Di Hillary
Waugh abbiamo già parlato in occasione dell’ottimo romanzo ripresentato da
Polillo.
Waugh
cominciò però, come abbiamo già detto, con tre romanzi della tradizione
classica del Mystery – Enigma. E il
primo in assoluto fu Madam Will Not Dine
Tonight, 1947.
Sheridan
Wesley è stato invitato a casa di Valerie King per una cena. Niente di strano
se Valerie King fosse di sua conoscenza, ma così non è. L’invito è tanto più
strano perché a Sheridan, che è investigatore privato, è stata recapitata una
busta con l’invito in cui c’era una banconota da cento dollari e anche la
richiesta di portare con lui a cena un’accompagnatrice, nel caso suo, sua
moglie.
L’invito,
che è già strano di per sè, acquista ancora maggior valenza in tal senso quando
i due arrivano a casa di Valerie e non la trovano ad aspettarli; trovano invece
una strana compagnia di persone: Jimmy Burns, un giornalista scandalistico;
Charley Cromwell, un playboy; James Godfrey, un avvocato; Gloria Van Ryne, una
bella ragazza di buona famiglia; i coniugi Hammitt. Il gruppo di individui là
convenuti è tanto più strano in quanto loro non si conoscono – e potrebbe anche
accadere che ad una festa le persone non si conoscano – ma ancor più è strano
quando appare chiaro a Wesley e a sua moglie, che alcuni di loro dicono di aver
mai conosciuto prima la King: per esempio i coniugi Hammitt, Burns e Gloria Van
Ryne.
Intanto
tutti aspettano Valerie, ma la padrona di casa sembra far aspettare i suoi
ospiti. Sheridan comincia a chiedere informazioni, a fare domande: i domestici,
i coniugi Webb, dicono che è andata in città il giorno prima e che quando loro
sono tornati, alle dieci di mattina, già non era in casa, ma aveva annunciato
il giorno prima di preparare la casa per un ricevimento serale, quando sarebbero
tornati. E loro avevano fatto quanto loro ordinato. Tuttavia, questa
rivelazione pare essere in contrasto con quanto Wesley ha scoperto: cioè che
l’auto di Diana è ancora in garage. Segno che sarebbe andata in città a piedi
da una villa in aperta campagna. Wesley comincia a sentire puzza di bruciato:
se in casa sembra non esserci, da qualche altra parte starà. Intorno alla villa
c’è un boschetto: nonostante sia sera, faccia freddo e loro siano vestiti con
abiti da sera, Wesley e Diana si incamminano, illuminando il terreno con una
lampadina tascabile che lui porta sempre in auto. Fatto sta che dopo aver
trovato su un tratto di terreno, delle impronte di tacchi femminili, e poi una
scarpa femminile col tacco, trovano Valerie, nuda, accoltellata, e morta da un
bel po’, almeno un giorno.
Ritornano
in villa e chiamano la polizia.
Le
indagini sono affidate al capitano Slocum, che inizialmente diffida di Wesley,
pensando ad un depistaggio, per poi dargli credito (ma solo fino ad un certo
punto) quando sa che Wesley e l’Ispettore in capo Bradley, della Squadra
Omicidi della Polizia di New York, sono ottimi amici. Nonostante tutto lo fa
pedinare. Questo provoca la reazione di Wesley che, invece di affiancare
l’indagine, indaga per conto proprio: innanzitutto sottrae, all’apertura della
cassaforte di Valerie King, dalle foto e documenti che gli porge Slocum, una
vecchia foto; poi in sua assenza, perquisisce più a fondo lo studio, dove aveva
trovato, comunicando per telefono alla polizia l’avvenuto decesso di Valerie,
del tabacco sparso sul tappeto e due barattoli di sigarette (di color rosso e
verde) con i tappi invertiti che aveva messo a posto: partendo dal presupposto
che i coniugi Webber ed in particolare la donna aveva affermato di aver pulito
a fondo la casa giovedì mattina prima di andare via, ne desume che il tabacco
doveva essersi versato dopo, come per una lite, quando i barattoli si erano aperti e le sigarette
erano finite sul tappeto. Togliendo il tabacco, si accorge che ci sono dei
punti sul tappeto appiattiti, come se per del tempo ci fosse stato appoggiato
sopra qualcosa di pesante che ipotizza essere state le gambe dello scrittoio;
spostandolo in modo da far arrivare su queste zone i piedini delle gambe, si
accorge che le zone del tappeto ricoperte provvisoriamente dalla gambe
presentano delle macchie, presumibilmente di sangue: capendo che è lì che si è
consumato l’assassinio, bussa sulle pareti per cercare ipotetici cassetti
segreti e trova invece, dietro una riproduzione di un Corot, il proiettile di
una 38 conficcatovi dietro, che provvede a rimuovere e a prendere.
