Willoughby Sharp..chi sarà mai costui ? si potrebbe dire parafrasando e copiando Manzoni.
I grandi tomi di letteratura poliziesca, i dizionari come il Maspléde non lo riportano, in GAD non c'è una pagina che lo riguardi, nell'opera analitica in rete di Mike Grost, idem. Eppure è un autore dell'età dell'oro della Golden Age of Detection, dei pieni anni Trenta.
Quello che sappiamo dell'autore lo apprendiamo dalle note in risvolto di copertina: William Willoughby Sharp nato nel 1900 e morto nel 1956, era newyorkese. Figlio della buona società, trovò lavoro alla Borsa di Wall Street. Dopo la crisi del 1929, ed un matrimonio molto chiacchierato, lasciò W all Street e, assieme alla moglie, si trasferì alle Bermuda, dove scrisse nel 1933 il suo primo romanzo, Murder in Bermuda, seguito dal secondo un anno dopo, Murder of the Honest Broker. Sarebbe dovuto seguire un terzo, The Mystery of the Multiplaying, 1935, dopo la fondazione della società tra Sharp e l'editore Kendall di New York, ma il progetto non si realizzò, e ben presto la società di sciolse. Non si sa cosa lo scrittore fece dal 1935 alla sua morte.
Il romanzo edito da Polillo, presenta un doppio delitto, maturato nel Palazzo della Borsa di Wall Street. In sostanza, due brokers, Philip Torrent e Sandy Harrison, vengono uccisi mediante il curaro, assorbito nel caso del primo tramite un taglietto all'orecchio destro, mentre nel caso del secondo dai graffi procuratigli sulla guancia sinistra da una donna, ex amante di Torrent. I due non si capisce come possano essere stati uccisi, e soprattutto quale movente li accomuni, perchè pare non abbiano alcun legame. Sembrerebbe peraltro che Philip Torrent fosse amato da tutti. Certo qualcuno non lo amava se lo ha ucciso, ma poi, sotto il rispettabile velo ipocrita, si viene a sapere che Torrent di gente che volesse una sua dipartita, ne aveva eccome! Non solo Jack McDonald, broker anche lui, amante della moglie di Torrent, Mary; ma anche ovviamente la moglie, Mary; l'amamte abbandonata da Torrent, Lucy Laverne; Chipo Martinelli e moglie, proprietari di un bar clandestino messo su con 70.000 dollari di Torrent, non intenzionati a restituirglieli; il socio broker Temple Hastings, che lo ha derubato di circa 300.000 dollari: il nipote Howard Torrent, debosciato e senza mai un dollaro che conduce una vita dispendiosa.
Con una indagine meticolosa, e con alcuni spunti di genio, Bullock riuscirà a capire come siano stati uccisi e perchè le due vittime, e da chi, tenendo conto che almeno Torrent è stato ferito da qualcuno mediante un'arma improvvista, costituita da un lapis in cui non è stata inserita una mina di grafite, ma una punta di un fonografo annerita mediante il fuoco di un accendino, vicino alla sua postazione alla Borsa di New York, e poi ucciso in modo ingegnoso tramite il curaro.
Il romanzo stilisticamente è un procedural, un procedural antesignano se vogliamo, visto sotto le mentite spoglie dell'attività di un ispettore che è in sostanza un detective dilettante: non c'è la consueta attività poliziesca di base, come per es. nei procedurals di Hillary Waugh, che sono dei veri procedurals, ma l’attivita’ investigativa solo dell'ispettore Bullock che si contraffaccia semmai al suo capo. Nel romanzo, l'Ispettore Bullock, che si muove nella stessa New York in cui si muovono Philo Vance, Drury Lane, e Thatcher Colt, profondamente da lui detestati, se a prima vista se ne differenzia, in realtà gli si accomuna. E' semmai un tentativo per aumentare la visibilità e la curiosità generale sul proprio eroe.
Sembrerebbe quindi che Bullock non sia un eroe vandiniano, ma altre cose ci fanno riflettere: innanzitutto il rapporto Ispettore Bullock (detective) / Mackay (Capo della Polizia) sembra reiterare quello Philo Vance (detective) / Markham (Procuratore Distrettuale); e poi, quando Bullock si reca a trovare la moglie di Torrent, apprezza due piccoli Corot appesi vicino al camino, così come destano in lui ammirazione i ricami delle sedie in stile Queen Anne (tardo barocco: 1702-1714): quindi certamente si tratta di un ispettore con tasso culturale medio-alto, diverso dalla massa. Inoltre l'arma improvvisata con cui l'assassino ferisce all'orecchio Philip Torrent, ci richiama alla memoria, altre del periodo vandiniano: il bocchino di De Puyster - il primo detective di Rufus King, che pare possa aver influito persino sul Philo Vance di Van Dine - che in The Weapon That Didn't Exist usa un dardo al curaro. A sua volta il lapis su cui al posto di una mina, è stata inserita la puntina di un fonografo - di metallo - annerita col nerofumo, a me fa ricordare il turacciolo su cui sono inseriti gli spilli intinti nella nicotina, de The Tragedy of X di Ellery Queen, tutte quelle armi fantasiose, che sono tipiche del periodo. Bisognerebbe leggere il primo di Sharp per farsi un'idea precisa della derivazione stilistica, se cioè sia uno scrittore a sè oppure che sia ascrivibile ad una corrente stilistica di narrativa del periodo. Mike non ne parla proprio nella sua enciclopedica storia della detection in rete, e del resto i due romanzi sono usciti nel 2013, ignorati o quasi.
Noto in più nel romanzo la tendenza, già notata in Boucher (dove assegnava al personaggio Gideon Fell una propria vita, raccontata da Carr e non inventata), a umanizzare i personaggi di Abbot, Ellery Queen e Van Dine, cioè a decontestualizzarli e invece parlarne come se siano stati veramente dei personaggi storici, non inventati nelle pagine di un libro. In questo modo l'autore, decontestualizza a sua volta il proprio personaggio, e gli da una sua propria caratterizzazione.
Infine il titolo: quasi una traduzione fedele del titolo in inglese. Ma perchè in italiano l'articolo determinativo diventa indeterminativo ? e il sinonimo "Assassinio" viene sostituito con "Morte"? Sembra quasi che passando dal determinativo all'indeterminativo, si voglia sottolineare che se è stato ucciso un broker onesto, ce ne siano altri disonesti. Qui c'è Temple Hastings che sembra essere tale, e quindi si potrebbe pensare che sia lui, ma invece...
Pietro De Palma
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