Vernon Loder fu uno pseudonimo di John George Haslette Vahey (1881-1938), uno scrittore anglo-irlandese che scrisse anche come Henrietta Clandon, John Haslette, Anthony Lang, John Mowbray e Walter Proudfoot. Nacque a Belfast e studiò nell'Ulster, al Foyle College e ad Hannover. Lavorò come architetto prima di cimentarsi nella scrittura creativa.
I personaggi della serie di Vahey erano l'ispettore Brews, l'ispettore capo RJ "Terry" Chace, Donald Cairn (nel ruolo di Loder); William Power, Penny e Vincent Mercer (nel ruolo di Henrietta Clandon); e l'ispettore Bill Vallance (come Proudfoot). I caratteri della serie sono identificati in tutti i titoli elencati di seguito.
Vahey morì il 15 giugno 1938. Fu un autore straordinariamente prolifico: pubblicò 59 libri nel periodo 1925-1938, una media di oltre quattro all'anno, risultato sbalorditivo, perché non solo doveva scrivere i libri, ma aveva anche tutta la solita corrispondenza riguardante le modifiche testuali, copertine, diritti etc. Il suo lavoro come Loder era di alta qualità, poiché il Collins Crime Club era selettivo. Allo stesso modo, la sua scrittura come Henrietta Clandon fu abbastanza apprezzata come i libri firmasti con lo pseudonimo di Clandon alcuni dei quali sono stati ora ristampati come e-book. Due dei romanzi di Loder sono stati ristampati da Collins.
Come Vernon Loder
The Mystery at Stowe (1928)
Whose Hand? (1929) (in USA come Between Twelve and One)
The Vase Mystery (1929)
The Shop Window Murders (1930)
The Essex Murders (1930) (in USA come The Death Pool) - con Ispettore Brews
Death of an Editor (1931) - con Ispettorer Brews
Red Stain (1931)
Death in the Thicket (1932)
Death at the Wheel (1933)
Suspicion (1933)
Murder from Three Angles (1934) - con Capo IspettoreChace
Two Dead (1934)
Death at the Horse Show (1935) - con Capo Ispettore Chace
The Case of the Dead Doctor (1935)
Ship of Secrets (1936)
The Deaf Mute Murders (1936)
The Little Man Murders (1936)
Choose Your Weapon (1937)
The Men with the Double Faces (1937) - con Donald Cairn
A Wolf in the Fold (1938) - con Donald Cairn
The Button in the Plate (1938)
Kill in the Ring (1938)
Come Henrietta Clandon
Inquest (1933)
The Ghost Party (1934)
Rope by Arrangement (1935) - con William Power, Penny & Vincent Mercer
Good by Stealth (1936) – con William Power (in un ruolo minore)
This Delicate Murder (1936) – con William Power, Penny & Vincent Mercer
Power on the Scent (1937) – con William Power, Penny & Vincent Mercer
Fog Off Weymouth (1938) – con the Mercers (da solo)
Come John Haslette
The Man Who Pulled the Strings (1916)
Come John Haslette Vahey
Down River (1925)
Fiddlestrings (1925)
The Storm Lady (1926)
Mr. Nemesis (1930)
Mystery at the Inn (1931)
Death by the Gaff (1932)
Witness in Support (1932)
Tragic Lesson (1933)
Spies in Ambush (1934)
Secrets for Sale (1935)
Come Anthony Lang
The Crime (1927)
The Man with Three Threads (1928)
Fly Country (1928)
The Daring Diana (1929)
Evidence (1930)
Come John Mowbray
Call the Yard (1931)
Come Walter Proudfoot
Crime in the Arcade (1931)
The Trail of the Ruby (1932)
Arrest (1933) - con Ispettore Bill Vallance
Conspiracy (1933) - con Ispettore Bill Vallance
Come George Varney
The Missing Link (1926)
Il romanzo pubblicato da Mondadori è The Shop Window Murders, 1930.
Si apre in un modo assai inconsueto: i Magazzini Loder sono dei magazzini che hanno riscosso un enorme successo e una folla di curiosi aspetta ogni giorno che si aprano. Quando le saracinesche vengono alzate, dopo un primo istante di sbalordimento per l’allestimendo delle vetrine, si sentono le prime urla, quando si vedono accanto ai manichini, due corpi che non sembrano essere tali, e che si rivelano essere Tobias Mander, il proprietario, e la signorina Tumour: il primo ucciso con ferita d’arma da fuoco, la seconda con coltellata.
