giovedì 16 maggio 2019

Rintaro Norizuki : Midori no Tobira wa Kiken ("The Lure of The Green Door", in The Realm of Impossible, by John Pugmire and Brian Skupin) - trad. Ho-Ling Wong


Norizuki-san è il presidente dell’ Honkaku Mystery Writers Club of
Japan, la controparte del Detection Club inglese.
E’ nato il 15 ottobre 1964 a Matsue.
Ha debuttato nel 1988 con il romanzo Mippei Kyoshitsu (The
Locked Classroom) and ha scritto 8 romanzi con il suo personaggio omonimo Rintaro Norizuki. Ha ricevuto nel 2005 l’Honkaku Mystery Award (categoria: fiction) per il suo romanzo Namakubi
ni Kiite Miro (The Gorgon‘s Look).
The Lure of the Green Door (1991) fu pubblicato in EQMM nel Novembre 2014 e fu il secondo racconto ad essere stato pubblicato in Occidente. Infatti  An Urban Legend Puzzle del 2001 fu il primo (e vinse il Mystery Writers of Japan Award for the best short story nel 2002) e pubblicato sull’ Ellery Queen‘s Mystery Magazine nel gennaio 2004.

Norizuki Rintaro dovrebbe incontrare un editore che gli vuole commissionare un racconto, ma la bibliotecaria della Biblioteca Comunale presso cui stanno parlando, Sawada Honami, una bella ragazza a cui Rintaro è interessato, gli propone un appuntamento.
Rintaro vorrebbe pensarci su, ma la ragazza passa all’attacco, si fa dare il numero telefonico dell’editore dal quale Norizuki dovrebbe recarsi e spacciandosi per la sua segretaria, annulla l’appuntamento dell’indomani,  a causa di una caso urgente, con una Camera Chiusa, a riguardo della quale cui gli è stato chiesto un parere.
Prontamente Rintaro Norizuki recupera il controllo della situazione, rassicura l’editore di Shoetsu Nova in merito alla sua volontà di scrivere un racconto per lui, e poi deve anche scusarsi per le parole dette da Honami che lo metterebbero in una situazione poco piacevole perché non c’ è nessuna Camera Chiusa a riguardo della quale gli è stato chiesto un parere. E’ solo un gioco. Ma ora l’editore vuole da lui proprio un racconto con una sensazionale Camera Chiusa.
E invece no. Una camera Chiusa ci sarà davvero!
Infatti il giorno dopo i due s’incontrano, ma la ragazza è incavolata perché ha visto per quale rivista sia stato contattato Norizuki: è una rivista che espone nudi di attrici in copertina, una rivista per soli adulti o quasi. Con lei che attacca e lui che si difende, insomma quasi una baruffa amorosa, vengono definiti i termini della questione e tutto nasce perché Rintaro a sua volta contesta alla ragazza di portare le lenti a contatto durante il suo giorno libero, lei che ha detto di portarle solo quando lavora. Il fatto è invece che quel giorno, che sarebbe dovuto essere riposante per la ragazza, assume i contorni di una giornata lavorativa, perché lei deve andare presso un tale che ha donato la sua biblioteca alla biblioteca comunale e lei deve occuparsi della cosa. Ovviamente Rintaro dovrà farle anche da chaffeur.
Questo tale si chiama, anzi si chiamava Sugata Kuniaki,  “il figlio più giovane di una famiglia benestante. Lui era come un maniaco della letteratura fantasy, diventato adulto. Stava collezionando rari
e libri di valore, per lo più legati all'occultismo e al misticismo..dopo l'università ha lavorato in banca per un po ', ma il suo interesse si era ulteriormente sviluppato - aveva persino partecipato a una fanzine
- e improvvisamente si era dimesso dal suo lavoro. ..Da allora, lui ha lavorato come presidente della sua fanzine, traducendo alcuni lavori minori sotto il nome di Kurouri Arashita”
Rinataro si ricorda di aver visto un lavoro di questo Kuniaki sotto lo pseudonimo Kurouri Arashita: aveva scritto qualcosa su Aleister Crowley, il più grande esoterista del ‘900.
Beh, insomma, questo Sugata Kuniaki è morto nel suo studio della sua casa. Invitato più volte dalal Biblioteca a tenere dei corsi, aveva stabilito così eccellenti rapporti da promettere che nel caso fosse morto, tutta la sua collezione di libri, che è enorme, sarebbe passata alla biblioteca nella quale lavora Sawada. Eha fatto mettere poi questa promessa in esteso nel suo testamento. Per cui, ora che è morto, la sua collezione dovrebbe passare intera alla Biblioteca. A questo si oppone la moglie del defunto.
Tutto ciò è strano. Perché mai dovrebbe opporsi la moglie? Interessi privati, con collezionisti? Forse. A Rintaro tuttavia suona un certo campanellino nel cervello e chiede come sia morto il collezionista. Impiccato è la risposta. Impiccato in una stanza la cui porta è stata trovata sprangata dall’interno e che è stata del tutto fracassata per accedere, in una stanza in cui altre uscite non ce ne sono. Quindi, in sostanza, un delitto in una Camera Chiusa.
Rintaro ha trovato un caso di cui parlare nel suo racconto.
A Rintaro comunque sembra strano che uno come la vittima, che si era vantato in vita esser quasi come Crowley, e quindi avesse un’autostima molto forte, si fosse impiccato.
A quel punto l’amica gli confessa che se è quella una cosa strana, nella stanza in cui si è uccisa, ce n’era una ancor maggiore, e glielo dice facendogli una domanda:
Conosci “The Door in the Wall” ?
-Sì, una storia di Wells con una porta verde che porta a un altro mondo. Perché?

