Anche “The Jack of Diamonds”, è un romanzo breve.
Patrick
Quentin, come Ellery Queen e altri, non solo fu uno pseudonimo, ma
anche una ditta. Infatti fu l’unione di 4 coppie di scrittori,
che formandosi all’uopo, si firmarono diversamente: quella più prolifica fu formata da Richard Wilson Webb (1901 – 1966) e Hugh Callingham Wheeler (1912 – 1987),poiché
firmò assieme alcuni romanzi con la sigla Quentin Patrick, quasi tutti
con Patrick Quentin, e tutti con Jonathan Stagge: in pratica, l’inizio
di questa fortunatissima collaborazione data il 1936, quando Webb, che,
firmandosi Quentin Patrick, aveva scritto alcuni romanzi sia con Martha Mott Kelley (1906–2005) che con Mary Louise White Aswell (1902 – 1984), ritrovò
Wheeler, un suo vecchio amico. Va detto che sia Sia Webb che Wheeler,
erano britannici per nascita, ma poi, in seguito, emigrando ambedue
negli Stati Uniti, ne erano diventati cittadini.
The Jack of Diamonds,
“Il Fante di Denari”, essendo del 1936, appartiene alla coppia formata
da Webb e Wheeler. Come i romanzi della serie Peter Duluth, vengono
mischiati elementi psicologici a elementi tipici del mystery
all’inglese, in un insieme estremamente caratterizzante.
La trama è quantomai singolare.
Katherine
La Motte, soprano lirico; Sir Henry Bentley; Libby Hunt Farley,
giocatrice di bridge del bel mondo; John Derwood Thring III, nipote
dell’omonimo fondatore della Casa Editrice Tract and Treatise; il
giudice Homer Rock; la baronessa Lili Tresckow, dell’omonimo atelier di
moda, vengono invitati da Theodore Frensham Vanderloon, ad un insolito
ricevimento, il cui scopo è “uccidere il signor Joseph Starner”.
Non
è un gioco di società come il famoso Cluedo, anche se il motivo è
quello: nel corso di una serata muore un invitato. Ma a differenza del
Cluedo, lo scopo non è quello di individuare l’assassino,
quanto..individuare la vittima e ucciderla. Già, proprio così. Ma
perche?
Colui
che ha fatto recapitare gli inviti, non si può dire che conosca bene i
suoi ospiti; tuttavia, come loro, conosce purtroppo assai bene Starner,
che è un volgare ricattatore: Starner ricatta tutti e sette per motivi
diversi, ma allo stesso modo li ha derubati e continua a derubare. Quale
miglior occasione di un ricevimento, al quale verrà invitato lo stesso
Starner, per ucciderlo, dopo aver convogliato le volontà di tutti e
sette i ricattati? Per di più, tutti e sette, essendo accomunati dal
medesimo intendimento, si proteggeranno a vicenda, fornendo tutti la
stessa versione dei fatti.
La
pensata è grande: l’occasione sarà quella di pattinare sul ghiaccio,
nei pressi di un lago, vicino alla residenza di Vanderloon; solo che una
certa parte del ghiaccio verrà rotta, in modo che cadendovi, non si
avrà via di scampo. Ovviamente a cadervi dev’essere Starner: il ghiaccio
è stato rotto vicino ad un palo, che deve servire, all’assassino di
turno per aggrapparsi e nello stesso istante dare una spinta al
malcapitato, condannandolo a morte certa. Per evitare che Starner possa
accorgersi dell’inghippo, le uniche lanterne che danno luce al tutto,
sono state oscurate nei pressi della trappola; ma anche la cosa è stata
pensata avendo cura che ad una certa distanza, la visibilità cali,
dimodoche nessuno dei sette possa sapere chi ucciderà Starner. Inoltre,
la tempesta di neve prevista dal servizio meteorologico, “determinerà”
la sospensione delle comunicazioni telefoniche, e mezzi per raggiungere
la città provvidenzialmente non ve ne saranno, perché Vanderloon avrà
fatto in modo di far revisionare le auto proprio in quel periodo.
Starner
arriva, ma..non solo: è accompagnato infatti dalla bella Carmelite, sua
figlia adottiva. E’ questo un intoppo: nessuno pensava che vi potesse
essere un testimone. Comunque, ben presto la situazione evolve:
Carmelite comincia ad amoreggiare col baronetto e l’atmosfera si
distende anche perché Starner non si accorge di nulla ed è rilassato.
