Della vita di Ngaio Marsh, ho parlato altre volte,
per cui stavolta non mi dilungo: ricordo tuttavia che fu una drammaturga
e che coltivò l’hobby della pittura. Queste due inclinazioni artistiche
si trovano espresse, più volte, nell’arco della sua produzione.
Un esempio è Artists in Crime, 1938,
tradotto e pubblicato in Italia, prima ne “I Gialli del Secolo” (traduz.
accorciata) negli anni ’50 col titolo “La modella assassinata”, e poi
negli anni ’90 da Mondadori, col titolo fedele “Artisti in delitto”. Va
detto ad onor del vero che entrambi i titoli in questo caso potrebbero
andar bene: il primo fa riferimento alla vittima, il secondo al
possibile assassino.
Agtaha Troy ha uno studio avviato di pittura a
Tatler’s End House. Lady Alleyn di Dane’s Lodge, madre di Roderick, ha
visitato nel passato, assieme al suo rampollo, una “personale” di Agatha
Troy, ed entrambi erano rimasti colpiti dal tocco della pittrice; dopo
l’incontro sulla nave “Suva”, Roderick viene colpito anche dalla
personalità della pittrice, ma pensa di non esser stato interessante ai
suoi occhi; non sa che la lei, è a sua volta rammaricata di aver fatto
una misera figura, con una persona che pensava banale e che invece si
era rivelata sensibile. Insomma..le premesse ci sono. E Roderick in una
lettera prega la madre di andar a fare visita ad Agatha.
Fatto sta che un giorno, i due si incontrano di
nuovo: motivo? Il fatto che Agatha ha organizzato a casa sua uno stage
di pittura centrato sul “nudo”, con dei promettenti allievi: Cedric
Malmsey, Wolf Garcia, Francio Ormerin, Phillida Lee, Watt Hatchett,
Basil Pilgrim, Valmai Seacliff. Chi mai potrebbe pensare che anche nel
corso di uno stage di pittura, possa germogliere il seme del delitto?
Eppure tra gli allievi, c’è la modella, Sonia Gluck, che lungi dal fare
solo il suo lavoro, cioè posare nuda, è anche abbastanza disinibita nei
propri rapporti coll’altro sesso, così da generare con parecchi dei
ragazzi, dei rapporti conflittuali: c’è chi ci va a letto, c’è chi ci è
già andato, c’è chi viene ricattato da lei, insomma..un
bell’assortimento di potenziali assassini. Perché sia il ricattato o i
ricattati, sia chi ci sia andato a letto o chi ci vada, viene da lei
posto nella condizione di nutrire nei suoi confronti, non proprio dei
sentimenti amichevoli. Così un bel giorno, Sonia è invitata a provare
una scena, tratta da una fiaba che Malmsley ha avuto l’incarico di
illustrare: una donna assassinata dalla moglie del suo amante, trafitta
da un pugnale infilato attraverso le assi della panca su cui lei è
adagiata.
Sonia viene invitata più volte ad assumere la posa
chiesta da Agatha, ma al drappeggio e alle assi della pedana, il suo bel
corpo nudo mal si adatta, per cui ben presto, nell’insofferenza degli
allievi chiamati a ritrarla, che devono cancellare di continuo quello
che disegnano, per i continui cambiamenti di postura della modella,
Agatha con un gessetto disegna la forma del suo corpo sulla panca,
cosicché quella non possa più adottare altra postura che quella
disegnata. I ragazzi si lasciano, dopo aver piazzato un coltello tra le
assi e averlo ritratto nella posizione che avrebbe se fosse affondato
nel corpo dell’amante assassinata. Si lasciano quindi per il week end:
la maggior parte dei ragazzi va via, mentre Garcia rimane per ancora un
po’ di tempo.
Quando riprendono le riprese, Agatha non è a casa:
comunque i ragazzi, sotto la guida di Katty Bostock, celebre pittrice
cui la Troy ha ceduto in affitto la sua casa durante la sua assenza di
un anno, riprendono la sessione di posa e,approfittando del contorno
disegnato da Agatha, anche se gran parte di esso è occultato dal
panneggio, i ragazzi chiedono che Sonia si adagi sulla panca, così come
Agatha nella prima sessione aveva richiesto.