-La porta verde, è nello studio del signor Sugata
"The Door in the Wall" è una storia fantasy dello scrittore di fantascienza inglese H.G. Wells, famoso per opere come The Time Machine e The War of the Worlds. Il protagonista della storia è il giovane Wallace che da piccolo aveva trovato nella città di Londra in un muro bianco una porta verde varcato la quale si era trovato in un altro mondo.
Ora una porta verde come quella di Wallace si trovava nella stanza del suicidio e in origine metteva in collegamento la stanza con il giardino all’esterno. Proprio sulla falsa riga del racconto che adorava, Sugata Kuniaki si era fatto costruire una vera porta. Sia questa che quella dall’altra parte della stanza erano di quercia, ma solo l’altra era utilizzabile, ed era quella che avevano trovato chiusa dall’interno e che avevano dovuto sfondare; l’altra aveva i cardini arrugginiti o il legno della porta era così enfiato ed ingrossato che non si spostava di un millimetro. La polizia aveva fatto tutti gli accertamenti per vedere se si fosse potuta aprire, ma era come se avesse volontà propria a non aprirsi. La vittima pare che ancora in vita aveva detto ai suoi amici che la sua porta si sarebbe aperta quando lui fosse morto, ma questa profezia non si era avverata perché la porta verse era saldamente ancorata alla parete.
La villa si trovava a nord della stazione di Kichijōji, nel mezzo di una zona residenziale vicino al confine con il quartiere di Suginami. Era un edificio stile occidentale a due piani, decrepito, con problemi di staticità, di legno. Sembrava proprio per il suo aspetto, ideale dimora di un occultista.
Norizuki e Honami, il tempo di ammirare la casa e sono affrontati da una bellissima donna, Sugita, la moglie della vittima, che indirizza uno sguardo lascivo a Norizuki, cosa che non passa inosservata alla sua compagna. Norizuki approfitta della chance offertagli e chiede in virtù di una bugia, cioè della sua conoscenza del marito precedente a quest’incontro, di essere ammesso alla biblioteca di quella dimora, sede della sua fantastica collezione. Da parte sua Honami chiede nella sua veste di bibliotecaria, il perché la vedova si rifiuti di donare la collezione di libri. La risposta è quantomai inaspettata: alla donna più volte è comparso il fantasma del marito, che le ha ingiunto di non separare quella casa dai libri da lui tanto amati, così che muoiano assieme alla casa.
Lo scopo di Honami dev’essere quello di tenere impegnata in conversazione la moglie, affinchè Norizuki possa visitare la biblioteca e trovare elementi che possano risolvere il dubbio, se cioè Sugata Kuniaki si sia ucciso o sia stato ucciso con un trucco.
La biblioteca sita al secondo piano, si sviluppa nell’ala orientale della casa ed occupa un terzo della larghezza della casa: è occupata da una mole impressionante di libri, circa 8000,ripartiti in scaffali raggiungibili da scale montate su binari.
Quando scende nello studio, esso è esattamente sotto la bilioteca. La porta che era stata rotta per permettere di entrarvi, aveva i cardini nuovi. Era una porta come tante, pesante di quercia. Era stata serrata dietro e si era appurato che non potesse essere aperta dal di fuori in nessun modo. Dall’altra parte c’era la famosa porta verde. Sugita dice che era stata fatta per essere aperta. Norizuki tenta di spingere, ma per quanta forza metta, sudato dopo un pò deve smettere perché non ottiene nulla.
5 uomini della polizia l’avevano spinta senza ottenere nulla: figurarsi se lui ci sarebbe potuto riuscire!
Norizuki sa che dall’altra parte c’era un giardino.
Interrogata la donna, sa che lei un bel giorno, trovata la porta dello studio chiuso dal di dentro, pensando a qualcosa che di brutto fosse accaduto, lei aveva chiamato subito il pronto intervento ed erano stati loro a distruggere la porta, saldamente sbarrata dal di dentro, per entrare nella stanza do9ve avevano trovato il povero Sugata Kuniaki impiccato: pare che soffrisse di turbe maniache depressive.
Norizuki, sempre più convinto che la donna celi qualcosa, si rivolge al padre Ispettore di polizia e gli confida i suoi timori. Hanno bisogno di sapere però di più sul conto della donna. Pertanto il padre si reca dalla polizia della località in questione, che  è Musashino, per avere ragguagli dalla polizia locale. E qui viene a sapere dalla gente del posto, alquanto reticente sulle prime, che la donna pare abbia un amante, il direttore di un’agenzia di trasporti, da almeno tre anni. Ma poi sa anche dell’altro. Se ai più è stato taciuto, in realtà i due non è vero che non avessero figli. Poiché ne avevano una, però pesantemente handicappata. Di cui la madre non voleva sapere nulla tant’è vero che l’avevano messa in una clinica e lasciata lì. La vittima aveva scoperto la tresca tra la moglie e l’amante e aveva deciso di divorziare.
