domenica 28 luglio 2019

Agatha Christie: Il segreto di Greenshore. Genesi di un capolavoro


Anni fa, John Curran, un celebre studioso di Agatha Christie, ritrovò i famosi taccuini su cui” La regina del Delitto” annotava le genesi e gli sviluppi (e anche gli aborti) delle sue opere.
Innumerevoli sono state le sorprese di cui ci ha dato gli estremi, in due sue opere, una dopo l’altra: prima Agatha Christie’s Secret Notebooks,  2009; poi nel 2011, Agatha Christie’s Murder in the Making. In Italia, nel 2010, la Mondadori ha pubblicato il primo saggio col titolo Quaderni Segreti di Agatha Christie : nell’officina della signora del giallo, e aveva in un primo tempo annunciato la pubblicazione in italiano anche del secondo volume di Curran, progetto poi abortito nel corso degli anni. I due volumi di Curran  erano andati talmente a ruba, che lui  qualche anno fa li ha poi riuniti in uno solo : Agatha Christie’s Complete Secret Notebooks, rimettendolo in vendita.
Le scoperte di Curran sono tali e tante che invito i miei lettori e scoprirle nel saggio conclusivo in inglese. Tuttavia, nel 2011 pubblicai un articolo sul mio blog storico, in merito al primo dei due saggi, quello pubblicato da Mondadori: https://lamortesaleggere.myblog.it/2012/10/09/uno-studio-importantissimo-su-agatha-christie/.
Tra le varie scoperte, forse la più esplosiva è stata quella della riscoperta di un racconto della Christie perduto, un racconto che non figurava nelle varie raccolte di racconti di Poirot: Il Segreto di Greenshore (Hercule Poirot and The Greenshore Folly).
Pubblicato da Mondadori per la prima volta nel 2015, è un’opera ibrida: non è un romanzo né un vero e proprio racconto di poche pagine, ma un lungo racconto o romanzo breve. Questo difetto di fattura, ebbe la sua importanza non da poco nel sortire l’insuccesso dell’opera che fu mal digerita dal magazine che avrebbe dovuto pubblicarla a puntate. E perciò Agatha Christie pensò bene di farne un altro, partendo da questo.
Perché questo accanimento, diremmo noi ? Perché nel novembre del 1954, Edmund Cork della Hughes Massie, agente della Christie, aveva scritto, per conto della sua assistita, al Diocesan Board of Finance di Exeter, comunicando che la Christie avrebbe voluto ammirare una nuova vetrata colorata e istoriata nel coro della “St Mary the Virgin Church di Churston Ferrers, dove la scrittrice andava a messa”, e per questo avrebbe scritto un racconto con i cui proventi si sarebbe realizzata l’opera. Aveva anche scelto artista e disegno, e quindi si era messa all’opera, sortendo però per la lunghezza dello scritto le perplessità degli editori. Il fatto è che le sue opere sovente, pubblicate sui Magazine, erano un formidabile strumento di pubblicità, perché, adorate dal pubblico, potevano essere inframmezzate da reclamé di ogni genere. E per questo venivano tagliate anche corposamente, perché si adattassero ai formati giornalistici (questo tra l’altro spiega il perché tra la prima edizione inglese a puntate e quella in libro per il mercato americano, esistessero così tante differenze, riscontrabili ancor oggi).
Pertanto, il racconto venne ritirato dalla Christie, motivando il tutto che il racconto, per la sua considerevole lunghezza, sarebbe stato un ottimo canovaccio per la realizzazione di un romanzo, mentre il racconto da scrivere ex-novo, pur avendo in comune “La Follia”, avrebbe avuto un titolo diverso (anche per ragioni legali). Così venne appontato un nuovo racconto, con protagonista non più Poirot, ma Miss Marple, Greenshaw’s Folly (La follia di Greenshaw), che poi fu inserito nella raccolta The Adventure of the Christmas Pudding and a Selection of Entrées (L’Avventura del dolce di Natale e altre storie). Mentre il racconto lungo originario, Hercule Poirot and the Greenshore Folly, servì per la realizzazione di Dead man’s Folly nel 1956: La sagra del delitto.
