Anni
fa, John Curran, un celebre studioso di Agatha Christie, ritrovò i famosi
taccuini su cui” La regina del Delitto” annotava le genesi e gli sviluppi (e
anche gli aborti) delle sue opere.
Innumerevoli
sono state le sorprese di cui ci ha dato gli estremi, in due sue opere, una
dopo l’altra: prima Agatha Christie’s Secret Notebooks, 2009; poi
nel 2011, Agatha Christie’s Murder in the Making. In Italia, nel 2010,
la Mondadori ha pubblicato il primo saggio col titolo Quaderni Segreti di
Agatha Christie : nell’officina della signora del giallo, e aveva in un
primo tempo annunciato la pubblicazione in italiano anche del secondo volume di
Curran, progetto poi abortito nel corso degli anni. I due volumi di Curran erano
andati talmente a ruba, che lui qualche anno fa li ha poi riuniti in uno
solo : Agatha Christie’s Complete Secret Notebooks, rimettendolo in
vendita.
Le
scoperte di Curran sono tali e tante che invito i miei lettori e scoprirle nel saggio
conclusivo in inglese. Tuttavia, nel 2011 pubblicai un articolo sul mio blog
storico, in merito al primo dei due saggi, quello pubblicato da Mondadori: https://lamortesaleggere.myblog.it/2012/10/09/uno-studio-importantissimo-su-agatha-christie/.
Tra
le varie scoperte, forse la più esplosiva è stata quella della riscoperta di un
racconto della Christie perduto, un racconto che non figurava nelle varie
raccolte di racconti di Poirot: Il Segreto di Greenshore (Hercule
Poirot and The Greenshore Folly).
Pubblicato
da Mondadori per la prima volta nel 2015, è un’opera ibrida: non è un romanzo
né un vero e proprio racconto di poche pagine, ma un lungo racconto o romanzo
breve. Questo difetto di fattura, ebbe la sua importanza non da poco nel
sortire l’insuccesso dell’opera che fu mal digerita dal magazine che avrebbe
dovuto pubblicarla a puntate. E perciò Agatha Christie pensò bene di farne un
altro, partendo da questo.
Perché
questo accanimento, diremmo noi ? Perché nel novembre del 1954, Edmund Cork
della Hughes Massie, agente della Christie, aveva scritto, per conto della sua
assistita, al Diocesan Board of Finance di Exeter, comunicando che la Christie
avrebbe voluto ammirare una nuova vetrata colorata e istoriata nel coro della “St
Mary the Virgin Church di Churston Ferrers, dove la scrittrice andava a messa”,
e per questo avrebbe scritto un racconto con i cui proventi si sarebbe
realizzata l’opera. Aveva anche scelto artista e disegno, e quindi si era messa
all’opera, sortendo però per la lunghezza dello scritto le perplessità degli
editori. Il fatto è che le sue opere sovente, pubblicate sui Magazine, erano un
formidabile strumento di pubblicità, perché, adorate dal pubblico, potevano
essere inframmezzate da reclamé di ogni genere. E per questo venivano tagliate
anche corposamente, perché si adattassero ai formati giornalistici (questo tra
l’altro spiega il perché tra la prima edizione inglese a puntate e quella in
libro per il mercato americano, esistessero così tante differenze,
riscontrabili ancor oggi).
Pertanto, il racconto
venne ritirato dalla Christie, motivando il tutto che il racconto, per la sua
considerevole lunghezza, sarebbe stato un ottimo canovaccio per la
realizzazione di un romanzo, mentre il racconto da scrivere ex-novo, pur avendo
in comune “La Follia”, avrebbe avuto un titolo diverso (anche per ragioni
legali). Così venne appontato un nuovo racconto, con protagonista non più
Poirot, ma Miss Marple, Greenshaw’s Folly (La
follia di Greenshaw), che poi fu inserito nella raccolta The Adventure
of the Christmas Pudding and a Selection of Entrées (L’Avventura del
dolce di Natale e altre storie). Mentre il racconto lungo originario, Hercule
Poirot and the Greenshore Folly, servì per la realizzazione di Dead
man’s Folly nel 1956: La sagra del delitto.
