Scritto nel 1951, questo romanzo breve, è presente solo in quel magazine, e in Italia, su Ellery Queen presenta Estate Gialla 1964, la primissima stagione mondadoriana. Infatti non fu successivamente compreso in altra silloge di racconti: nè in The Singing Diamonds and Other Stories, nè nella più recenteThe Pleasant Assassin and Other Cases of Dr. Basil Willing.
Amy Corbett è ritornata a casa,
ma non ha trovato nè la madre Natalie nè il fratello Peter. Pertanto ben
conoscendo la madre e supponendo stia prendendo il tè a casa dei
Gregory con Esther, chiama al telefono. Tuttavia, diversamente da quanto
si aspetti, nonostante chi risponde al telefono vada a vedere se la
sig.ra Corbett sia reperibile, ella per un caso ode una conversazione
privata tra due persone, che progettano un omicidio. Avendo capito che
per un caso, non le hanno dato Casa Gregory ma la casa del suo amico
Allan (ha infatti sentito un gatto miagolare, evidentemente il siamese
di Allan), comincia ad essere inquieta, perchè la voce femminile le
ricorda qualcuno che lei conosce, e d’un tratto associa ad Esther.
Esther è sposata a Curtis Gregory, favolosamente ricco. Quindi se lei
progetta con qualcun altro, la cui voce dura e roca lei non riconosce,
di uccidere qualcuno col Nembutal, questo dev’essere per forza Curtis,
per ereditarne il patrimonio e quindi sposare il suo amante.
Amy riserva la sua scelta del
personaggio chiave a tre persone, che evidentemente sono le sole che
possano incarnarne l’identità: l’amico Allan, medico condotto, che negli
ultimi anni ha avuto successo tanto da ampliare e rimodernare la sua
tenuta; il fratello Peter, e l’assicuratore MatthewPayne. E’
quest’ultimo che Amy sospetta. La sua ipotesi si tramuta in certezza
quando vede lo sguardo magnetico dal quale sono soggiogati sia Esther
che Matthew, quando si fissano.
Amy in sostanza cerca di portare
dalla sua parte Murchinson, l’Assistente del Procuratore distrettuale,
ma con delusione si accorge che sia Allan, il suo miglior amico, che il
fratello Peter, pur ammettendo che lei non ha mai detto bugie, rivelano
all’autorità inquirente, che lei ha sempre avuto una fervida
immaginazione. In sostanza, la smontano. Amy vorrebbe impedire
l’omicidio di Curtis, che però è sinceramente innamorato della moglie e
rifiuta ogni possibile ipotesi concernente un complotto a suo danno,
anzi la difende e per tramite della sua amica, la madre di Amy, riesce a
convincerla che Esther non è quella che lei crede. Tuttavia sul più
bello, un cadavere davvero viene scoperto: non è quello di Curtis, ma di
Sharpe, una specie di tuttofare, che si occupa di fare anche il
giardiniere: è lui che aveva risposto ad Amy al telefono, e quindi
doveva aver visto chi Esther aveva incontrato. Sharpe è morto per una
zoccolata della cavalla di Alan, la bestia più mansueta di questo mondo:
si scoprirà che è stato ucciso da chi impugnando il ferro di cavallo,
gli aveva dato un fatale colpo in fronte.
La sorpresa di Amy si ha quando
capisce che non c’era stato nessun imbroglio sulla linea telefonica e
che lei non aveva sentito i due complottare la morte di qualcuno in casa
di Allan assente, ma in casa Gregory: che in sostanza non c’era stato
nessun disturbo sulla linea, e la ricerca di sua madre era stata fatta
proprio in casa di Curtis. Dev’essere stato qualcuno di intimo in quella
casa, ed è per questo che Sharpe era stato ucciso, testimone scomodo.
Quando Amy è sicura che Payne sia
il suo uomo, accade l’inverosimile: qualcuno nel giardino della villa,
di notte, cerca di ucciderla e a salvarla è proprio Matthew. A questo
punto tutto il castello di carte cade: Matthew confessa di non essere
un assicuratore ma un agente assicurativo, che investiga sulla morte di
Charley Maitland, un suo amico oltre che primo marito di Esther, la cui
morte era stata classificata come incidente in casa (era caduto dalla
carrozzella), e si era tramutata in una rendita assicurata per la
moglie. Payne sospetta che qualcuno abbia ucciso il suo amico, qualcuno
mai ritrovato, in sostanza l’amante sconosciuto di Esther.
Un altro fatto inspiegabile accade: viene ucciso un gatto. Che male mai aveva fatto quella bestiola per essere sventrata?
Mettendo insieme la morte del
gatto, la morte di Sharpe, una allergia al pelo del gatto che deve aver
provocato la modificazione della voce di qualcuno, la morte di Maitland,
e la tentata aggressione di Amy confusa con se stesso, Payne troverà il
bandolo della matassa, anche se gli assassini la spunteranno nei
confronti della giustizia, utilizzando quello stesso Nembutal che
avevano sottratto precedentemente, suicidandosi uno nelle braccia
dell’altro.
Si tratta di un romanzo breve
dalla struttura singolare: comincia infatti come un thriller – Amy crede
di conoscere l’identità di una dei due complottisti e immaginando chi
possa essere la vittima, deve fare di tutto per salvarla – ma poi si
trasforma in un mystery, quando il morto si trova, solo che non è chi si
sarebbe immaginato, e bisogna capire perchè e per come sia stato
ucciso.
McCloy ribalta il concetto stesso di Whodunnit, dimostrando come con gli stessi soggetti del dramma, non sempre l'azione si svolge come saremmo tentati a pensare e alla fine, nonostante ci fossero degli indizi che valevano per tutti, nessuno avrebbe mai pensato ad un finale sconvolgente come questo.
La psicologia dei personaggi è
appena abbozzata, ma siccome vi è una grande idea di fondo, che
sconquassa il velo della rivelazione e crea un nuovo finale, con un
secondo assassino impensabile, e soprattutto con una nuova seconda
vittima che sarebbe dovuta essere immolata per coprire un vecchio delitto, il lavoro scivola che è una bellezza. La fantasia immaginativa
di McCloy per ribaltare la soluzione e crearne un’altra, è al massimo
grado,giacchè con gli stessi personaggi e le stesse soluzioni, riesce ad
imbrogliare il lettore facendogli accettare una certa verità, che è
invece assolutamente campata in aria perchè….
L’idea dell’allergia è
assolutamente geniale, e spiega anche lo sventramento del gatto e anche
la morte di Sharpe, perchè da essa dipende l’accertamento dell’identità
dell’amante di Esther.
Io adoro la Mccloy, credo di avere tutto quello CGE di lei è stato tradotto tranne questo racconto che dovrebbe trovarsi anche nel n. 42 dei gialli di E.Q. Garzanti che cerco da anni invano.
RispondiEliminaAggiungo che è un peccato che sia così sottovalutata
RispondiEliminaMa anche i Casini hai?
RispondiEliminaSi. Ne ho 2. Cristina e la sonnambula e Panico a bordo.
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