Howard Browne, si potrebbe dire che sia oggigiorno, un magnifico
sconosciuto. Nato a Omaha (alcuni dicono nel 1907 altri nel 1908), fino
al 1939 anno nel quale comincia a scrivere storie cosiddette pulp, fa
mille mestieri diversi. E’ un autore nato: si fa subito notare in quel
mondo particolare e per parecchi anni sarà redattore capo di riviste di
punta come Amazing Stories e Fantastic Adventure. Dal 1957 comincia la
sua collaborazione col mondo dorato della celluloide, firmando le
sceneggiature di soli 4 films ma anche moltissime di serie televisive
di successo tra cui Mission Impossibile, Il Tenente Colombo, Il
Fuggitivo, Mannix, Perry Mason.
Nel campo della narrativa firma con lo pseudonimo di John Evans i 3 grandi romanzi della serie Halo (Halo in Blood, 1946; Halo for Satan, 1948; Halo in Brass, 1949), creando Paul Pine; e anche If You Have Tears (1947), in cui fa commettere un omicidio da un banchiere allo scopo di incassare i soldi di un’assicurazione; e The Taste of Ashes, 1957; e, nel 1985, il quinto e ultimo, Paper Gun.
Mentre col suo nominativo originario, firma Thin Air, 1953. Di questi romanzi, qualcuno è stato pubblicato come Halo in Blood col titolo italiano “Funerale in grande stile” (I Gialli del Secolo- Gherardo Casini Editore).
Ma i Gialli pubblicati con lo pseudonimo di John Evans e anche Howard
Browne sono importanti anche per altro: sono diretti e vanno fino al
cuore, come i romanzi di James Cain; e hanno un’evidente filiazione da
Raymond Chandler. Infatti, John Evans, nel suo caso, è un altro
personaggio di detective creato da Chandler in un suo racconto del 1941,
“No Crime
in the Mountains”, poi servito come base del romanzo “La donna nel
lago”, e ripreso poi da Howard Browne. Non solo : uno dei tanti
pseudonimi usati da Browne per scrivere romanzi e racconti polizieschi e
storie pulp e fantascientifiche, è Lawrence Chandler.
Per di più Browne è stato un autore notevolmente estroso ed eclettico : Halo in Blood
si apre con uno stranissimo funerale in cui dodici prelati di dodici
ordini diversi partecipano ad una sepoltura, ma poi il caso si complica
in maniera incredibile; e il secondo romanzo della serie Halo, Halo for Satan,
riguarda un casi di uno scritto autografo di Gesù intorno a cui
maturano diversi omicidi, trama che anticipa incredibilmente tutta una
serie di thriller esoterici di ultima generazione; e Halo in Brass,
parla di omosessualità femminile.
A detta di molti, il migliore romanzo, scritto da Browne, sarebbe proprio l’ultimo, The Taste of Ashes,
un romanzo crudo, in cui si ritrova Pine questa volta alle prese ancora
una volta con lo scontro con la polizia di una cittadina, e in
definitiva contro tutto un paese: è un romanzo con un ritmo più lento
degli altri, perchè più triste e nel contempo meglio caratterizzato: c’è
un uomo che non era quello che pensava la moglie, una moglie che sapeva
troppe cose ed una bambina che ha una funzione centrale: infatti il
romanzo parla di pedofilia, ed è in ciò la portata storica di Browne.
Tuttavia a detta dello stesso Browne, intervistato, invece pare fosse
proprio Thin Air, il romanzo attualmente in edicola, col titolo
tradotto in “Controfigura di un rapimento”( va detto tuttavia che
all’inizio degli anni ’60 lo stesso romanzo era stato tradotto una prima
volta in Italia col titolo di “Aria Rovente”) quello che a lui piaceva
di più. Strano tuttavia che un autore così interessante non abbia mai
attecchito veramente in Italia, anche se oltre Thin Air nelle sue due
traduzioni italiane, di Howard Browne fossero stati tradotti nel 1957,
sia “La Maschera di Satana” (Halo for Satan), sia “Donne Pericolose” (Halo in Brass).
Circa tre mesi fa, in estate, parlando con un amico, Tiziano Agnelli,
grande conoscitore di letteratura pulp e western, questi mi diceva come
avesse tentato in più d’una occasione di convincere l’editor di una casa
editrice a pubblicare i romanzi di Browne, scabrosi ben più che altri
autori più famosi, non ricevendo neanche una risposta.