In
sostanza quindi : Hercule Poirot and the Greenshore Folly è la prima
versione accorciata di Dead man’s Folly, considerando che ben poche cose
cambiano dal racconto al romanzo, mentre Greenshaw’s Folly è un racconto
a sé che ha in comune con entrambi gli altri scritti The Folly, La
Follia, cioè un’enorme sgraziata villa, che ne diventa il comune denominatore.
Greenshore, Greenshaw..due
nominativi falsi ne evocano uno vero. Infatti la casa di villeggiatura dove la
Christie passava l'estate era a Greenway, nel sud del Devon. Come
racconta Matthew Prichard, uno dei nipoti della Christie nella prefazione a
Greenshore, l'ambientazione di Sagra faceva riferimento ad una vera, e quindi
anche quelle di Greenshore e Greenshaw, mentre tutto il resto era inventato.
Il
racconto con Poirot è una sintesi del plot del romanzo. Comunque sia la trama è
nota e la dico in pochi righi: Poirot viene chiamato a Nasse House (cambia solo
il luogo della storia) dalla sua amica Ariadne Oliver incaricata di realizzare
una Caccia all’assassino. Ariadne è perplessa perché certe cose che sono state
cambiate nel suo programma, le hanno dato il presentimento che qualcuno l’abbia
usata per uno scopo più sottile: uccidere davvero qualcuno. Lei e Poirot cominciano
ad investigare. La Follia è una Villa Monstre, una sorta di sintesi di più
stili diversi, sita nella proprietà dei Folliat, un’antica casata decaduta, di
cui rimane viva l’ultima discendente, rimasta senza figli, entrambi morti in
guerra. La donna, che aveva la tutela di una ragazza povera ma di ottima
famiglia, l’ha maritata con un facoltoso proprietario terriero, John Stubbs. La
donna è alquanto ingenua e povera di spirito, con uno spirito fanciullesco,
quasi. Scompare quando viene annunciato l’arrivo di suo cugino dall’Argentina,
che lei definisce malvagio. La scomparsa della donna fa pendant con la scoperta
del cadavere che non era quello che era stato previso in origine dal programma
della festa: è una ragazza, una boy scout, che è stata davvero strangolata.
Aveva raccontato a Poirot poco prima che suo nonno, un vecchio con non tutte le
rotelle a posto, le aveva detto di aver visto tempo pima il corpo di una donna
nel bosco, che poi era sparito. Le indagini non potano a nulla, finchè Poirot non
scopre che il vecchio custode, morto per incidente ma che egli sospetta sia
stato ucciso, è proprio lui il nonno della vittima. Da questa ammissione Poirot
formula la sua storia, e cattura un assassino spietato e astuto.
Questo il plot in
sintesi de La sagra del delitto e di Il segreto di Greenshore.
Il
racconto, vergato invece in sostituzione del secondo, pur avendo in comune La
Follia, cioè un edificio monstre pacchiano, è completamente diverso. Ed è in
sostanza un racconto con delitto impossibile, la cui soluzione se vogliamo è
affidata tutta alla genialità della vecchia zitella, scendendo un po’ dal cielo
anche se gli indizi ci sono, anche se abbastanza indefiniti.
Raymond
West, il nipote di Miss Marple, ed un suo amico Horace Bindler, sono alla
ricerca di mostruosità architettoniche. Per quello Raymond porta l’amico
architetto a vedere la Follia di Greenshaw, una enorme dimora vittoriana di
gusto assai discutibile. Mentre stanno osservandola, essendo anche penetrati in
una proprietà non loro, incontrano la vecchia Greenshaw, l’ultima discendente
della famiglia che pensa che Horace sia un poliziotto, e poi chissà perché.
Mentre due stanno parlando della villa con lei, la Greenshaw chiede loro
di fare da testimoni per la firma del suo testamento: ha pensato di donare
tutto alla sua governante, Sig.na Cresswell, così ha il pretesto per non
pagarle lo stipendio e per di più assicurandosi così la sua fedeltà sino alla
sua morte. Una gran bella pensata! I due appongono la loro firma sul testamento
che poi la Greenshaw inserisce in un libro.
