il Maggiore Moon.
In realtà è la
mossa del gatto col topo. Accusando Moon costringe il vero assassino a
rivelarsi per salvarlo. Del resto Moon lo prega di non dire nulla – e quindi
Moon sa, ha compreso che lui potrebbe essere l’omicida – a costo di essere
accusato lui di una cosa che non ha fatto, del tentato omicidio di Freddy (nel
cappotto militare del maggiore si trovano anche delle monete, che potrebbero
essere state messe anche nel contatore del gas nel cottage della ragazza, per impedirle
di parlare del colore della bicicletta) e dell’omicidio di Higgins. In realtà
non era una bicicletta rossa che aveva investito il bambino tanti anni prima ma
una grigia.
Ecco perché a
giochi fatti, si prova solo pietà per Marion Bates, la seconda vittima, ma non
per Higgins, perché lui ,Ferguson, e qualche altro avevano lasciato morire
sotto le macerie la madre di Esther Sanson, e neanche per Ferguson, che si vede
essere attratto dal flirt, non dal serio amore.
La grande vittima è
solo Moon. Distrutto negli affetti, cerca la morte sotto un bombardamento per
salvare una donna intrappolata.
Grandissima Brand.
Pietro De Palma
P.S.
Ai lettori più attenti non sarà sfuggita una somiglianza tra questo e un romanzo di Carr: il contatore del gas a scellini, di cui se non ricordo male si legge in Un Colpo di fucile.
P.S.
Ai lettori più attenti non sarà sfuggita una somiglianza tra questo e un romanzo di Carr: il contatore del gas a scellini, di cui se non ricordo male si legge in Un Colpo di fucile.
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