martedì 23 maggio 2023

John Rhode : La traccia del veleno (Poison for One, 1934) - trad. Mauro Boncompagni. I Classici del Giallo Mondadori N. 1092 del 2005



 

John Rhode alias Miles Burton furono I due pseudonimi che usò Cecil John Charles Street (Gibilterra,1884-Eastbourne, 1964), per scrivere Mystery: il primo venendo usato per la serie con Sir Lancelot Priestley, scienziato in pensione, il secondo per quella con Desmond Marrion, ex Ufficiale di Marina.    

Prima di dedicarsi alla scrittura fu ufficiale di artiglieria prima e poi Ufficiale nell’ MI7, il Controspionaggio dell’epoca. Scrisse moltissimi romanzi, e questo lo penalizzò perché mantenere una certa qualità narrativa e inventiva, non potè riuscirgli sempre. Tuttavia un buon numero di romanzi lo segnalarono all’attenzione generale, tanto da guadagnargli la considerazione anche di John Dickson Carr, con cui scrisse un geniale romanzo, Fatal Descent.

La considerazione dei critici, così come quella del pubblico, non fu sempre unanime.

Se infatti Willard Huntington Wright meglio conosciuto come S.S. Van Dine, nel 1927, nel suo saggio The Great Detective Stories, affermava: “Better written, conceived with greater moderation, and clinging more closely to human probabilities, are John Rhode's novels dealing with Dr. Priestley's adventures-Dr. Priestley's Quest, The Paddington Mystery, and The Ellerby Case. Dr.-or, as he is generally referred to in Mr. Rhode's text, Professor-Priestley has many characteristics in common with Dr. Thorndyke. He is a schoolman, fairly well along in years, without a sense of humor, and inclined to dryness; but he is more of the intellectual scientist, or scientific thinker, than Dr. Freeman's hero. ("Priestley, Willard Huntington Wright cursed with a restless brain and an almost immoral passion for the highest branches of mathematics, occupied himself in skirmishing round the portals of the universities, occasionally flinging a bomb in the shape of a highly controversial thesis in some ultra-scientific journal.") His detective cases to date have been few, and he suffers by comparison with the superior Dr. Thorndyke”, e Julian Symmons in Bloody Murder (Penguin,1974), lo designava appartenere al genere Humdrums, considerandolo un autore pretenzioso : " as a prominent member of the "Humdrum" school of detective fiction. "Most of them came late to writing fiction, and few had much talent for it. They had some skill in constructing puzzles, nothing more, and ironically they fulfilled much better than S. S. Van Dine his dictum that the detective story properly belonged in the category of riddles or crossword puzzles. Most of the Humdrums were British, and among the best known of them were Major John Street ..,” altri critici lo hanno valorizzato più recentemente, in particolare Curtis Evans nel suo Masters of the "Humdrum" Mystery: Cecil John Charles Street, Freeman Wills Crofts, Alfred Walter Stewart and the British Detective Novel, 1920–1961 (McFarland Press, 2012)  : “.. long overdue reappraisal of these purportedly "humdrum" detection writers as accomplished literary artists. Not only did they produce a goodly number of fine fair play puzzles, but their clever tales have more intrinsic interest as social documents and even sometimes as literary novels than they have been credited with having”.

Il romanzo qui discusso, è una camera chiusa, piuttosto inusuale. Infatti il crimine perpetrato, è l’assassinio di Sir Gerard Uppingham nella sua magione, mediante avvelenamento da acido prussico. Perché parlo di un caso inusuale: perché solitamente quando si parla di camere chiuse, si citano casi di sparizioni, omicidi, furti perpetrati in uno spazio rigorosamente definito e chiuso, e perché tutti questi crimini possano valere l’essere considerati in questo genere, è necessario che l’azione criminosa sia stata compiuta personalmente nello spazio chiuso, e poi l’assassino sia riuscito a fuggire, mantenendo la situazione limite, cioè la chiusura di porte e finestre effettiva; l’avvelenamento invece non necessariamente presuppone un’azione diretta dell’omicida nella camera chiusa, cioè la sua presenza all’atto della morte della vittima, perché l’avvelenamento si può preparare prima, e lasciare poi che la vittima, bevendo o mangiando qualcosa, muoia, come un topo in trappola. Normalmente. Ma qui l’avvelenamento viene propinato con un modo assolutamente ingegnoso, che non esclude la presenza dell’assassino.

Questo è uno dei due cardini su cui poggia il romanzo. L’altro è l’essere un classico whodunnit, in cui movente e omicida devono essere ragionevolmente individuati e provati.

