June Thomson, scrittrice britannica, è ricordata nel recentissimo The Life of Crime di Martin Edwards, solo perchè ad un certo punto della sua carriera si è votata a Sherlock Holmes, approntando una sua antologia di apocrifi sherlockiani, scrivendo anche dei saggi, uno originale dei quali sul Dottor Watson nel rapporto con S.H. Holmes and Watson: A Study in Friendship (1995) e pubblicando anche un romanzo apocrifo,Sherlock Homes and the Lady in Black ( 2015). In realtà, la Thomson era già abbastanza famosa in patria e anche all'estero, per aver realizzato una serie acclamata di Mystery con il Capo Ispettore Finch.
Nata nel 1930 e morta nel 2022, la Thomson dopo una vita dedicata all'insegnamento, cominciò la sua fortunata serie con Finch nel 1971. La Mondadori le pubblicò 7 romanzi dei 20 pubblicati in tutto
Not One of Us, 1971
Death Cap, 1973
The Long Revenge, 1974
Case Closed, 1977 Il caso è chiuso, Il Giallo Mondadori n. 1589, 1979
A Question of Identity, 1977 Questione di identità, Il Giallo Mondadori n. 1705, 1981
Deadly Relations[1], 1979 Questione di follia, Il Giallo Mondadori n. 1780, 1983
Alibi in Time, 1980 Anatomia di un villaggio, Il Giallo Mondadori n. 1740, 1982
Shadow of a Doubt, 1981 Un'ombra di dubbio, Il Giallo Mondadori n. 1839, 1984
To Make a Killing, 1982
Sound Evidence, 1984
A Dying Fall, 1985
The Dark Stream, 1986
No Flowers by Request, 1987 Niente fiori, Il Giallo Mondadori n. 2066, 1988
Rosemary for Remembrance, 1988
The Spoils of Time, 1989 Le rovine del tempo, Il Giallo Mondadori n. 2155, 1990
Past Reckoning, 1990
Foul Play, 1991
Burden of Innocence, 1996
The Unquiet Grave, 2000
Going Home, 2006
Una caratteristica della Mondadori. Più volte ne ho parlato con Luca Conti. Parecchi autori, dopo aver pubblicato alcuni romanzi, sono stati dimenticati dalla Mondadori, per passare ad altri. E' il caso anche della Thomson. Forse per presentarne sempre nuovi e variare? Non lo sappiamo. Questione di identità è il secondo dei romanzi pubblicati ed il quinto da lei scritto. Ci piacerebbe aver letto il primo, l'esordio, Not One of Us, per vedere come approccia Finch. Per di più, il primo della serie ha una particolarità rispetto al resto della produzione pubblicata in altra edizione in USA: nel primo titolo, l'Ispettore Finch rimane citato col suo nominativo, mentre dal secondo, Death Cap, esso cambia e abbiamo l'Ispettore Ruud mentre il Sergente Boyle è sempre il suo assistente. Perchè questo? E' presto detto. Per non generare confusione con un altro Ispettore Finch, che era il protagonista dei romanzi di Margaret Erskine.
In A Question of Identity, la trama gira attorno al ritrovamento di un cadavere, molto decomposto, in un campo abbandonato, dove pascolano solo vacche, che un bel giorno si trova ad essere scavato per rierche archeologiche. Il cadavere quasi scheletrizzato, non ha modo di essere attribuito a qualcuno in particolare, perchè i polpastelli hanno perso la capacità di fornire una improntadigitale, per l'estrema decomposizione, e la mancanza di denti non consente di risalire ad una impronta dentaria. Per di più il corpo è ricoperto da brandelli di vestiti, che non consentono di diffonderne caratteristiche tali da poter essere riconosciute. Il cadavere si scopre è stato sotterrato circa due anni prima. L'unica cosa strana è una catenina però troppo deteriorata, trovata vicino al corpo. Inoltre il corpo è stato sotterrato con mani e le braccia conserte, e avvolto da una coperta quasi fosse un sudario. Il terreno è di proprietà di un certo Stebbing, che però l'ha acquistata da un tempo relativamente recente, dopo la morte presunta dell'indivisuo non meglio identificato. Le attenzioni dell'Ispettore Ruud , incaricato del caso, si appuntano perciò sul confinante, il proprietario della fattoria vicina,Geoff Lovell, che appare diffidente e reticente. Nella fattoria vive anche una donna Betty Lovell, cognata di Geoff, e il fratello Charlie, un povero ebete, che vorrebbe tanto parlare, e ma che viene messo sempre nelle condizioni di non comunicare con l'ispettore, che ovviamente fa 2+2=4.