La posa è scomoda, Sonia non vuole mettersi così, e
allora Valmai che aveva annunciato il suo fidanzamento con Basil prima
di andar vi, e lasciar l’appartamento vuoto (o quasi: c’era ancora
Garcia), indispettita dall’atteggiamento di Sonia, la costringe ad
adagiarsi sulla panca. Fatto sta che Sonia, emette un rantolo e si
abbandona. Quando Katty accorre, accorgendosi dell’espressione della
ragazza, e la rivolge, pur facendo uno sforzo perché pare che essa non
voglia venir via dalla panca, il corpo di Sonia presenta un lungo
pugnale infilato nella schiena: morta all’istante.
Incidente o..assassinio? Il coltello usato nelle
prima sessione era stato rimosso con difficoltà dalle assi, alla
presenza di Agatha, per cui la sua presenza, testimonia che qualcuno lo
ha ripreso e lo ha volontariamente ficcato nella pedana, facendo forza
perché esso penetrasse tra le assi lignee; e lo ha inserito nella
posizione che aveva la prima volta, cioè in modo che attraverso le
costole penetrasse nel cuore. Quindi è stato posto da chi conosceva bene
quale fosse la sua posizione originaria: ergo, deve trattarsi di
qualcuno presente alla prima sessione.
Roderick è inviato sul luogo del delitto. Agatha è
ritornata e ha appreso che quella “sgualdrinella di Sonia”, come lei
precedentemente l’aveva appellata, è stata uccisa. Il nuovo incontro tra
Roderick e Agatha, è all’insegna dell’ufficialità, nostante egli voglia
rendere l’incontro meno formale. Ma la risposta di Agatha, all’inizio
non è quella che Roderick vorrebbe avere. Inoltre dalle deposizioni
ricavate, ben presto ricava che parecchi sono stati reticenti in
qualcosa.
C’è chi “ha assassinato davanti ai loro occhi” la
ragazza: Valmai Seacliff, che l’ha spinta ad assumere la posizione che
la vittima rifiutava. Tra le due donne non è mai corso buon sangue: del
resto due prime donne è raro che possano vivere bene a stretto gomito,
soprattutto se ambedue hanno intenzione di servirsi del proprio fascino
come arma di potere: Sonia è una sgualdrina, Valmai una ninfomane.
Tuttavia, Valmai ha un alibi sicuro come una roccia: era a casa di amici
con Pilgrin, distante parecchi chilometri dal luogo dell’omicidio e il
suo alibi è confermato da chi era con lei, cioè Pilgrim e la coppia di
amici. Ma per paradossale che possa essere, l’assassina che dovrebbe
essere lei, pare non lo sia, perché l’assassino vero ha messo il
coltello tra le assi e ha aspettato che o Sonia morisse da sola, o
qualcuno la costringesse ad essere trafitta.
Principale indiziato è Garcia, che è scomparso: non
si sa dove sia andato a finire. Si pensa possa essere lui l’assassino,
perché si viene a sapere che aveva una storia con Sonia.
Le indagini proseguono e man mano si scopre che
quel gruppo di giovani promesse della pittura non è altro che un covo di
serpi, uno stuolo di potenziali assassini, ognuno avente un motivo più o
meno valido per voler mettere le mani addosso alla modella: Agatha Troy
l’aveva odiata quando in un impeto di gelosia, o invidia, Sonia aveva
deturpato il suo ritratto di Valmai Seacliff; Garcia, aveva minacciato
di ucciderla se ancora l’avesse scocciato con la promessa di matrimonio
(dopo che lui l’aveva messa incinta); Basil Pilgrim aveva anche lui un
movente, perche ci era andato a letto e non avrebbe voluto, come lei
minacciava di fare, che ciò lo venisse a sapere Valmai; uno ancora più
valido si scopre che l’aveva addirittura Malmsey: era ricattato da lei,
per una cosa concernente la sua fama di giovane promessa della pittura.
Insomma pochi potevano sopportarla, anzi solo una: Phillida Lee, una degli allievi di Agatha.
Ma tutto gira attorno a Garcia, che molti pensano
sia il colpevole, finchè per l’acume di Alleyn non viene individuato lo
studio londinese di Garcia e qui, dopo quatttro giorni viene rinvenuto
il suo cadavere. Anche lui assassinato, con l’acido nitrico: una
bottiglia di acido, usato per mordere le incisioni, viene trovata
dimezzata lì accanto. L’acido lo ha selvaggiamente ucciso, torturandolo
negli ultimi istanti di vita.