Sir Gerard Uppingham è un industriale che ha fatto fortuna sull’estrazione dell’albanite, un minerale utilizzato per generare luce nelle lampade. Nonostante sia ricco e rispettato , non è però amato. Non è amato dai suoi soci Somerton-Jackson e Tibbott, ma neanche dalla sua fidanzata a cui è promessa Muriel Featherleigh, e quantomai dal futuro cognato Rupert; anche la sorella Elvira, non mostra molto attaccamento; e anche il suo segretario Percy Richards, ha nei suoi confronti un atteggiamento ambiguo. Però tutti, e in special modo Lord Cossington e i suoi figli Muriel e Rupert, dovrebbero essere lontani dal provare rancore nei suoi confronti perché la famiglia di Cossington è sull’orlo della rovina e quindi solo lo sposalizio di Muriel con Sir henry, potrebbe rimettere in sesto la famiglia; eppure solo il vecchio Lord si mostra non avverso al suo futuro genero. Fatto sta che in un tale ambiente, una sera in cui tutti o quasi sono stati invitati a cena, e c’è stato anche un momento in cui la moglie di uno degli inviati ha suonato Beethoven al pianoforte, viene trovato, chiuso nel suo studio, Sir Gerard Uppingham, morto avvelenato da acido prussico. Porte (3) e porta finestra, chiuse, tranne quella forzata da Somerton-Jackson, Tibbott e Percy Richards, il segretario di Uppingham.

 

 


 

I tre chiamano immediatamente il medico di famiglia, il Dottor Emery, che pure in un primo tempo era stato alla serata, andando via subito dopo. Egli diagnostica la morte di Uppingham e suggerisce di chiamare la polizia, perché secondo lui la morte non è naturale. Parrebbe che il mezzo sia una bottiglietta di sciroppo per la tosse, a cui è stata aggiunta una generosa quantità di acido cianidrico tale da uccidere in pochi secondi. E che quindi il suo contenuto sia stato versato dall’assassino o dalla stessa vittima nel bicchiere, ma non si trova nessuna traccia di saliva sull’orlo del bicchiere che quindi parrebbe non essere stato usato per avvelenare. E allora come?

Altra cosa strana sono i bicchieri di porto, vino e whisky che il padrone di casa aveva chiesto al suo maggiordomo di far trovare nello studio e che portano gli inquirenti, Sir Lancelot Priestley e il Sovrintendente Hanslet, a dubitare che nello studio dovesse Uppingham ospitare per discutere non solo Somerton-Jackson e Tibbott, ma anche un quarto personaggio. Per caso un certo John Woodville, che sembra sia arrivato al villaggio ma che nessuno sa dove sia andato?

Per individuare il colpevole, è necessario stabilire il Cui Prodest, cioè il movente. Apparentemente nessuno ne avrebbe uno. Però la cosa strana è che al momento della morte dell’industriale, pochissimi, praticamente solo Lord Cossington, sono addolorati per la sua morte e anzi ne sono sollevati.

Ben presto Hanslet viene a scoprire che la vittima non solo aveva messo incinta una ragazza del villaggio, mentre era fidanzato con Muriel, ma anche aveva tentato di fare sesso con la moglie di Somerton-Jackson, mentre lui era impegnato in fabbrica. Quindi, movente l’avrebbe lo stesso Somerton-Jackson , ma anche Rupert e forse anche Muriel. Solo Lord Cossington sembra essere triste, perché pare che col matrimonio sarebbe diventato direttore di una compagnia, lui che aveva sperperato le sostanze sua e della moglie in scommesse ai cavalli, e avrebbe risollevato le finanze della famiglia, in virtù di un nuovo testamento che Uppingham avrebbe firmato il giorno del matrimonio. Lui avrebbe guadagnato nuova liquidità, l’altro il suo titolo nobiliare. Ma la morte repentina, ha reso non valido il secondo testamento, per cui col primo ci ha guadagnato tutto la sorella di Uppingham, Elvira, che eredita tutto. E quindi si aggiunge lei agli altri per movente. Oltretutto, il suo è doppio: ereditare la fortuna ed evitare che la possa ereditare altra persona. La Uppingham è legata a Percy Richards, e la cosa va valutata perché è lui che dice di aver portato una bottiglietta di sciroppo anche se gli è stata sottratta (lo dice lui). Inoltre a Richards è legata la questione delle telefonate: lui dice che che è stata ricevuta una telefonata alle 22,15 di cui nessuno sa nulla, mentre afferma di non aver sentito alcuna telefonata squillare, mentre dalla società dei telefoni si apprende che questa telefonata è arrivata alle 22,43. E proprio in quei frangenti, il medico ha affermato che presumibilmente è morto Sir Gerard.