Se quindi il sospettato n.1 è Lovell, si deve purtuttavia capire chi possa essere il cadavere. e perciò Ruud, scavando nel passato dei Lovell, viene a sapere che Betty è la moglie del secondo fratello, Ron. Quando investiga su costui, Ruud non ne trova fotografie. Nessuno sa che faccia abbia avuto: è scomparso da quindici anni, non sopportava il fratello e la moglie troppo cattolica, e si è dato ad una vita errabonda, fatta di piccoli reati, donne, e creandosi la fama di piccolo criminale, violento. Ruud alla fine riuscirà a contattare un suo collega che sta cercando questo Ron per tentato omicidio, e poi ua sua ex fiamma Nancy, che gli fornirà delle foto, che saranno determinanti per capire, basandosi sull'antropometria, che il cadavere sotterrato non è Ron. Ruud ripertirà quindi da zero, ritornando al posto dove è stato trovato, e ai particolari già citati, e riflettendo sul numero di federe che aveva visto stendere da Betty, riuscirà a risolvere il caso.
Riflettendo a posteriori, proprio per l'indagine che parte da un cadavere non identificato, mi è balzata la vicinanza di questa autrice con i romanzi di Hillary Waugh (Sleep Long, My Love, 1959 o Last Seen Wearing, 1952).In sostanza si tratta di un quasi procedural: una indagine serrata di polizia, con ausilio di componenti di polizia scientifica, e indagini parallele su possibili attribuzione ad una qualche identità del cadavere, partendo da uno corpo talmente decomposto, da non poter essere attribuibile, senza errore, a qualcuno in particolare.
Il parco estremamente limitato di sospetti, farebbe venire il dubbio che il romanzo sia scontato, cosa che non è: anzi, proprio la caratterizzazione volutamente ad unico senso, ma che poi con un colpo di scena viene sovvertita, ribaltando tuttte le certezze acquisite, ci presenta una storia, che in qualche senso, più che essere un mystery vero e proprio, è uno di quei romanzi detti "Neri", una storia cupa di crimine e di violenza, che non è propriamente un hard boiled. ma neanche un mystery classico, e si pone in un territorio a metà strada: la violenza è parte del romanzo, violenza e sopraffazione, ma l'indagine condotta dal poliziotto, se si apparenta ad una indagine poliziesca tout court, è anche una indagine meticolosa in cui l'ingegno e la psicologia non è seconda: mi ha sorpreso il ragionamento sulle federe stese al sole, che passano inosservate, finchè Ruud riflettendoci sopra, capisce perchè la fattoria è isolata, il cane è ringhioso e abbaia sempre, Charlie vuol parlare ma non gli vien data la possibilità, foto di Ron sono state quasi tutte distrutte, e una doppietta pronta a sparare, è presente nei luoghi in cui personaggi vivono.
June Thomson è una autrice che meriterebbe di essere riscoperta: le caratterizzazioni psicologiche di luoghi appartati, la inseriscono in un contesto ben inquadrabile: scava nel perbenismo della società, fino alle radici del male. I luoghi dove fa agire Finch non sono in città metropoli, ma nella campagna ( caratteristica invero molto British), nella provincia, in luoghi isolati. Mary Groff aveva detto anni fa : Il mondo di June Thomson è un mondo di solitudine, di sospetti e di vittime che vinono in un reciproco patto di rifiuto della società. Isolati sono i luoghi di indagine, solitari quasi al limite della misantropia sono i soggetti delle indagini di Finch, che a sua volta è un poliziotto tranquillo e in un certo senso solitario, vivendo solo con una sorella e un cane. Le caratterizzazioni si muovono in località isolate, in cui le comunità che vi risiedono, sono in certo modo depositarie, o si ritengono tali, di modi di comportarsi che affondano le proprie radici nel tempo. Proprio in queste comunità l'apparente compostezza nasconde invece un groviglio di serpi (caratteristica che si trova parimenti molte volte in romanzi British della Christie, della Marsh, della Allingham). In questo la Thomson eredita un modo di scrittura che è tipicamente mystery, anche se con uno stile più contemporaneo.
Pietro De Palma
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