Subito le indagini affidate all’Ispettore Davenish si rivelano difficili, per la enorme problematicità delle prove: sono state trovate sul tetto delle strisce di fango, che paiono essere state lasciate dalle ruote di un giroplano; in un ascensore, son state trovate tracce ematiche consistenti, sotto la moquette che invece è pulita; di notte si è sentito un rumore di motore, ma dei motori stanno nelle officine nei magazzini; alla postazione degli altoparlanti dov’è il custode Mann, si scopre che gli altoparlanti sono stati scollegati per causa di un filo opportunamente tagliato; davanti ai corpi è stata trovata una pistola Mauser, che ha sparato ma non il proiettile che ha ucciso Mander, e il proiettile che lo ha ucciso non si trova; sul tetto, si trova dopo accurate indagini, in uno dei sacchi di sabbia usati per frenare le ruote dei giroplani, un proiettile, ma che non riporta tracce ematiche; sulle braccia della Tumour sono stati trovati dei lividi, come se la stessa fosse stata afferrata da dietro e spinta; viene trovato un portafiammiferi prezioso nel vicolo vicino ai magazzini, che è di Jameson Peden-Hythe figlio della signora Peden-Hythe, ricchissima finanziatrice di Mander; Jameson detestava Mander; Webley, meccanico si dimostra essere stato forse l’ispiratore del Giroplano, come pure Cane, responsabile del reparto, da cui Mander ha tratto enormi profitti; Robert Kephim, direttore dei grandi magazzini, era fidanzato della signorina Tumour, che però in seguito si scopre essere stata in contatto intimo anche con Mander, che a sua volta pare avesse fatto infatuare di lui la signora Peden-Hythe, fino al punto di ottenere il finanziamento necessario per aprire i Grandi Magazzini; mancano il cappotto, il cappello e un guanto della signorina Tumour; infine, si scopre che Mann era stato attendente di Jameson Peden-Hythe e da lui era stato raccomandato al posto di custode; il cappotto e il cappello, vengono trovati assieme ad altri uguale nei reparti di abbigliamento dei magazzini.
Davenish, dopo indagini molto lunghe e dense di ostacoli, riuscirà a trovare il responsabile dell’assassinio della ragazza e quello dell’assassinio di Mander.
Il romanzo, è un classico whodunnit, che si struttura come un procedural: è Davenish Ispettore di Scotland Yard a condurre le indagini, magari anche aiutato da Melis, vicecommissario d Scotland Yard.
Subito, già la presentazione degli omicidi in questo romanzo, ci riporta alla mente un altro romanzo degli stessi anni, che presenta all’apertura della vetrina, un omicidio: The French Powder Mystery (1930) di Ellery Queen. La cosa interessante, è che entrambi i romanzi, quello di Ellery Queen e il nostro di Vernon Loder, sono del 1930. Doug Greene, da me interpellato in merito, mi ha rivelato che il romanzo di Vernon Loder ebbe un’edizione americana, sempre nel 1930. Bisognerebbe vedere a questo punto quale dei due apparve per primo in USA, per capire quale sia stato l’archetipo e quale il successivo: certo è che, se l’apertura del romanzo è simile, quasi uguale, i due romanzi evolvono diversamente in due whodunnit, che sono diversi per la potenza dello scritto: il Loder è un whodunnit deduttivo, il Queen è un whodunnit super deduttivo.
Si legge talora che il romanzo sarebbe deficitario di una base indiziaria. Il problema non è questo, semmai il contrario: per come va avanti, e per il ritmo, che talvolta è molto blando, e anche per l’enorme numero di indizi, anche fuorviante, di piste vere e piste false, il romanzo è estenuante. Non si vede l’ora che arrivi la fine per capire qualcosa, perché gli indizi sono tantissimi, e molti hanno una doppia uscita, una vera ed una falsa: bisogna dire che la vena narrativa di Loder, indirizza molto spesso il lettore verso una pista falsa, salvo poi aggiustare il tiro. Bisogna riconoscere quindi allo scrittore esser riuscito a venir a capo del romanzo con una soluzione tutto sommato accettabile. L’unico quid che non viene esplicitato e risolto è il perché sia stata uccisa la signorina Tumour: Loder attraverso Davenish propone che sia stato effettuato d’impulso e non premeditato, proprio in virtù dell’uso del coltello. Bisogna però anche sottolineare come tutti gli indizi, che si trasformino in prove, oppure che siano falsi, vengono mesi a disposizione del lettore; nonostante ciò, l’individuazione del colpevole, pur nascendo da una confessione di colpevolezza dell’omicida, non è basata su una base tangibile, quale può essere l’arma usata perché a detta dell’omicida questa è stata nascosta in un posto dove nessuno mai avrebbe visto. E quindi, se il colpevole, sotto pressione psicologica ha rivelato tutto, se invece non avesse rivelato di avere una pistola cal.32, nessuno avrebbe potuto incolparlo.
La scrittura è ottima (altrimenti come dico più sopra mai e poi mai Collins, che era una casa editoriale molto conosciuta e stimata dell'epoca, avrebbe acconsentito a pubblicare questo e altri romanzi di Loder) e eccellente anche la traduzione di Marco Bertoli, che è quasi letterale (213 pagine originale inglese Collins, 199 traduzione italiana, e viene rispettata anche la scansione nello stesso numero di capitoli, 27 sia nell’originale che nella traduzione italiana). L’unica cosa su cui non mi trovo d’accordo è la traduzione dell’appellativo dato al Giroplano, The Mander Hopper: hopper in inglese significa cavalletta: la cavalletta Mander. Brucoli opta per tradurre con il Saltamartino Mander, dove Saltamartino non esprime la vera locuzione del termine. Il giroplano è bene dirlo (e forse se l’avesse scritto Brucoli in una nota del traduttore sarebbe stato meglio!), è un veicolo con una grande elica soprastante, che può volare solo in avanti, come un aereo, ma essendo molto leggero, deve essere adoperato in assenza di vento, che altrimenti potrebbe condizionarne la tenuta. E’ l’antesignano dell’elicottero, a cui manca però il rotore posteriore; quando si avvia non sale in verticale come l’elicottero, ma fa un balzo in avanti, come una locusta.
Detto questo, non si può non esprimere soddisfazione per questo inedito Mondadori, e sperare che se ne traducano altri: i Loder infatti in tempi recenti sono stati ripubblicati anche e sopratutto in ebook, come The Essex Murders oppure Death of an Editor .
Pietro De Palma
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