Alla fine del mese di giugno 2019, è uscito nelle librerie in Italia, ne I Bassotti della Polillo, il sequel della fortunata prima edizione del 2010 di Delitti in treno, dal titolo Nuovi delitti in treno.
Non molti i racconti contenutivi :
“Come ha tagliato la corda” di McDonnell Bodkin, “Il semaforo di
Knight’s Cross” di Ernest Bramah, “Il treno scomparso” di Conan Doyle, “Attenti ai
treni” di Edmund Crispin, “Morte sul treno a vapore” di Freeman W. Crofts, “Il caso Oscar
Brodski” di Richard Austin Freeman, “C’era una volta un treno” di C.Rice / S.Palmer, “La
tragedia sul treno da Londra” di Victor Whitechurch.
L'ho spiluccato in una nota libreria del Centro a Bari. Premetto che mi soffermerò sul racconto, che forse legittima l'acquisto dell'intera raccolta. Forse, sottolineo, perchè di racconti di Edmund Crispin, tanto meritevoli da favorire l'acquisto di tutta una antologia, ce ne sono pochi, direi due; e tra questi, quello in oggetto, tratto dalla raccolta Beware the Trains.
Titolo del racconto rispecchiato in pieno (una volta tanto), il racconto meritava di essere proposto in Italia: non so se più opportuna sarebbe stata una collocazione in una antologia dedicata a casi impossibili, certo è che in una antologia che presenti casi su treni, è quantomeno dovuta una sua presenza.
Beware
of the Trains, "Attenti ai treni" è il
titolo ironico del racconto che da il titolo all’intera antologia, ed è il
primo della serie. Noto, che traducendo il titolo in italiano, si è voluto tradurre in maniera libera, perchè traducendo letteralmente, avremmo dovuto dire "Diffidate dei treni" (e quindi in sostanza..Attenti ai treni).
E’ un racconto impossibile, di una sparizione dalla cabina
di un treno, ed è uno di quei casi di cui Carr diceva..”Vanished into thin
air”, “Svanito nel nulla”. Una sorta di variazione di Camera Chiusa, la
sparizione di qualcosa o qualcuno che sarebbe impossibile che fosse avvenuto,
in condizioni normali, ma indubbiamente è avvenuto.
Per
la sua spettacolarità, il racconto è ricordato nella famosa Bibbia dei delitti
impossibili e delle Camere Chiuse, “Locked Rooms and
Other Impossible Crimes” di Robert Adey, da qualche tempo di nuovo presente nelle
librerie, per opera di John Pugmire & Brian Skupin e della loro L.R.I.
Gervase
Fen è a bordo di un treno elettrico. Il treno lascia la stazione di Borleston e
viaggia sino a quella di Clough. Durante il tragitto, i viaggiatori si
stiracchiano, parlano tra loro, cercando dormicchiare, insomma fanno tutte le
cose che si fanno in treno. La stazione di Clough, è una delle tante in cui il
treno dovrebbe fermarsi e ripartire, solo che l’attesa ad un certo punto
diventa rilevante e persino Fen abbassa la finestra del suo scompartimento e si
affaccia per vedere di capire cosa sia successo. Dopo un dialogo con il
personale di stazione, si capisce che il macchinista del treno è scomparso.
“‘ ‘E’s not in ‘is cabin, nor we can’t find ‘im
anywhere on the station, neither.”
“Non è nella cabina,
nè possiamo trovarlo altrove nella stazione”.
La
frase da la misura del problema: colui che aveva preso il posto di Inkson nella
corsa del treno, cioè Phil Bailey, è scomparso.
Il
bello è che non può esser semplicemente sceso e andato non si sa dove, perché
come il capo stazione Maycock non sa, perché quando la cosa si è verificata,
l’altro personale non lo trovava, perché lui era in un ufficio e lì non hanno
pensato di andare a guardare, un ladro si sospetta che sia salito a bordo del
treno alla stazione precedente, e la stazione è stata accerchiata da una
squadra di poliziotti comandati dall’Ispettore del C.I.D. Humbley. Accerchiata,
significa che la squadra è stata disposta in maniera tale che neanche un topo
sarebbe potuto fuggire ed eludere la sua sorveglianza. Quindi..Bailey non ha
superato l’accerchiamento e dovrebbe essere ancora in stazione; ma il
fatto è che in stazione non si trova.
Humbley
sospetta addirittura che non sia partito da Borleston , ma la telefonata in
stazione elimina questa supposizione perché c’è gente del personale di stazione
che assicura di aver visto il macchinista salire in cabina ed avviare il treno,
ed era proprio Bailey.
Humbley
a questo punto comincia a spazientirsi, e a meno che non si tratti di una
congiura del personale di stazione (Maycock e due facchini), il che appare
quantomeno improbabile, non si riesce a capire come sia potuto svanire Bailey.
Tuttavia
al problema di per sé insolubile di Bailey, si somma ben presto un altro: il
ladro, quello che la polizia cercava sul treno, e che invece non aveva trovato,
Alfred Goggett, pare che
sia stato trovato morto. Lungo la linea ferroviaria a tre miglia da Clough. Con
un coltello piantato nella schiena.