L’indagine va avanti. Qualcuno, il fantomatico John Woodville, ha mandato una cassa alla fabbrica contenente albanite grezza. Hanslet apprende qui come Somerton-Jackson abbia preso del cianuro di potassio qualche giorno prima della morte di Sir Gerard (il cianuro viene prodotto dal gas cianidrico prodotto dalla lavorazione dell’albanite), ed è quasi sul punto di spiccare un mandato di arresto per Somerto-Jackson, quando interviene il Dottor Priesley e scombussola tutto: nello stomaco della vittima non è stato trovato sciroppo, eppure è nello sciroppo che è stata sciolta una piccola quantità di acido prussico concentrato. Inoltre la vittima non riusciva a sopportare l’odore di mandorle amare e quindi mai avrebbe bevuto uno sciroppo che avesse quell’odore. Quindi ne deriva che lo sciroppo è stato messo per fuorviare, è una falsa pista. La vittima è stato ucciso mediante acido cianidrico e questo è sicuro, ma come? Piano piano si comincia a pensare che sia stato inalato sotto forma di gas anidro, ma questo porta all’eventualità che qualcuno gliel’abbia fatto inalare (e allora come sarebbe uscito?) e allora ecco ripresentarsi il problema della Camera Chiusa, oppure che sia stato predisposto un meccanismo mortale. Somerton è ancora tra i sospettati, perché acido cianidrico si può ottenere anche per processo inverso dal cianuro di potassio. Ma..

Ecco un colpo di scena! Sua moglie, con cui voleva fare sesso Uppingham, si autoaccusa dell’omicidio, senza però fornire prove della sua azione, e quindi facendo sospettare che voglia coprire qualcuno, magari suo marito. Ma anche il marito adotta una tattica simile o quasi: non è che a sua volta sospetta della moglie?

Tuttavia al di là di queste confessioni vere o false che siano, le indagini vanno avanti e portano alla scoperta di..un turacciolo nello studio di Uppingham. Insieme alla testimonianza della persona che si celava dietro lo pseudonimo di John Woodville, cioè Lemaitre, il presidente della società nazionale francese concorrente di quella britannica di Uppingham nello sfruttamento dell’albanite, secondo cui era lui la quarta persona che aspettava Uppingham la sera che è stato ucciso, forniranno gli indizi che porteranno il Dottor Lancelot Priestley (e il Sovrintendente Hanslet di Scotland Yard), ad inchiodare l’assassino.

Al di là di una certa tortuosità nella prima parte del romanzo (per arrivare alla decisione che si sia trattato certamente di omicidio, si aspettano quasi 100 pagine), questo di Rhode è un bel romanzo ! Anche se il sottoscritto all’assassino e al complice c’è arrivato 50 pagine prima, prima ancora che si trovasse il turacciolo. Chiamatelo sesto senso? Non so. Però mi ha fatto pensare il ricordo di un altro romanzo, se non sbaglio posteriore (non ricordo quale fosse: ah la memoria !) in cui il colpevole era lo stesso, e per la medesima cosa, in un primo tempo non era stato considerato tra i sospettabili. E inoltre è un personaggio che poi si viene a sapere, frequentava molto Govery Manor, la residenza di Lord Cossington.

L’arma assolutamente geniale, e mai avrei pensato che un oggetto simile potesse servire per uccidere, ma semmai..per far passare la febbre! E il turacciolo ben s’intona al resto. Del resto è una caratteristica di Rhode, quella di inventare meccanismi in grado di uccidere, cosa che si può far derivare dal fatto che egli fosse stato ufficiale dell’esercito inglese. Una diretta conseguenza della origine di Rhode, è un oggetto di cui l’assassino si serve per farsi invitare a casa di Uppingham. Usare il gas cianidrico come arma, invece non è una novità: infatti era stato usato già sei anni prima, in quello che alcuni ritengono il capolavoro di Rhode (ma lo sarà stato davvero?):  The Murders in Praed Street. Semmai cambia il mezzo: lì una lampadina, qui…

La Camera Chiusa è solamente apparente, perché la porta attraverso cui entra ed esce l’assassino è provvista di serratura a scatto, però a come si arriva a congetturare la sua presenza e come egli sia riuscito a farsi invitare e come abbia ucciso, è un bel dire. Gli indizi ci sono, e il colpevole non cade proprio dal cielo, perché è presente nel corso della storia, varie volte; semmai, non scaturisce direttamente dai fatti, il suo movente, che è, per una volta tanto, non l’avidità, l’odio, la vendetta, ma..l’amore. E ci si arriva, solo per absurdum.

Ma poi non è detto che ragionando così, non si riesca a beccare il colpevole.

 

Pietro De Palma

 

 

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