mercoledì 15 febbraio 2017

Howard Browne : Controfigura di un rapimento (Thin Air,1954) – trad. Carmen Descovich - I Classici del Giallo Mondadori N.1259


Howard Browne, si potrebbe dire che sia oggigiorno, un magnifico sconosciuto. Nato a Omaha (alcuni dicono nel 1907 altri nel 1908), fino al 1939 anno nel quale comincia a scrivere storie cosiddette pulp, fa mille mestieri diversi. E’ un autore nato: si fa subito notare in quel mondo particolare e per parecchi anni sarà redattore capo di riviste di punta come Amazing Stories e Fantastic Adventure. Dal 1957 comincia la sua collaborazione col mondo dorato della celluloide, firmando le sceneggiature di soli 4 films ma anche  moltissime di serie televisive di successo tra cui Mission Impossibile, Il Tenente Colombo, Il Fuggitivo, Mannix, Perry Mason.
Nel campo della narrativa firma con lo pseudonimo di John Evans i 3 grandi romanzi della serie Halo (Halo in Blood, 1946; Halo for Satan, 1948; Halo in Brass, 1949), creando Paul Pine; e anche If You Have Tears (1947), in cui fa commettere un omicidio da un banchiere allo scopo di incassare i soldi di un’assicurazione; e The Taste of Ashes, 1957; e, nel 1985, il quinto e ultimo, Paper Gun.
Mentre col suo nominativo originario, firma Thin Air, 1953. Di questi romanzi, qualcuno è stato pubblicato come Halo in Blood col titolo italiano “Funerale in grande stile” (I Gialli del Secolo- Gherardo Casini Editore).
Ma i Gialli pubblicati con lo pseudonimo di John Evans e anche Howard Browne sono importanti anche per altro: sono diretti e vanno fino al cuore, come i romanzi di James Cain; e hanno un’evidente filiazione da Raymond Chandler. Infatti, John Evans, nel suo caso, è un altro personaggio di detective creato da Chandler in un suo racconto del 1941, “No Crime in the Mountains”, poi servito come base del romanzo “La donna nel lago”, e ripreso poi da Howard Browne. Non solo : uno dei tanti pseudonimi usati da Browne per scrivere romanzi e racconti polizieschi e storie pulp e fantascientifiche, è Lawrence Chandler.
Per di più Browne è stato un autore notevolmente estroso ed eclettico : Halo in Blood si apre con uno stranissimo funerale in cui dodici prelati di dodici ordini diversi partecipano ad una sepoltura, ma poi il caso si complica in maniera incredibile; e il secondo romanzo della serie Halo, Halo for Satan, riguarda un casi di uno scritto autografo di Gesù intorno a cui maturano diversi omicidi, trama che anticipa incredibilmente tutta una serie di thriller esoterici di ultima generazione; e Halo in Brass, parla di omosessualità femminile.
A detta di molti, il migliore romanzo, scritto da Browne, sarebbe proprio l’ultimo, The Taste of Ashes, un romanzo crudo, in cui si ritrova Pine questa volta alle prese ancora una volta con lo scontro con la polizia di una cittadina, e in definitiva contro tutto un paese: è un romanzo con un ritmo più lento degli altri, perchè più triste e nel contempo meglio caratterizzato: c’è un uomo che non era quello che pensava la moglie, una moglie che sapeva troppe cose ed una bambina che ha una funzione centrale: infatti il romanzo parla di pedofilia, ed è in ciò  la portata storica di Browne. Tuttavia a detta dello stesso Browne, intervistato, invece pare fosse proprio Thin Air, il romanzo attualmente in edicola, col titolo tradotto in “Controfigura di un rapimento”( va detto tuttavia che all’inizio degli anni ’60 lo stesso romanzo era stato tradotto una prima volta in Italia col titolo di “Aria Rovente”) quello che a lui piaceva di più. Strano tuttavia che un autore così interessante non abbia mai attecchito veramente in Italia, anche se oltre Thin Air nelle sue due traduzioni italiane, di Howard Browne fossero stati tradotti nel 1957, sia “La Maschera di Satana” (Halo for Satan), sia “Donne Pericolose” (Halo in Brass). Circa tre mesi fa, in estate, parlando con un amico, Tiziano Agnelli, grande conoscitore di letteratura pulp e western, questi mi diceva come avesse tentato in più d’una occasione di convincere l’editor di una casa editrice a pubblicare i romanzi di Browne, scabrosi ben più che altri autori più famosi, non ricevendo neanche una risposta.