Humbley
era stato informato che Goggett, che era sfuggito alla polizia al Victoria
Station di Londra, e aveva preso presumibilmente il treno da Borleston a
Clough, aveva una possibile base proprio a Clough, e quindi ecco perchè era
arrivato lì. Ma ora Goggett è stato trovato tra le sterpaglie della linea
ferroviaria, e ben presto si affaccia una idea che tanto peregrina non è: nella
stessa sera un ladro è morto assassinato, e un macchinista è letteralmente
scomparso. Per quanto improbabile sia, è possibile che i due fatti siano
collegati?
Humbley non sa che pesci pigliare, ma Gervase
Fen ne sa una più del diavolo: basandosi sulla inoppugnabilità che nessuna
delle 9 persone presenti sul treno (una littorina evidentemente) aveva mai
avuto rapporti con Goggett e che “With Fen there had
been the elderly business man and the genteel girl; in another compartment
there had likewise been three people, no one of them connected with either of
the others by blood, acquaintance, or vocation; and even the Guard had
witnesses to his harmlessness, since from Victoria onwards he had been
accompanied in the van by two melancholy men in cloth caps, whose mode of
travel was explained by their being in unremitting personal charge of several
doped-looking whippets. None of these nine, until the first search for Bailey
was set on foot, had seen or heard anything amiss. None of them (since the
train was not a corridor train) had had any opportunity of moving out of sight
of his or her two companions. None of them had slept. And unless some unknown,
travelling in one of the many empty compartments, had disappeared in the same
fashion as Bailey—a supposition which Humbleby was by no means prepared to
entertain”, arriva all’ovvia conclusione che Goggett “must have launched
himself into eternity unaided”.
Cosa paradossale, perchè Goggett non si è suicidato
ma è stato accoltellato. E allora evidentemente qualcos’altro dev’essere
accaduto, perchè Goggett sia stato ucciso senza che nessuno dei passeggeri
sapesse nulla o l’avesse visto a bordo del trenino. E deve essere stato
connesso alla sparizione di Bailey a Clough.
Mentre
Humbley oramai è fuori di sé e vaneggia, Fen scompare e di lì a poco ritorna
con una valigia, dentro cui trovano degli abiti da macchinista:
Since Bailey wasn’t on the station, and hadn’t left
it, it was clear he’d never entered it. But someone had driven the train in-and
who could it have been but *****?
In
sostanza, dice Fen, “dato che Bailey non era nella stazione, e non l'aveva
lasciato, era chiaro che non vi era mai entrato. Ma qualcuno aveva guidato il
treno fin dentro la stazione ... e chi poteva essere stato se non ******?”
Insomma,
un caso di sparizione impossibile spiegato con un gioco di prestigio: Bailey
era evidentemente Goggett. Quando non svolgeva il mestiere di macchinista,
realizzava furti. E a Clough doveva avere un complice, che dopo l’ennesimo
colpo andato a buon fine, aveva deciso di prendere il bottino tutto per sé e di
modificare un certo piano, in modo che Bailey/Goggett non potesse rivendicare la
sua parte del tesoro di denaro. L’assassino nascosto nella cabina, con degli
abiti civili, aveva motivato la sua presenza con una qualche scusa all’ignaro
macchinista, e mentre quello si svestiva della sua divisa e indossava gli abiti
civili portati dall’omicida, questi aveva preso la guida del treno, per poi
accoltellare Bailey/Goggett e lanciarlo fuori. E nella valigia, che poi aveva
nascosto nel suo nascondiglio, aveva nascosto la divisa da macchinista. Una
volta arrivato a Clough era sceso furtivamente, ed aveva ripreso la sua
identità di ogni giorno.
Ci
troviamo dinanzi ad un racconto di delitto impossibile veramente straordinario,
e ancora una volta, come dico da tanto tempo, ci accorgiamo che per mettere su
una messinscena da applausi sono necessarie almeno due persone, che agiscano
assieme. Qui tuttavia le due persone complici, non sono legate all’omicidio di
un terzo, ma comprendono assassino e vittima: è un po’ come Assassinio al sole:
anche lì il gioco di prestigio è legato al fatto che due persone agiscano in
combutta, e anche lì assassino e vittima giocano assieme, non sapendo la
vittima di essere il vero bersaglio.
L’assassino
non è semplice da trovare, ma visti i personaggi, se si ragiona bene, non può
che essere una persona. Fen a sua volta, ragiona dopo aver trovato la valigia,
ma la prova inconfutabile – ci chiediamo – se fosse stata nascosta meglio, come
avrebbe sancito la riuscita del ragionamento del detective e l’arresto del
colpevole? Ecco, proprio qui sta una certa debolezza del racconto, ma è una
debolezza sottile: Fen non motiva prima il suo ragionamento per poi acciuffare
il colpevole, ma lo acciuffa e solo dopo spiega.
E’
un modo per far sentire l’incolpevole Humbey ancora più debole davanti a se
stesso?
Ma
qui ancora una volta il Fato condanna con la sua casualità l’assassino: se la
stazione non fosse stata circondata dalla polizia, e anche nei dintorni non ci
fossero stati poliziotti, Bailey sarebbe semplicemente scomparso e
nessuno avrebbe potuto ragionare e collegarlo all’omicidio di Gorgett.
L’assassinio
perfetto non esiste.. almeno per Crispin.
Pietro De Palma
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