In sostanza quindi : Hercule Poirot and the Greenshore Folly è la prima versione accorciata di Dead man’s Folly, considerando che ben poche cose cambiano dal racconto al romanzo, mentre Greenshaw’s Folly è un racconto a sé che ha in comune con entrambi gli altri scritti The Folly, La Follia, cioè un’enorme sgraziata villa, che ne diventa il comune denominatore.
Greenshore, Greenshaw..due nominativi falsi ne evocano uno vero. Infatti la casa di villeggiatura dove la Christie passava l'estate era a Greenway, nel sud del Devon. Come racconta Matthew Prichard, uno dei nipoti della Christie nella prefazione a Greenshore, l'ambientazione di Sagra faceva riferimento ad una vera, e quindi anche quelle di Greenshore e Greenshaw, mentre tutto il resto era inventato.
Il racconto con Poirot è una sintesi del plot del romanzo. Comunque sia la trama è nota e la dico in pochi righi: Poirot viene chiamato a Nasse House (cambia solo il luogo della storia) dalla sua amica Ariadne Oliver incaricata di realizzare una Caccia all’assassino. Ariadne è perplessa perché certe cose che sono state cambiate nel suo programma, le hanno dato il presentimento che qualcuno l’abbia usata per uno scopo più sottile: uccidere davvero qualcuno. Lei e Poirot cominciano ad investigare. La Follia è una Villa Monstre, una sorta di sintesi di più stili diversi, sita nella proprietà dei Folliat, un’antica casata decaduta, di cui rimane viva l’ultima discendente, rimasta senza figli, entrambi morti in guerra. La donna, che aveva la tutela di una ragazza povera ma di ottima famiglia, l’ha maritata con un facoltoso proprietario terriero, John Stubbs. La donna è alquanto ingenua e povera di spirito, con uno spirito fanciullesco, quasi. Scompare quando viene annunciato l’arrivo di suo cugino dall’Argentina, che lei definisce malvagio. La scomparsa della donna fa pendant con la scoperta del cadavere che non era quello che era stato previso in origine dal programma della festa: è una ragazza, una boy scout, che è stata davvero strangolata. Aveva raccontato a Poirot poco prima che suo nonno, un vecchio con non tutte le rotelle a posto, le aveva detto di aver visto tempo pima il corpo di una donna nel bosco, che poi era sparito. Le indagini non potano a nulla, finchè Poirot non scopre che il vecchio custode, morto per incidente ma che egli sospetta sia stato ucciso, è proprio lui il nonno della vittima. Da questa ammissione Poirot formula la sua storia, e cattura un assassino spietato e astuto.
Questo il plot in sintesi de La sagra del delitto e di Il segreto di Greenshore.
Il racconto, vergato invece in sostituzione del secondo, pur avendo in comune La Follia, cioè un edificio monstre pacchiano, è completamente diverso. Ed è in sostanza un racconto con delitto impossibile, la cui soluzione se vogliamo è affidata tutta alla genialità della vecchia zitella, scendendo un po’ dal cielo anche se gli indizi ci sono, anche se abbastanza indefiniti.
Raymond West, il nipote di Miss Marple, ed un suo amico Horace Bindler, sono alla ricerca di mostruosità architettoniche. Per quello Raymond porta l’amico architetto a vedere la Follia di Greenshaw, una enorme dimora vittoriana di gusto assai discutibile. Mentre stanno osservandola, essendo anche penetrati in una proprietà non loro, incontrano la vecchia Greenshaw, l’ultima discendente della famiglia che pensa che Horace sia un poliziotto, e poi chissà perché. Mentre  due stanno parlando della villa con lei, la Greenshaw chiede loro di fare da testimoni per la firma del suo testamento: ha pensato di donare tutto alla sua governante, Sig.na Cresswell, così ha il pretesto per non pagarle lo stipendio e per di più assicurandosi così la sua fedeltà sino alla sua morte. Una gran bella pensata! I due appongono la loro firma sul testamento che poi la Greenshaw inserisce in un libro.
