Molti anni fa Igor Longo mi citò un giovane che aveva
scritto due fenomenali camere chiuse e poi era sparito dalla circolazione, senza
dirmi chi fosse.
In tempi più recenti ho pensato si trattasse di James Jaffe, l’autore dei romanzi con Mammina, ma se è vero che da giovane aveva scritto storie impossibili per l’E.Q.M.M., non ne aveva scritto solo due, ma parecchie. Chi era allora il misterioso ragazzo?
In tempi più recenti ho pensato si trattasse di James Jaffe, l’autore dei romanzi con Mammina, ma se è vero che da giovane aveva scritto storie impossibili per l’E.Q.M.M., non ne aveva scritto solo due, ma parecchie. Chi era allora il misterioso ragazzo?
Poco tempo fa è stato Alberto Cottini, un amico
collezionista piemontese, a consentirmi di indovinare il
quesito, parlandomi di un racconto in lingua inglese,
che in Italia non credo sia mai stato tradotto, e che lui voleva farmi leggere perché
l’aveva trovato irresistibile: The Impossible Murder of Dr Satanus, di
William Krohn.
Krohn non è morto, anzi è vivissimo. Nato nel 1945, ora è
conosciuto come Bill Krohn. E’ uno dei massimi critici al mondo di
cinematografia d’autore. Ha scritto testi su Kubrick, Hitchcock, Bunuel. All’età di 18 anni propose un suo racconto, quello di cui
parliamo oggi, pubblicato poi su EQMM dell’aprile 1965. Più tardi ne propose un
secondo, che Dannay giudicò estremamente complesso, e che fu rifiutato. Da allora
William Krohn sparì come scrittore per ricomparire come Bill Krohn, critico
cinematografico.
L’unico racconto pubblicato di Bill Krohn, è stato inserito
in una raccolta di racconti da Mike Ashley: The Mammoth Book of Perfect
Crimes and Impossible Mysteries, nel 2006.
Charles Kimball, un illusionista noto sotto lo pseudonimo di
Dr. Satanus è trovato ucciso nell’ascensore
dell’Hotel Bowman, dove vive. La moglie racconta che da qualche tempo era insolitamente
preoccupato. La sera prima, dopo lo spettacolo, era un attimo andato a trovarlo
il suo manager David Hooker, e allora Kinball aveva stretto in pugno la sua corta
pistola cal. 32. Il giorno dopo, la giovane moglie Margaret ha raccontato che
era uscito qualche minuto dopo le 7 di mattina, perché aveva un appuntamento importante:
era atteso al pianterreno dell’albergo da un individuo grosso, un certo Bailey,
un noto detective privato, che gli avrebbe dovuto consegnare le foto
compromettenti della moglie, giacchè avrebbe voluto servirsene per divorziare.
Ma quando la cabina arriva a destinazione, Kinball è riverso per terra, ucciso
da coltellate. Per terra inspiegabilmente viene trovata una pistola cal.32 e poco
distante un tubo metallico, un silenziatore Maxim. Ma nessuna ferita da colpo
di arma da fuoco gli viene trovata.
Le testimonianze della moglie e di Bailey coincidono: ella dice
che il marito era andato via qualche minuto dopo le 7. La cabina impiega circa
45 secondi a scendere dall’undicesimo piano dove Kinball abitava, alla hall del
piano terra dove lo stava attendendo Bailey, uno stimatissimo detective privato,
il quale ha fatto chiamare la Squadra Omicidi dopo aver trovato il corpo nell’ascensore
, e che attesta che durante la sua discesa l’elevatore non si era mai fermato.
Incaricato delle indagini è il Tenente Doran , al quale ben
presto viene un dolore di testa formidabile, giacchè non sa come uscire da quel
ginepraio che gli è capitato: un uomo esce dal suo appartamento all’undicesimo
piano di un Hotel, prende l’ascensore e quarantacinque secondi dopo viene trovato
ucciso da tre coltellate, senza che il coltello sia trovato nella cabina, senza
che nessuno abbia aperto dall’esterno le porte in acciaio del piano, e senza
che nessuno sia potuto penetrare dalla botola della cabina, visto che lo
sportello è chiuso dall’interno da un lucchetto.