Chi mai l’avrà ucciso? Lo stesso assassino della
modella? Oppure lui ha ucciso la modella e qualcuno ha ucciso lui?
Interrogativi che troveranno una risposta nel convulso e straordinario
finale.
Sesto romanzo con Roderick Alleyn, esso è come
tutti quelli della Marsh che mi onoro di aver letto, ancora una volta,
concepito magistralmente. Forse mai come in questo romanzo, la
scrittrice scherza col lettore e cerca di prenderlo per il naso,
fornendo già in alcuni passi le indicazioni più logiche su chi potrebbe
essere l’assassino. Per di più, per chi avesse letto altri romanzi della
Marsh con Roderick Alleyn, dico che in questo romanzo, per la prima
volta s’incontrano Roderick e Agatha, e per la prima volta i due si
innamorano. Il romanzo ha quindi una collocazione particolare
nell’ambito della produzione marshiana. Tanto più che il primo incontro
di Roderick e Agatha, avviene, come tante volte accade, sotto l’egida
dell’indifferenza o peggio dell’antipatia provata da un personaggio nei
confronti dell’altro (si può capire, dal carattere di Roderick Alleyn,
rampollo di famiglia nobile e Ispettore Capo del CID di Scotland Yard,
piuttosto chiuso e riservato, e da quello di Agatha Troy, pittrice in
vacanza, riservata ma nel tempo stesso orgogliosa, chi possa esser stato
nell’incontro tra i due quello che abbia avuto la peggio) sul ponte di
una nave, su cui sono imbarcati. I due, dopo il primo esito del loro
incontro, non potrebbero mai pensare che un bel giorno…s’incontreranno
nel corso di una indagine di polizia a causa di un omicidio.

L’abilità nel fornire tutti gli indizi al lettore e
nel tempo stesso prenderlo in giro, è acclarata. Già nelle prime scene
troviamo manifestati dei dialoghi da cui si potrebbero intuire delle
cose che avvengono e sono spiegate più tardi nel corso del romanzo.
Inoltre lo stesso omicidio trova la sua espressione in qualcosa che
accade all’inizio del romanzo, e di cui non si capisce l’importanza,
fino al finale. Quello che non si capisce, e ha una importanza
fondamentale, è come facesse l’assassino, se aveva ficcato il coltello
tra le assi della pedana durante il week end, ad essere sicuro che Sonia
sarebbe sicuramente morta il lunedì seguente: Sonia avrebbe potuto
rifiutarsi di posare, e qualcuno avrebbe potuto non costringerla ad
assumere quella posizione. In altre parole, l’assassino volontario
premeditato è accaduto per un caso? Oppure c’erano valide premesse che
accadesse? E perché? Chiarite queste domande, si inchioderà l’assassino
alle sue responsabilità. Un assassino cattivo come non mai, di una
perfidia senza pari.
Che è scoperto alla fine, per un buco su un guanto,
per un’automobile troppo brillante nei consumi di carburante, e per
certe fotografie.
Stile brillante e fluido, dialoghi mai banali, il
plot è notevole nei contorsionismi, nelle figure di indiziati veri o
presunti, di assassini veri o falsi, nelle descrizioni mozzafiato, nella
storia d’amore che nasce.
Il modo di scrivere e descrivere è un marchio di
fabbrica: abilissima scrittrice, molto raffinata, inventava spesso
situazioni in cui erano coinvolti artisti. Per di più in molte
affermazioni, era molto schietta, assai poco restia a trincerarsi dietro
frasi di comodo.
La stessa trama si snoda senza intoppi, senza mai
tradire le aspettative, senza scocciare o annoiare: perché nel momento
in cui lascia cadere una pista, è lesta a trovarne un’altra, che magari
incrocia quella di prima dandole una nuova destinazione.
E come il serpente che si mangia la coda, il romanzo finisce dove inizia e inizia dove finisce.
Con un gioco di prestigio. In cui era brava Agatha Christie, ma in cui Ngaio Marsh non lo era da meno.
Insomma, un romanzo eccellente.
Pietro De Palma
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