giovedì 3 aprile 2025

Philip MacDonald : I nove volti dell'assassino (The List of Adrian Messenger, 1959) - trad. Lidia Ballanti. I Classici del Giallo Mondadori, seconda edizione, 2025

 


Philip MacDonald è in edicola per qualche altro giorno, con I nove volti dell'assassino (The List of Adrian Messenger, 1959). L'edizione originale italiana risale al 1964, poi ripubblicata una prima volta del 1983 e una seconda ora. Probabilmente seguì il film di John Huston, tratto da esso, I cinque volti dell'assassino, del 1963, gran bel film e con un cast stellare per l'epoca: Kirk Douglas, Tony Curtis, Dana Wynter, Burt Lancaster, Frank Sinatra, Robert Mitchum, George G. Scott (che impersona Anthony Gethryn).

 

 


 

Il Generale Firth, vicecapo del CID di Scotland Yard, raccoglie una richiesta piuttosto insolita dell'amico Adrian Messenger, scrittore inglese, con un passato da militare, e imparentato con i Marchesi De Gleneyre: investigare con discrezione, su una lista di dieci nomi, raccogliendo materiale su di essi. La ragione dietro sarebbe una presunta colpa "ben più vecchia di qualsiasi macchinazione politica". Adrian parte per l'America (la California) e il Canada, dove dovrebbe trovare risposte ai suoi sospetti, ma proprio lui al ritorno, rimane vittima di un attentato sull'aereo su cui viaggia: l'aereo si schianta in mare, ma si salva lui, una donna, e un giornalista, Raoul St. Denis. Tuttavia , dopo che Messenger come in trance, ha ripetuto molte volte delle parole senza senso,  muore in mare, mentre Raoul si salva e con lui la donna.

Il Generale Firth si rivolge quindi al suo diretto superiore del CID, il comandante del CID, Sir Egbert Lucas, sottoponendogli quanto gli aveva chiesto Messenger, tanto più che più di una fonte sostiene che proprio Messenger fosse l'oggetto dell'attentato (che però ha ucciso altre 43 persone). A sua volta Lucas si rivolge ad Anthony Gethryn, che più volte ha lavorato con successo presso il CID, sbrogliano più di una matassa. Con i risultati già raccolti da Firth, e tramite l'aiuto di più subordinati (il giornalista Flood, il Soprintendente del CID Pyke e il Sergente Seymour) riesce a dare una spiegazione della lista: quasi tutti, 9 della lista, sono morti tutti in circostanze accidentali (ascensore, auto, deragliamento di treno, naufragio, etc..) tranne uno, Slattery, che pur mutilato di guerra, è vivo. Slattery è l'unico che ha combattutto in Francia, mentre tutti gli altri 9 hanno combattutto in India e Birmania. Quando stanno cercando di proteggere Slattery pensando che potrebbe essere l'ultima vittima, accade che si accorgano che questo tale Slattery non è quello che Messenger aveva indicato, ma il cugino: il vero Slattery era anche lui morto in circostanze accidentali, e anche lui aveva combattutto in Birmania, contro i Giapponesi. Stabilita una connessione tra i 10, si viene a sapere che anche Messenger aveva combattuto con loro in Birmania. Chi mai aveva interesse ad uccidere 11 persone, e per ucciderle non ha badato a sopprimere altre 60 persone circa innocenti?

Gethryn comincerà una indagine poliziesca a 360°, che decifrando le ultime parole dette in mare da Messenger, lo porterà sulle tracce di un romanzo di vita militare che Messenger stava completando per pubblicarlo, e su foto compromettenti, che avranno come conseguenze, un'altra vittima (la dattilografa- segretaria di Messenger). Si scoprirà che un appartenente al reggimento in cui  avevano prestato servizio gli 11 uccisi, li aveva traditi vendendoli ai giapponesi. poi a distanza di anni li aveva uccisi: perchè? Ci si sarebbe aspettato il contrario, come rinfaccia a Gethryn, Sir Lucas: che i traditi avessero deciso di vendicarsi del traditore, ed invece.. Ma perchè avviene questo? Gethryn scoprirà il vero motivo. una successione ereditaria che avrebbe portato il criminale a diventare Marchese, dopo aver eliminato anche il vecchio marchese e cercato di eliminare il visconte quindicenne, erede al marchesato, se Gethryn non lo avesse scoperto ed in un convulso finale, costretto ad una fuga senza ritorno.  