Fine della faccenda? No, perché pare che il padre della vittima fosse straricco. Nel caso in cui fosse morto, alla sua morte il figlio avrebbe ereditato una considerevole fortuna, e lei avrebbe partecipato della fortuna in quanto moglie e avrebbe continuato a divertirsi con l’amante. Ma la scoperta del marito aveva cambiato le carte in tavola: se lui avesse divorziato da lei prima della morte del padre, alla donna non sarebbe toccato nulla, tanto più che la colpa del divorzio sarebbe ricaduto sui di lei. Quindi andava eliminata la causa del contendere, cioè il marito: in quel caso, anche supposto che il marito avesse deciso di eliminare dal testamento la moglie, ella comunque in quanto madre della figlia erede della fortuna e non capace di intendere e di volere, avrebbe comunque amministrato l’ingente patrimonio.
Quindi è chiaro che la vittima sia stata uccisa, probabilmente strangolata e poi appesa a simulare l’impiccagione (il medico incaricato dell’autopsia dichiara che forse è stata fatta troppo superficialmente) dai due amanti.
Tuttavia il quid è tutto sul modo come si sia chiuso il cadavere in una stanza praticamente inespugnabile, chiusa dall’interno, le cui uniche finestre sono state inchiodate.
Tutto si basa sui libri.
L’indomani Norizuki accompagnato da suo padre e da molti uomini svelano il mistero della camera Chiusa.
Innanzitutto è da dire – lo dico anche con un po’ di orgoglio personale – che il racconto di Rintaro Norizuki e il mio, contenuti entrambi nella stessa antologia di John Pugmire, sono alcuni dei racconti più originali della raccolta.
Esaminando il racconto giapponese, vediamo innanzitutto come eredita pesantemente, ma anche sotto una luce propria, l’influenza della narrativa occidentale, e nella fattispecie statunitense, di Ellery Queen: non a caso Rintaro Norizuki è detto l’Ellery Queen giapponese. Infatti come nella produzione dei due cugini ebrei Dannay &Lee, anche Rintaro crea un personaggio che sia autore delle storie e insieme loro protagonista: ma mentre per i due cugini, Ellery Queen è uno pseudonimo (che permise loro anche di giocare sulla querelle che oppose Ellery Queen a Barnaby Ross, altro loro pseudonimo), nel suo caso non lo è: laddove nei miei racconti, Piero Alteri è l’unione tra me stesso (il mio nome) e Paul Halter (Alteri è una  italianizzazione del suo cognome), nel caso Rintaro, si realizza l’identificazione tra l’autore e il protagonista, quasi un universo parallelo, immaginario in cui Rintaro si ritrova detective a sbrogliare le più intricate matasse.  E anche lui guarda caso ha un padre ispettore di polizia, il parallelo di Richard Queen.
Per di più, nel nostro caso, le simpatiche baruffe amorose tra Honami e Norizuki, sembrano quelle tra Ellery e Nikki Porter. E non a caso è lei ad avvicinarsi di più alla verità, prima che l’indovini Norizuki.
E c’è anche la firma di Ellery Queen, nel romanzo: il messaggio del morente. Infatti è riportato come la vittima avesse confidato ai suoi amici che dopo la sua morte, la porta verde si sarebbe aperta, mentre in vita era saldamente chiusa, sigillata.
Il tutto in relazione ad una camera chiusa la cui soluzione è perfettamente logica oltre ad essere un miracolo di semplicità, e di originalità: legata, come dice ad un certo punto Honami, a qualcosa di gravitazionale: “You mentioned a dimensional gap because of some gravitational force. And that‘s when you happened to hit at the secret of the green door”.
Honami parla della porta, come apertura gravitazionale, come lo è nel romanzo di Wells, verso un universo parallelo, mentre Norizuki lo intende in rapporto ad altro significato.
Tempo fa lo criticai, ma rileggendolo ho potuto vagliare la sua assoluta freschezza: del resto la soluzione è assolutamente originale, come lo è quella del mio racconto, non derivando da alcun altro ma diventando l’archetipo per altre soluzioni basate sullo stesso principio.
Per capirla bisogna leggere attentamente il racconto, basandosi sulla descrizione che egli fa della casa, e la posizione sia della biblioteca che dello studio. Tenendo bene a mente che nella stanza ideata da Rintaro Norizuki, non vi sono passaggi segreti o finestre nascoste; e che i cardini delle due porte presenti nello studio sono nuovi in quella di accesso, che viene distrutta perché bloccata dall’interno, mentre nell’altra, nella porta verde, sono arrugginiti. Ma la loro natura non è connessa direttamente alla spiegazione, semmai ne spiega gli effetti.
Tutto è assolutamente come viene descritto.

Pietro De Palma

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