Dopo aver
ripulito la stanza, va a consegnare il proiettile al suo amico della Omicidi
per gli esami balistici, solo per sapere che proviene dalla pistola di un noto
gangster finito tempo prima sulla sedia elettrica. Inoltre, facendo una ricerca
sui giornali di anni prima, risale alle persone ritratte nella foto che ha
sottratto: si tratta di due rapinatori, Lenny Myers e Joe Freeman: il primo,
che aveva una sorella più piccola, Virginia Myers, è stato giustiziato sulla
sedia elettrica, per l’omicidio di un benzinaio; il secondo, è evaso di
prigione e non se ne è saputo più nulla; Virginia più tardi aveva cambiato il
nome in Valerie King. Assieme ad altri indizi, tra cui carte e lettere conservate
in quella cassaforte, esce fuori un altro ritratto di Valerie, non semplice
moglie, tradita da un marito che si sollazza con quattro amanti, che vive con
la cospicua rendita di azioni dell’ex marito, frutto del divorzio, ma
ricattatrice patentata, che ricattava Cromwell, ex suo amante, ma anche
probabilmente l’avvocato Godfrey, suo legale nella causa di divorzio; e
probabilmente anche l’ex marito: possibile che ricattasse anche i coniugi
Hammitt? Wesley si accorge che invecchiando la foro di Freeman, quella
rispecchia l’attuale volto di Hammitt, l’industriale che ora lui sa essere un
galeotto evaso, che poi ha fatto fortuna nell’industria. Chi sarà mai l’assassino?
C’entra qualcosa il tentato suicidio del figlio dei Webb, innamorato anche lui
di Valerie, che ricattava i suoi amanti e poi seduceva i giovani? Ha qualche
valore la scoperta effettuata da Wesley, contestualmente alla scoperta delle
macchie di sangue sul tappeto dello studio, di un frammento di lente diottrica?
Madam Will Not Dine Tonight, che fu scritto mentre Waugh era ancora
sotto le armi, non ebbe molto successo. Per quale
motivo questo primo suo romanzo non ottenne il successo voluto? Probabilmente
perché non creava nulla di nuovo. Avrebbe affascinato, se non avesse ripetuto
alcuni elementi propri di romanzi usciti precedentemente al suo: è questo il
limite del romanzo. E’ un prodotto onesto, scritto assai abilmente, che mischia
l’Hard Boiled (i pedinamenti; l’aggressione nel night-club con scazzottamento,
che fa il verso a tante altre analoghe, in particolare ad una contenuta in Headed for a Hearse, di Jonathan Latimer; la donna fatale, contrapposta
alla moglie, che vuole con il sesso ottenere il risultato prefissatosi e quando
non l’ottiene si produce in un effluvio di oscenità da scaricatore di porto)
con il Mystery deduttivo (il sangue sul tappeto, che fa il verso ad un romanzo
di Ellery Queen, The Egyptian Cross
Mystery; la lente diottrica rotta e lo scambio delle scatole di sigarette,
indizi connessi al daltonismo, che fà il verso ad altro romanzo di Ellery
Queen, The Greek Coffin Mystery; e
sempre a tale romanzo di Ellery Queen potrebbe rifarsi questo di Waugh, per
quanto riguarda la vena artistica di Godfrey, giacchè come nel romanzo di Queen
c’è il pittore falsario Grimshaw, qui c’è l’avvocato Godfrey che è anche un
artista provetto in quanto realizza delle stampe; il ricatto, tema già
approfondito in tantissimi altri romanzi; e pure in parecchi romanzi precedenti,
c’è l’indizio della falsa impronta per depistare le indagini) secondo un
percorso già indicato proprio da Jonathan Latimer o da Craig Rice.
Al tutto aggiunge dei temi assai
personali, che si ricavano se si associ ancora una volta, come accade
spessissimo nei primissimi romanzi di un determinato autore, la vicenda personale
a quella del suo eroe. Non a caso per esempio la moglie di Wesley, sia chiama
Diana, come la moglie di Hillary Waugh, e l’avvocato Godfrey si diletta in
stampe essendo un provetto disegnatore, come disegnatore lo era lo stesso
Hillary, dedicatosi oltre che alla scrittura anche al fumetto.
Un romanzo comunque che si legge
tutto d’un fiato, sorretto da ottimi dialoghi. Tuttavia anche se la prova determinante è data da un ragionamento
che dà i risultati voluti e che sfugge per sottigliezza al lettore, il
colpevole può essere facilmente individuato sulla base del proiettile analizzato,
parecchio tempo prima.
In pratica, non vi è nessun effetto sorpresa nel finale
(parliamo ovviamente del romanzo letto da lettori incalliti), in quanto il
colpevole non può essere che essere una sola persona!
Pietro De Palma
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