Ma accade l’imprevisto. L’unico del gruppo a non aver avuto la benché minima accondiscendenza alla congiura, è stato il giudice Rock; egli ha per di più la malaugurata idea di confessare la cosa proprio a Starner, ma Libby Hunt Farley se ne accorge e lo dice agli altri: ora la situazione è cambiata, e il gioco può finire male. I sette non sanno cosa fare, sono indecisi, ma poi le danze vengono cominciate ed i sette si lanciano sulla superficie ghiacciata a pattinare: vengono sorpresi però dalla neve, e le lanterne, quelle che dovevanoa assicurare una sufficiente luce, si spengono: ora le condizioni di pericolo, sono estensibili a tutti. Tuttavia c’è il palo che come un faro avvisa della presenza lì vicino della trappola. Solo che al pattinaggio, partecipa anche Carmelite: una preoccupazione in più. E se cadesse lei?
Ma accade l’imprevisto. L’unico del gruppo a non aver avuto la benché minima accondiscendenza alla congiura, è stato il giudice Rock; egli ha per di più la malaugurata idea di confessare la cosa proprio a Starner, ma Libby Hunt Farley se ne accorge e lo dice agli altri: ora la situazione è cambiata, e il gioco può finire male. I sette non sanno cosa fare, sono indecisi, ma poi le danze vengono cominciate ed i sette si lanciano sulla superficie ghiacciata a pattinare: vengono sorpresi però dalla neve, e le lanterne, quelle che dovevanoa assicurare una sufficiente luce, si spengono: ora le condizioni di pericolo, sono estensibili a tutti. Tuttavia c’è il palo che come un faro avvisa della presenza lì vicino della trappola. Solo che al pattinaggio, partecipa anche Carmelite: una preoccupazione in più. E se cadesse lei?
Ad un certo punto però, qualcuno effettivamente cade. Starner è morto. Tutti sono contenti.
Gli uomini vanno a recuperare il corpo, mentre le donne attendono al caldo e al buio.
Un’ombra
le osserva e al punto giusto parla: il terrore e lo spavento si dipinge
sui loro volti: Starner è vivo. E allora, chi è morto?
La vittima si scoprirà essere proprio il giudice.
Starner
ha scoperto il complotto e come il tentativo di sopprimere lui, si è
risolto con la morte di un altro: sia lui che le sue vittime sono consci
anche del resto: se prima il peso del ricatto era insostenibile, come
sarà ora, che tutti possono essere ricattati per un delitto che hanno
ordito, e che ha causato la morte di un innocente? Per di più le vittime
si rendono conto che anche se riuscissero ad uccidere Starner, la
presenza di Carmelite potrebbe determinare solo un cambio di cassiere
nella logica del ricatto: è davvero una povera ma bella orfana sottratta
al brefotrofio, oppure è una scaltra ricattatrice?
Sir
Bentley assicura gli astanti che se ne occuperà lui: la sposerà (se ne è
innamorato, pare ricambiato) e quindi le chiuderà la bocca,
all’occasione. Ecco allora ripresentarsi l’occasione: tenteranno di
uccidere nuovamente Starner, con la pistola di quello, che il
maggiordomo di Vandernoon, Bowles, filosofo e amico del padrone di casa,
ha sottratto dalla valigia dell’ospite.
Un
vassoio con la pistola sarà lasciato sul pianoforte, in una stanza dove
l’illuminazione sarà fornita solo dai candelabri: spente le candele,
nessuno potrà accorgersi di chi sottrarrà dal vassoio d’argento la
pistola. Tuttavia la scelta dell’assassino, sarà coadiuvata dal Fato:
distribuite ai presenti 52 carte, chi troverà “Il fante di denari”,
saprà di essere il sicario prescelto dal fato.
Solo
che le cose non andranno proprio tutte nel verso giusto. Starner verrà
ucciso, ma..da chi, visto che un altro si sarà impossessato della
pistola? Per giunta lo stesso Starner?
La
pistola sarà trovata accanto alla testa, e sopra l’orecchio destro una
ferita a bruciapelo testimonierà alla polizia un tentativo di suicidio.
Ma..davvero Starner si sarà ucciso? Oppure sarà stato ucciso? Perché
sulla sua camicia verrà trovata una bruciatura di candela, come se il
candelabro presente sul tavolino, cadendo lui, vi si fosse rovesciato
sopra, nonostante il fatto che tutti sapessero che quel candelabro non
si trovava sul tavolino ma sul camino? E come si spiegano due spari
invece di uno?