Raymond
torna a casa e racconta tutto a sua moglie, alla nipote di lei Louise Oxley e a
sua zia. L’unica cosa che Miss Marple osserva tuttavia è sulla credenza che
Bindler fosse un poliziotto. Per quale motivo?
Qualche
giorno dopo, ricevono una richiesta da casa Greenshaw: la signora chiede
qualcuno per occuparsi delle sue memorie in diari; Raymond propone la
Oxley, e nonostante le sue perplessità perché sa che la signora Greenshaw è
alquanto tirchia, apprende che la ragazza è stata non sono assunta ma anche con
un contratto molto vantaggioso. Tanto che comincia il suo lavoro l’indomani.
Nei
giorni che passano, oltre ad aver parlato con la Sig.ra Greenshaw all’inizio,
non vede più nessuno se non la Sig.na Cresswell che alle 11,30 di mattina porta
il caffè con i pasticcini, e di sfuggita talora Alfred, il factotum, che è
sempre mal digerito dalla Crosswell. Fino a quando accade la tragedia. Dopo che
ha ricevuto i pasticcini e il caffè, sporgendosi fuori dalla finestra, vede la
sig.ra Greenshaw con l’abito consueto: vestito a fiori e cappello di paglia,
intenta a estirpare le erbacce dalle aiuole. Il tempo di vederla lavorare
e..qualche minuto dopo, ne sente le urla, e la vede barcollare con infissa una
freccia nel collo. Entra in casa e stramazza a terra facendo cadere per terra
ad es. il servizio di Sévres.
La
sig.na Oxell vorrebbe andare a prestarle aiuto ma si avvede che la sua
stanza è chiusa a chiave e così pure le dice la sig.na Crosswell. Chiamano
aiuto e compare un poliziotto imbranato, che non sa cosa fare. Poi dopo un
tempo interminabile arrivano un vero ispettore ed un sergente di polizia, che
annunciano la morte della signora.
Dalla
testimonianza di Louise Oxell, emerge che la signora è stata uccisa con una
freccia alle 12,25 e ha pronunciato le parole: “Colpita... lui mi ha
colpita... con una freccia... cercate aiuto”. Quindi..un assassino maschio. Ma
i soli maschi sono Alfred, che era al Pub e ci sono molti che lo possono
confermare e stessa cosa per il nipote. Per di più Louise e la Cressweell erano
chiuse dal di dentro in stanza e la cosa è stata appurata dalla polizia. Morale
della favola: c’è la vittima ma dell’assassino nessuna traccia, perché tutti
quelli che sarebbero potuti essere l’assassino, hanno degli alibi a prova di
bomba. Soprattutto Alfred, che è membro di un club di tiro con l’arco e arciere
abilissimo.
Così,
Miss Marple per smontarli, deve necessariamente guardare l’omicidio da una
diversa prospettiva ed azzardare che chi Louise ha visto barcollare con una
freccia non fosse la vera signora Greenshaw, che invece è stata uccisa dopo. E
che il poliziotto che Louise aveva visto arrivare sulla scena del delitto, non
fosse un vero polizotto ma una comparsa, il complice di qualcuno e magari
l’assassino.
Uno
però della cerchia dei sospettati.
Miss
Marple, elabora una teoria che chiarisce tutti i punti, primo fra tutti
l’omicidio impossibile, ricostruisce la vera identità di Alfred, vero erede di
Greenshaw al posto della Crosswell (c’è un secondo testamento che invalida il
primo), e inchioda gli assassini anche sulla base delle erbacce strappate dalla
tizia china sulla aiuola. Colpo di genio.
Racconto
assai arguto, con omicidio impossibile, che scaturisce dal tempo, un vero
marchio di fabbrica della Christie (come non ricordare Murder under the Sun
?), e che modifica sensibilmente la collocazione temporale degli alibi, fa uso
anche di altri escamotage, tipici del giallo british, primi fra tutti gli
scambi di persona e il ritorno dell’erede, che qui è doppio: ce né uno dato per
vero che non lo è, ed un altro di cui non si sa nulla che è invece quello vero
sulla base della rassomiglianza tra il personaggio in questione ed il soggetto
di un vecchio quadro nella casa.
Pietro De Palma
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