Si tratta di una specie di summa di MacDonald: lui che si può dire abbia inventato il serial killer, in Murder Gone Mad, e in X v. Rex, crea in questo romanzo, l'omicidio e l'assassino perfetti, quando lo si era solo ipotizzato tante volte ma mai realizzato: risultato di un piano perfetto costruito a tavolino, svoltosi in più anni, con il solo scopo di ritornare a detenere quel potere che suo padre aveva perso. Sì perchè, in questo romanzo, oltre ad esserci quello che sembra un serial killer ma non  lo è, ed invece è un supercriminale, per il quale cinque,dieci, venti cinquanta, sessanta vittime non sono nulla, forse solo un numero - parafrasando una vecchia frase celebre: una morte è una tragedia, un milione di morti una statistica - se si vuole conseguire il premio tanto agognato, c'è anche il ritorno dell'erede, uno dei motivi più ricorrenti del mystery britannico più classico. Ma c'è anche la storia d'amore tra Raoul St Denis, giornalista francese, e Jocelyn Messenger, cognata di Adrian e vedovo di suo fratello. E anche una serrata indagine poliziesca (vorremmo dire un classicissimo precedural ?), che si avvale dell'acume di Gethryn, ma anche della collaborazione dei suoi più stretti aiutanti, che si recano in vari posti della Gran Bretagna, per raccogliere informazioni. Sarà Gethryn, che nelle ipotesi di risoluzione delle frasi dette da Messenger e capite male da Raoul che è francese, che ne ha dimenticate alche altre vitali per la risoluzione del significato, a decrittare poco alla volta il vero significato, fino a scoprire un piano diabolico. In cui tutta la carneficina non aveva avuto altro scopo che eliminare dei possibili testimoni di un fattaccio avvenuto una quindicina di anni prima, che magari non avrebbero mai saputo dell'esistenza del loro delatore, ma che se l' avessero saputo, sarebbero potuti diventare dei pericolossimi testimoni e far fallire l' ascesa al marchesato del loro ex commilitone.

E quello che sarebbe potuto diventare, secondo i piani dell'assassino, l'ultimo atto, cioà la morte del giovanissimo erede, per un incidente matittimo, si trasforma  in una clamorosa vittoria di Gethryn, con la disordinata fuga dell'assassino che poi muore in un incidente di macchina. Che però, non sembrerebbe essere un incidente casuale: Gethryn con l'aiuto di suoi amici partigiani francesi, fa in modo che uno che non sarebbe potuto essere mai condannato per i suoi numerosi crimini, perchè aveva badato a non lasciare tracce del suo passaggio, si tolga dalle scatole? Philip MacDonald non lo dice chiaramente. A me sembra però che lui, a conclusione della sua esperienza letteraria, imitando la Christie che aveva fatto uccidere l'assassino perfetto, da un Poirot molto avanti negli anni, in Curtain, arrivi alle stesse conclusioni, o meglio sembrerebbe arrivarvi. Lo ripeto. L'interpretazione della morte del kiler è affidata alla sensibilità del lettore . 

In altre parole, per sconfiggere l'assassino perfetto, e fermarlo e fargli pagare quello che nessun giudice terreno potrà mai fare, MacDonald a differenza di Agatha che dice chiaramente che Poirot uccide l'assassino perfetto, è più diplomatico, vorremmo dire più sornione, e non dice che è Gethryn a provocarne la morte, ma lo fa intendere. Non dice neanche come sia avvenuta. 

Però la frase finale è sibillina: in italiano, la traduttrice scrive: "Ha avuto per così dire pan per focaccia", ma in inglese  chi ha orecchie per intendere, intenda. E del resto. Gethryn e i suoi vecchi alleati Maquis, attendono di poter sentire il rombo dell'auto che si allontana, e poi di non sentirlo più:  "It was Raoul who broke the silence which followed. He said, “So
his death is through explosive accident——” He was philosophic.
“What you would call, I think, a justice poetic. . .”
Così la sua morte è avvenuta con un incidente esplosivo, dice Raoul. Ma la jeep prima di cadere nel burrone, è esplosa come ha testimoniato un ragazzo, oppure è esplosa dopo essere caduta?

Il romanzo è l'ultimo capolavoro di MacDonald, direi quasi il suo vero capolavoro: un libro che dopo quasi settant'anni si legge ancora benissimo, e possiede una sua energia catalizzante. Un mystery che diviene poco a poco un thriller. E che ha un finale da thriller.

La traduzione italiana è quasi integrale, in un tempo in cui nessuna o quasi lo era, e fatta molto bene. L'unico appunto che fa storcere il naso, è l'utilizzo, nella traduzione del testo, e non in note a piè pagina, di riferimenti fonetici e di traduzione di parole dall' inglese in italiano, come se nel testo inglese, qualcuno si fosse preoccupato di far capire, che una cosa intraducibile in un'altra lingua straniera, potesse avere invece un proprio significato in inglese.

 

Pietro De Palma


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