“Tara! Home. I’ll go home. And I’ll think of some way to get him back. After all… tomorrow is another day”,
dice Rossella O’ Hara, finalmente innamorata di Rhett Butler, ma da lui
respinta, sperando che un domani (lei) possa riconquistarlo.
Il
romanzo di Stuart Kaminsky, grande scrittore contemporaneo Hard-boiled,
scomparso anni fa, potrebbe essere solo una citazione ad effetto,
se in copertina non fosse riprodotta una foto di Clark Gable. Si capisce
quindi che – anche alla luce di altri romanzi scritti da Kaminsky in
cui lui ha mischiato elementi veri sullo sfondo di atmosfere d’epoca
rigorosamente ricostruite, ad altri inventati di sana pianta (per es. Una pallottola per Errol Flynn),
romanzi in cui ha fatto agire da protagonista l’indimenticabile Toby
Peters (detective privato che agisce per conto di stelle del cinema) –
il romanzo debba riguardare “Gone With The Wind” (1939) e più ancora
specificatamente , Clark Gable.
Il
romanzo comincia proprio dalle riprese. Toby fa parte della sicurezza
della casa produttrice del film “Via col Vento”: deve evitare qualsiasi
accidente che possa turbare le riprese. Mentre stanno girando le riprese
dell’incendio di Atlanta, lui prima incontra un attore fallito, tale
Lionel Varney che si vanta di essere più bravo di Gable, ma anche più
sfortunato. Poi un po’ di tempo dopo, viene trascinato un po’ lontano
dall’azione, nei pressi di una collinetta laddove è riunito un gruppo di
comparse vestite da soldati confederati: là in mezzo vede un uomo, un
altro soldato di quelli lì, morto, davvero: pare che sia finito per
sbaglio su una sciabola. Nessuno sa nulla di lui, e neanche un documento
gli viene trovato addosso. La produzione però, per evitare qualsiasi
pettegolezzo, riesce a far allontanare i soldati che erano stati visti
lì accanto al fuoco. Tra cui Toby. Il bello è che a lui pare di aver
visto poco distante Clark Gable, che però altri negano che potesse
trovarsi lì.
Sono
passati cinque anni dalle riprese del film (siamo nel 1943). Un
misterioso assassino getta scompiglio nel mondo della celluloide: tra
gli altri, vuole uccidere Clark Gable. Ecco perché il famoso attore si
rivolge a Toby: ha ricevuto un farneticante messaggio, una poesia, che
consegna all’investigatore:
“Moriranno, finche non capirai.
Moriranno colpiti dalle armi che reggo.
Mio padre ha pianto l’essere stato strappato alla fortuna,
alla gloria che meritava,
ma io vendicherò le ingiustizie e l’indifferenza;
giungerò per le Idi e raddrizzerò i torti
e reclamerò il suo premio
e grande sarà la sorpresa.
Il primo è stato Charles Larkin
e il prossimo Al Ramone.
Ascolta quel che accade,
il sangue sarà tuo,
se non saprai comprendere il p.r.e.s.a.g.i.o.”.
Gable
non vuole che altri paghino per un errore suo che non conosce ( ma è
poi vero?) e quindi chiede a Toby che si impegni a impedire la morte di
Ramone, un cantante oramai sul viale del tramonto. Larkin è morto, per
un incidente (almeno così la polizia ha chiuso le indagini), ma ora,
alla luce di questo messaggio, quella morte acquista una nuova luce.
Ramone
sta cantando mentre loro conversano, ci sono degli insulti a suo
riguardo, e lo stesso Gable comincia a menar cazzotti: insomma, si
accende una rissa; Ramone ne approfitta per andar via dal palcoscenico, e
si dirige in bagno, dove Toby lo trova morto ammazzato: sulla giacca un
altro messaggio, a lui rivolto:
“Ben
arrivato nel giuoco. Non c’è tempo per una vera poesia, ma il prossimo è
Cage e. C’è più di un modo per sillabare q.u.e.s.t.o.. E poi toccherà a
Lionel Varney.”.. Insomma si va per enigmi.
Toby a sua volta, rivela ai poliziotti la morte di Ramone.
Di
una cosa Toby è riuscito a farsi un’idea: qualcuno sta uccidendo poco
alla volta le comparse che erano accanto a quella corpo senza nome, tra
cui lo stsso Al Ramone e lui, Toby, era lì quella notte. E
lui aveva visto anche Gable. Ecco il nesso. Qualcuno sta vendicando il
morto senza nome. E tra i possibili bersagli c’è anche il vedovo di
Carole Lombard.
Seguiranno
altri messaggi e altre morti, prima che Toby riesca a vedere il bandolo
della matassa; e bevute, scazzottamenti vari, incontri con gangster,
“un pezzo da novanta” incluso nella lista dei morituri, che poi
diventa..morto. E poi tanti altra gente ammazzata. Prima che si riesca a
riconoscere uno spiraglio di luce.
La verità sarà quantomeno inaspettata.
Un
altro suggestivo viaggio nei ricordi del cinema: la grandezza di
Kaminsky è che era riuscito a creare una specie di romanzo storico con
ambientazioni hard-boiled, alla cui base tuttavia la cosiddetta
indagine, da Giallo classico, recitava un ruolo di primo piano. Insomma
una specie di Jonathan Latimer, anch’egli sceneggiatore conosciuto. Il
paragone non mi sembra casuale: con Latimer, Kaminsky condivide anche la
tendenza a mutare la caratteristica tipica del detective della scuola
dei duri. Scazzottate ce ne sono, anche violenze, ma innanzitutto c’è
una grossa fetta di Detection Classica, e poi… vi è anche la tendenza a
non mitizzare il detective e la sua scuola, ma quasi a prenderla a cuor
leggero. Anche Toby Peters ha il matrimonio andato male, ma…quel mondo
fatto di marciume, di metropoli degradate, di male quasi incarnato nelle
città, lascia il passo al marciume dei singoli, insomma..c’è una
speranza che manca del tutto nell’Hard-Boiled pessimistico di Chandler o
Ross MacDonald. In un contesto estremamente coinvolgente, in quanto
Kaminsky sperimenta la popolarità dei divi del passato cinematografico,
donando loro storie e anime, del tutto nuove.
Del
resto quest’attitudine di Kaminsky, a creare atmosfere estremamente
suggestive e al tempo stesso avvincenti, è stata figlia della sua
passione per il cinema. Kaminsky infatti non aveva fatto solo lo
scrittore, ma aveva sceneggiato parecchio, e la sua attività di maggior
prestigio era quella di docente universitario di Storia del Cinema
all’Università della Florida. Proprio in ragione di ciò, realizzò la
serie dei casi di Toby Peters, responsabile della sicurezza della Warner
che viene in seguito allontanato per i suoi modi troppo diretti,
divenendo detective privato operante al servizio di vari attori e
attrici del cinema. La sua conoscenza non indifferente del cinema, aveva
favorito le sue trame così ricche di riferimenti reali, alla stessa
maniera di uno storico di professione che, volendo utilizzare le proprie
conoscenze, realizzi un giallo storico, in cui l’azione poliziesca
abbia relativamente poco spazio, a dispetto di quella da lui conosciuta a
menadito. Tuttavia in questo caso, anche lo stile letterario è di
primissimo piano: splendidamente scritto, il romanzo in questione è uno
dei suoi migliori, a parere mio. Una grande prova del grande Kaminsky.
Peccato che copie come la mia si possano trovare solo sulle bancarelle..
Pietro De Palma
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