Carmelite,
in un concitato finale, si assumerà la responsabilità della morte, ma
verrà scusata da tutti gli altri, che la proteggeranno. Solo
che..davvero sarà stata lei ad uccidere il suo patrigno? Oppure qualcun
altro?
Sarà
il maggiordomo di Vandernoon, Bowles, filosofo più che domestico a dire
l’ultima parola e ricostruire davanti al padrone l’effettivo
svolgimento dei fatti.
L’opera
mette assieme due generi, combinandoli abilmente: il Thriller e il
Mystery. Un po’ come faceva Rufus King. Nel momento in cui Vandernoon
espone ai suoi ospiti il suo intendimento, che dovrebbe essere comune,
quello cioè di “far fuori” Starner, prende l’avvio un iter tutto
particolare: il Thriller si esprime nella “consecutio temporum” del
delitto che si sta preparando. Starner morirà? Gli autori, e la maestria
è in questo, sapevano bene che nel caso in cui la vittima sarebbe stata
soppressa, la tensione si sarebbe esaurita. E allora intuirono che solo
creando degli ostacoli, avrebbero, volta per volta, creato suggestioni e
aspettative sempre diverse: il primo è l’arrivo di una persona non
attesa, Carmelite; il secondo è dato dal giudice, che tenendo fede al
suo giuramento morale di uomo di giustizia vecchio stampo non può
commettere un atto riprovevole; il terzo dalla rivelazione del piano a
Starner e da come lui reagirà; il quarto, dalla vittima che non è
Starner; il quinto dal cambiamento di piano omicida; il sesto dal doppio
colpo di pistola; il settimo dalla possibile intuizione di un altro
personaggio che, messo in allarme dalla scomparsa di Starner, dovrebbe
allertare la polizia. Qua e là, la tensione ha dei punti di massima
esplosione, quando l’aspettativa che tutto vada in una certa maniera,
viene messa in discussione e contemporaneamente l’atmosfera fa la sua:
per esempio quando vengono poste le donne in uno spazio chiuso, in una
stanza, al buio o nella penombra, in attesa che il cadavere di Starner o
almeno quello supposto arrivi dal lago, e in quello spazio in cui
dovrebbero esserci solo loro, risuona la voce inaspettata e malvagia di
Starner: Insomma..come se qualcuno avesse suonato un gong ravvicinato.
Un effetto terribile.
Il
Mystery invece inizia laddove il delitto è stato commesso, e nonostante
si supponga chi sia il giustiziere ( perché con una capriola
l’assassino diviene il giustiziere, quando si viene a sapere la
responsabilità nella morte del giudice), le sorprese saranno ancora
molte perché: la pistola non sarà presa dal “Fante di denari” ma da
altra persona; questa persona non userà la pistola, che sarà invece
usata da altro soggetto ancora. Ma non finisce qui: dopo che questo
soggetto, il presunto omicida, avrà sparato a Starner, un altro ancora
sparerà il secondo colpo. La successione e la spiegazione sarà data
negli ultimi righi da un maggiordomo.
L’insolita
figura di “deduttore” ci rimanda indubbiamente al Reginald Jeeves
(valletto di Bertram Wilberforce Wooster) di Pelham Grenville Wodehouse.
Non solo.
La
stessa situazione dei congiurati che cercano di uccidere il loro
ricattatore e si mettono d’accordo preventivamente sul fatto che ognuno
coprirà gli altri, qualora dovessero essere interrogati dalla polizia,
ricorda molto, anzi, per me è una citazione sfacciata, di Murder on the Orient Express di
Agatha Christie, soprattutto quando i congiurati, da possibili
assassini, diventano dei..vendicatori. Anche se poi, opportunamente, i
fatti vengono continuamente ribaltati, cosicché si fatica a riconoscerne
una matrice comune.
E
che l’autore, anzi..gli autori, siano soggetti di primo piano del
genere, è cosa che vien messa in risalto, se vogliamo, anche solo da un
piccolo insignificante particolare: la bruciatura provocata dalla
candela infissa nel candelabro, che maschera altra bruciatura, passa di
secondo piano, perché nessuno pensa che un particolare del genere possa
essere importante. E invece lo è.
E
quindi nessuno si accorge di come un candelabro che vien citato come
appoggiato sulla mensola del camino, si ritrovi poi caduto da un
tavolino. Perché mai sarà stato spostato?
Ecco il tocco del genio.
Pietro De Palma
Pietro De Palma
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