Il
romanzo si apre con una donna che sparisce: sembrerebbe addirittura una
Camera Chiusa, se tuttavia vi fosse un particolare non da poco: perché
una Camera possa dirsi chiusa è necessario che la volatilizzazione
dell’assassino o della vittima sia incomprensibile, e porte, finestre,
serrande, camini, siano innegabilmente chiusi, anzi meglio sprangati. In
questo caso invece, mentre il marito sonnecchiante dopo una lunga
marcia in automobile dai luoghi della villeggiatura rimane in auto con
la figlia di tre anni, la moglie, Leona, apre la porta di casa
e..sparisce. Questo però lo si capisce dopo, dopo che il marito si è
chiuso la porta d’ingresso alle spalle, ha messo a letto la bambina e si
è fatto una doccia. Chiama la moglie più volte senza avere risposta,
esce, e si accorge che quella che gli sembrava una cosa a dir poco
strana (una sparizione da una casa chiusa) in realtà non lo è perché la
porta che lui si ricordava di aver chiuso anzi sprangato e portava al
retro della casa, non lo era più. Era invece solo chiusa. Ergo, la
moglie se n’è andata. Ma..perchè? Perché una donna dovrebbe aspettare
tanto tempo se volesse davvero lasciare suo marito e sua figlia e farlo
in modo tanto teatrale? Poco alla volta tuttavia Ames Coryell, mette in
chiaro che non dev’essersene andata certamente di proposito, tanto più, e
fatto molto strano e coincidenza non certo casuale, che un suo vicino
di casa viene trovato agonizzante col cranio fracassato in un cespuglio.
Da qui parte una serrata investigazione che porterà il nostro
protagonista ad essere addirittura sospettato di un tentativo di
omicidio (nei confronti del vicino) e di uxoricidio, cosa che si
tramuterà poi in un’accusa di duplice omicidio, prima di arrivare al
rush finale e alla soluzione. A questa si arriva però attraverso una
serie di mosse, che più che far pensare ad un Hardboiled propriamente
detto, ricordano un romanzo che affonda le proprie radici nella
detection classica: lo sdoppiamento di un feticcio, un soprabito,
porterà Ames a rivalutare la testimonianza di una bambina di 3 anni, che
pur se in un primo tempo si pensa stia valutando la realtà non in modo
consono, in realtà dice la più pura verità.
Va
tuttavia detto che, come ho sottolineato in un mio intervento altrove,
il romanzo pur essendo estremamente scorrevole, scritto con piglio
sicuro e anche con un certo umorismo sopra i righi, ha una piccola falla
che è spiegabile con il prosieguo della storia: non si capirebbe
infatti perché solo Ames dovrebbe essere accusato del duplice omicidio
(uno vero e l’altro ipotizzato) e non anche la moglie del vicino,
allorché il movente è quello della gelosia. Se davvero Ames, spinto
dalla gelosia per una ipotetica relazione tra la moglie ed il vicino,
avesse concepito di ucciderli entrambi, non si capisce per quale motivo
anche la moglie del vicino, ipotizzando la tresca, non sarebbe dovuta
essere presa in esame come ipotetica omicida. Certo è che questa ipotesi
a danno di Ames, assieme con la sua ricerca della moglie, diventa una
spina rovente perché egli si discolpi e non finisca arrosto sulla sedia.
Va
tuttavia detto che noto alcune cose interessanti: innanzitutto,
l’evidente strombazzamento dell’importanza delle agenzie di pubblicità,
al tempo e come una, quella di cui è dirigente il protagonista, venga
usata come soggetto attivo di ricerca: non di mercato però. Insomma un
uso della ricerca applicato ad un mezzo che in Italia era ancora da
venire, la televisione: attraverso l’etere, l’oggetto della pubblicità
cioè l’ascoltatore diventa soggetto e parte in causa, insomma quello che
poi abbiamo visto tante volte in “Chi l’ha visto?”. E sarà proprio
questa sua strumentalizzazione della sua azienda, a fornirgli la traccia
per risolvere la vicenda.
Non
solo. Noto anche un altro particolare molto interessante: la figura del
poliziotto è detestabile. Ora questo è un leit-motiv nei romanzi di
Browne: infatti in quelli della serie Halo, prende sovente in giro
proprio le autorità, segno di una antipatia personale verso tutto ciò
che era per sua natura, autorevole: il poliziotto, in Halo in Blood e il prete in Halo in Satan; e il banchiere in If You Have Tears,
in Inoltre, un altro particolare lega questo romanzo ai precedenti, e
non solo l’atmosfera che si respira alla fine, da hardboiled alla
Marlowe: il nome della protagonista femminile, la moglie che scompare è
Leona; e Leona è anche la figlia del magnate John Sandmark in Halo in Blood, il suo primo romanzo.Pietro De Palma
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