Il romanzo si apre con una donna che sparisce: sembrerebbe addirittura una Camera Chiusa, se tuttavia vi fosse un particolare non da poco: perché una Camera possa dirsi chiusa è necessario che la volatilizzazione dell’assassino o della vittima sia incomprensibile, e porte, finestre, serrande, camini, siano innegabilmente chiusi, anzi meglio sprangati. In questo caso invece, mentre il marito sonnecchiante dopo una lunga marcia in automobile dai luoghi della villeggiatura rimane in auto con la figlia di tre anni, la moglie, Leona, apre la porta di casa e..sparisce. Questo però lo si capisce dopo, dopo che il marito si è chiuso la porta d’ingresso alle spalle, ha messo a letto la bambina e si è fatto una doccia. Chiama la moglie più volte senza avere risposta, esce, e si accorge che quella che gli sembrava una cosa a dir poco strana (una sparizione da una casa chiusa) in realtà non lo è perché la porta che lui si ricordava di aver chiuso anzi sprangato e portava al retro della casa, non lo era più. Era invece solo chiusa. Ergo, la moglie se n’è andata. Ma..perchè? Perché una donna dovrebbe aspettare tanto tempo se volesse davvero lasciare suo marito e sua figlia e farlo in modo tanto teatrale? Poco alla volta tuttavia Ames Coryell, mette in chiaro che non dev’essersene andata certamente di proposito, tanto più, e fatto molto strano e coincidenza non certo casuale, che un suo vicino di casa viene trovato agonizzante col cranio fracassato in un cespuglio. Da qui parte una serrata investigazione che porterà il nostro protagonista ad essere addirittura sospettato di un tentativo di omicidio (nei confronti del vicino) e di uxoricidio, cosa che si tramuterà poi in un’accusa di duplice omicidio, prima di arrivare al rush finale e alla soluzione. A questa si arriva però attraverso una serie di mosse, che più che far pensare ad un Hardboiled propriamente detto, ricordano un romanzo che affonda le proprie radici nella detection classica: lo sdoppiamento di un feticcio, un soprabito, porterà Ames a rivalutare la testimonianza di una bambina di 3 anni, che pur se in un primo tempo si pensa stia valutando la realtà non in modo consono, in realtà dice la più pura verità.
Va tuttavia detto che, come ho sottolineato in un mio intervento altrove, il romanzo pur essendo estremamente scorrevole, scritto con piglio sicuro e anche con un certo umorismo sopra i righi, ha una piccola falla che è spiegabile con il prosieguo della storia: non si capirebbe infatti perché solo Ames dovrebbe essere accusato del duplice omicidio (uno vero e l’altro ipotizzato) e non anche la moglie del vicino, allorché il movente è quello della gelosia. Se davvero Ames, spinto dalla gelosia per una ipotetica relazione tra la moglie ed il vicino, avesse concepito di ucciderli entrambi, non si capisce per quale motivo anche la moglie del vicino, ipotizzando la tresca, non sarebbe dovuta essere presa in esame come ipotetica omicida. Certo è che questa ipotesi a danno di Ames, assieme con la sua ricerca della moglie, diventa una spina rovente perché egli si discolpi e non finisca arrosto sulla sedia.
Va tuttavia detto che noto alcune cose interessanti: innanzitutto, l’evidente strombazzamento dell’importanza delle agenzie di pubblicità, al tempo e come una, quella di cui è dirigente il protagonista, venga usata come soggetto attivo di ricerca: non di mercato però. Insomma un uso della ricerca applicato ad un mezzo che in Italia era ancora da venire, la televisione: attraverso l’etere, l’oggetto della pubblicità cioè l’ascoltatore diventa soggetto e parte in causa, insomma quello che poi abbiamo visto tante volte in “Chi l’ha visto?”. E sarà proprio questa sua strumentalizzazione della sua azienda, a fornirgli la traccia per risolvere la vicenda.
Non solo. Noto anche un altro particolare molto interessante: la figura del poliziotto è detestabile. Ora questo è un leit-motiv nei romanzi di Browne: infatti in quelli della serie Halo, prende sovente in giro proprio le autorità, segno di una antipatia personale verso tutto ciò che era per sua natura, autorevole: il poliziotto, in Halo in Blood e il prete in Halo in Satan; e il banchiere in If You Have Tears, in  Inoltre, un altro particolare lega questo romanzo ai precedenti, e non solo l’atmosfera che si respira alla fine, da hardboiled alla Marlowe: il nome della protagonista femminile, la moglie che scompare è Leona; e Leona è anche la figlia del magnate John Sandmark in Halo in Blood, il suo primo romanzo.
Pietro De Palma

Nessun commento:

Posta un commento