Raymond torna a casa e racconta tutto a sua moglie, alla nipote di lei Louise Oxley e a sua zia. L’unica cosa che Miss Marple osserva tuttavia è sulla credenza che Bindler fosse un poliziotto. Per quale motivo?
Qualche giorno dopo, ricevono una richiesta da casa Greenshaw: la signora chiede qualcuno per occuparsi  delle sue memorie in diari; Raymond propone la Oxley, e nonostante le sue perplessità perché sa che la signora Greenshaw è alquanto tirchia, apprende che la ragazza è stata non sono assunta ma anche con un contratto molto vantaggioso. Tanto che comincia il suo lavoro l’indomani.
Nei giorni che passano, oltre ad aver parlato con la Sig.ra Greenshaw all’inizio, non vede più nessuno se non la Sig.na Cresswell che alle 11,30 di mattina porta il caffè con i pasticcini, e di sfuggita talora Alfred, il factotum, che è sempre mal digerito dalla Crosswell. Fino a quando accade la tragedia. Dopo che ha ricevuto i pasticcini e il caffè, sporgendosi fuori dalla finestra, vede la sig.ra Greenshaw con l’abito consueto: vestito a fiori e cappello di paglia, intenta a estirpare le erbacce dalle aiuole. Il tempo di vederla lavorare e..qualche minuto dopo, ne sente le urla, e la vede barcollare con infissa una freccia nel collo. Entra in casa e stramazza a terra facendo cadere per terra ad es. il servizio di Sévres.
La sig.na Oxell  vorrebbe andare a prestarle aiuto ma si avvede che la sua stanza è chiusa a chiave e così pure le dice la sig.na Crosswell. Chiamano aiuto e compare un poliziotto imbranato, che non sa cosa fare. Poi dopo un tempo interminabile arrivano un vero ispettore ed un sergente di polizia, che annunciano la morte della signora.
Dalla testimonianza di Louise Oxell, emerge che la signora è stata uccisa con una freccia alle 12,25 e ha pronunciato le parole:  “Colpita... lui mi ha colpita... con una freccia... cercate aiuto”. Quindi..un assassino maschio. Ma i soli maschi sono Alfred, che era al Pub e ci sono molti che lo possono confermare e stessa cosa per il nipote. Per di più Louise e la Cressweell erano chiuse dal di dentro in stanza e la cosa è stata appurata dalla polizia. Morale della favola: c’è la vittima ma dell’assassino nessuna traccia, perché tutti quelli che sarebbero potuti essere l’assassino, hanno degli alibi a prova di bomba. Soprattutto Alfred, che è membro di un club di tiro con l’arco e arciere abilissimo.
Così, Miss Marple per smontarli, deve necessariamente guardare l’omicidio da una diversa prospettiva ed azzardare che chi Louise ha visto barcollare con una freccia non fosse la vera signora Greenshaw, che invece è stata uccisa dopo. E che il poliziotto che Louise aveva visto arrivare sulla scena del delitto, non fosse un vero polizotto ma una comparsa, il complice di qualcuno e magari l’assassino.
Uno però della cerchia dei sospettati.
Miss Marple, elabora una teoria che chiarisce tutti i punti, primo fra tutti l’omicidio impossibile, ricostruisce la vera identità di Alfred, vero erede di Greenshaw al posto della Crosswell (c’è un secondo testamento che invalida il primo), e inchioda gli assassini anche sulla base delle erbacce strappate dalla tizia china sulla aiuola. Colpo di genio.
Racconto assai arguto, con omicidio impossibile, che scaturisce dal tempo, un vero marchio di fabbrica della Christie (come non ricordare Murder under the Sun ?), e che modifica sensibilmente la collocazione temporale degli alibi, fa uso anche di altri escamotage, tipici del giallo british, primi fra tutti gli scambi di persona e il ritorno dell’erede, che qui è doppio: ce né uno dato per vero che non lo è, ed un altro di cui non si sa nulla che è invece quello vero sulla base della rassomiglianza tra il personaggio in questione ed il soggetto di un vecchio quadro nella casa.





Pietro De Palma









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