Pertanto Doran si affida all’acume del suo amico Richard
Sheilan, un tale magro e alto, con delle gambe sproporzionatamente lunghe, e peli
rossastri, che lo ha già tratto di impaccio altre volte.
Sheilan dopo essersi fatta raccontare la dinamica dei fatti,
e aver preso atto che nell’hotel vivevano a vari piani Kinball e i suoi due
maggiori collaboratori (al secondo il bello e affascinante Hooker, al nono
Gurney, il braccio destro di Kinball, suo responsabile dei trucchi, e all’undicesimo
lui e la moglie Margareth); che nell’hotel non esisteva nessuno scivolo per la
biancheria; che non c’era stato nessun tentativo di aprire le porte dei vari
piani; che due testimoni attestavano la stessa cosa, cioè che Kinball aveva
preso l’ascensore a circa le 7, 03 del
mattino a che alle 7,03-7,04 era arrivato a destinazione con Kinball morto; che
nella cabina era stata trovata una corta pistola cal 32 e un silenziatore, ma
nessun coltello, arma dell’omicidio, elabora la sua teoria, che poi comprova
con dei sopralluoghi sui luoghi, inchiodando l’omicida, che, non potendo
trattarsi di suicidio, deve essere o la moglie, o Gurney, già noto come
rapinatore, oppure Hooker, indicato dalle foto di Bailey, come l’amante della
moglie Margareth.
Si tratta in questo caso di un raro esempio di camera chiusa
spettacolare in ascensore: precedentemente a questo, noto il meraviglioso
romanzo di Alan Thomas: The Death of Lawrence Vining, e una storia di James Yaffe, che ha una soluzione
molto vicina a quella di una nota scrittrice, pure pubblicata su EQMM, e di cui
parleremo; e ovviamente il romanzo scritto a quattro mani da Carr e da Rhode: Fatal Descent. A differenza del romanzo di Carr, la camera chiusa non è imperniata sul trucco della camera che uccide (probabilmente una trovata di Rhode), ma su un gioco puramente illusionistico. Perché la seconda storia di Krohn non si giudicò degna di essere pubblicata
e lo furono altre di altri scrittori, si può solo ipotizzare: Krohn era un
ventenne, e non era amico di Dannay; mentre James Yaffe sì, anche se autore di
parecchie ma più semplici storie. Se la ragione della mancata pubblicazione
fosse stata l’elevato grado di complessità, allora mi si venga adire perché fu
pubblicata una edizione più corta di The Third Bullet di Carr, che in quanto a
complessità, lo è parecchio.
La genialità del racconto sta nella prospettiva: se il
racconto non viene visto nel suo plot attraverso quello che vuole farci
credere, allora potremo essere anche noi capaci di cercare di arrivare alla soluzione
prospettata da Richard Sheilan. Perché in sostanza, come tutti i giochi di
prestigio, anche questo lo è: l’illusionismo è nella storia, no in un particolare.
La cosa curiosa è che nel nostro caso la vittima è un illusionista. Significa
qualcosa? Illusionista è anche il Mago Merlini, illusionista è anche Ernest H.
Fitkin, detto “Il Gran Galeoto”, prestidigiatore, mago e illusionista;
illusionista è anche Eugene Tarot. Tutti illusionisti, e anche i romanzi in cui
essi appaiono sono dei giochi di prestigio, come lo è questo. Sappiamo che per sua ammissione William Krohn
aveva letto precedentemente a questo suo racconto, The Three Coffins di
Carr, che è un altro romanzo giocato sulla illusione. Non è che il giovane Krohn
avesse anche letto Death from a Top Hat, di Rawson?
Il solo indizio su cui Sheilan smaschera l’illusione è la
pistola. E l'orario. Perché?
Se si spiegano quesati indizi, allora si può spiegare tutto. In
sostanza l’illusione nell’illusione: perché qui, di illusioni ve ne sono due:
una che si sarebbe dovuta creare ma non lo viene, ed un’altra che non si voleva
fosse creata, ma che si sviluppa perché ci sono i presupposti su cui si basa
quella che non avviene.
Vi fa male la testa. Lo so. Ma a ben vedere la spiegazione è
estremamente semplice.
Solo però se le tessere vengono ricomposte nell’ordine
giusto.
Pietro De Palma
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