Ritorniamo a parlare di un romanzo di Hillary Waugh, l’inventore si può
dire se non uno dei massimi esponenti del “Procedural”, cioè di quel
genere poliziesco che ri guarda le indagini svolte dalla polizia per
incriminare una tale persona: scompare quindi il detective dilettante,
scompaiono i delitti eclatanti e machiavellici, e si afferma invece
un’indagine più schietta e reale, in cui soppravvive purtuttavia il
metodo indiziario. Waugh tentò anche una serie “The Case of” in cui,
invece del procedural più classico, debordava in hardboiled di tipo
chandleriano, molto popolari al suo tempo. Diciamo subito che questa
parte della sua produzione è la meno significativa, non per il genere,
quanto perchè riporta cliché adottati da altri. I procedurals invece che
confezionò, furono tutti in gran parte buoni, raggiungendo
significativi risultati in alcuni casi.
The Missing Man è un romanzo del 1964.
Si apre con la scoperta del cadavere di una gran bella ragazza da
parte di un bagnino, su una delle spiagge del Connecticut nel New
England, in una macchia di vegetazione in cui di solito si nascondono le
coppiette per amoreggiare.
La ragazza è completamente vestita, tranne le scarpe, lasciate lì
vicino (le suole dei piedi sono insabbiate, segno che è venuta a piedi
nudi sul bagnasciuga), e non indossa mutandine; inoltre non ha effetti
personali (gioielli, orologio da polso) nè tantomeno la borsetta. E’
stata strangolata, ma prima di esserlo, ha avuto un rapporto sessuale.
Inoltre, siccome è stata strangolata per mezzo di un pezzo di corda, è
evidente che l’assassino l’abbia portata con sè, e quindi trattasi di un
omicidio premeditato: qual’è quella bestia che premedita un omicidio
con una donna, che evidentemente non aveva alcun sospetto sul suo
partner, e ha il coraggio di aver pure un rapporto sessuale prima di
ucciderla se non addirittura strangolarla mentre le sta sopra? Ci sono
degli indizi che l’attestano: gli slip quando la donna era arrivata al
luogo, erano addosso, e solo prima di morire, erano stati tolti, tanto
che sulla pelle era rimasto il segno dell’elastico; e anche un segno
sull’anulare, fa presumere che sia stato portato via un anello.
Quindi…anche una rapina? Chi è la donna? E chi l’ha uccisa? Iniziano le
indagini.
Le uniche cose in mano alla polizia sono la foto, e il calco dei denti.
Purtroppo la vittima è stata scoperta nel weekend, e quindi per avere
l’aiuto dei giornali in una possibile identificazione del cadavere
dovranno passare dei giorni.
Prima è la padrona di una pensione a “La Piccola Bohéme” il villaggio
di case a ridosso della spiaggia, sotto Indian Lake, a farsi avanti e
riconoscerla: è Elizabeth Moore, una sua pensionante. Si è presentata
con una valigia: l’ha riconosciuta dalla foto segnaletica. Aveva con sè
una fede nuziale e un orologio con dei brillantini, che l’assassino le
ha portato via, ma che sono su una foto che Fellows il capo della
polizia locale trova in camera sua. La valigia non ha effetti personali
di alcun genere: solo una etichetta stinta potrebbe avvalorare l’ipotesi
che la donna in passato abbia viaggiato per aereo o per mare. Elizabeth
pare che fosse vedova da poco, circa tre mesi e che il marito, Harry
fosse morto per un incidente automobilistico.
Chi è Harry? Chi è Elizabeth? Due nomi sconosciuti! Parte un’indagine
a tutto campo, e nulla viene dimenticato. Oltre che la pensionantte, si
presentano anche alcune delle coppie che sono solite passare del tempo
sul bagnasciuga a fare l’amore: prima John Carlson e Linda Waters, che
affermano di aver visto una coppia, che potrebbe essere stata quella
della vittima e del suo assassino doirigersi verso la macchia, e di aver
sentito una doppio rifiuto pronunciato dalla ragazza e poi il silenzio;
e poi un’altra coppia, Hank Wilson ed Adele Edmund, arrivate più
tardi, ma che riferiscono di uno strano tipo che va ad illuminare le
coppiette con una torcia elettrica.
La pista promettente che porta a questa specie di giovane guardone,
tramonta ben presto, e Fellows e Wilks, si trovano con un pugno di
mosche. Anche la pista che porterebbe a Pittsfield, una grande cittadine
delle vicinanze, in virtù di una lettera che Betty avrebbe ricevuto,
tramonta ben presto, come pure quella che Harry sia morto in
Connecticut. Quando tuttavia si dispera di trovare più alcun appiglio,
per caso uno dei poliziotti incaricati di esaminare i passeggeri in
uscita e in entrata dal porto di New York, trova proprio Signor Harrry
Moore e Signora Harry Moore. Prende contatto con uno dei passeggeri che
li informa di ricordarsi bene della coppia, anche perchè pur essendosi
prenotati per tutta la crociera, in realtà erano scesi prima, coi loro
bagagli, in concomitanza col furto in parecchie cabine occupate da
persone anziane che Harry aveva frequentato assiduamente durante il
viaggio.
Anche questa pista però ben presto subisce un colpo, quando della
coppia non si riesce a trovare più alcuna notizia. L’indagine si riapre
quando però i connotati dei due vengono assimilati ad una coppia con
cognomi diversi: Harry e Betty Cooper, abitanti a Pittsfield. Quando
arrivano alla casa dove i due avevano abitato, ecco un’altra sorpresa:
la vicina afferma che la signora è partita poco tempo prima, mentre lui è
partito parecchio tempo prima. E’ partita quando ha ricevuto
comunicazioni dal marito di raggiungerlo. E pur partendo con una valigia
solo (quelal ritrovata nella pensione), il grosso del mobilio e degli
effetti personali è stato traslocato da un’agenzia di cui però non è
rimasto alcun segno del passaggio: la fortuna arriva in soccorso quando
per caso qualcuyno guarda nelal cassetta postale e lì trova la fattura
intestata al merito, dell’agenzia di triaslochi. Risalendo
all’indirizzo, riescono finalmente a mettere le mani sugli effetti
personali della vittima, tra cui tre lettere, che permettono loro di
accusare definitivamente il marito di uxoricidio premeditato: emerge
come movente il fatto che il marito avesse un’amante e che la moglie non
volesse il divorzio, innamorata com’era e speranzosa che il marito
tornasse da lei, ancora giovane, 22 anni, e le concedesse la gioia di
avere un figlio. Emerge tuttavia anche come il marito avesse conosciuto
la moglie molto prima, quando erano giovani, ed emergono anche altri due
nomi: quello di due donne., tra cui la sorella di Betty, provata da un
recente aborto. Supponendo che la sorella le avesse inviato dei fiori,
si rivolgono a dei fiorai e risalgono al vero cognome della giovane,
Larkhin. Sulla base di esso riescono a trovare la madre del marito a New
York, e il cerchio comincia a chiudersi, quando la madre da una foto
del figlio. Proprio quella foto, ricorderà a Fellows qualcuno che
all’inizio del caso aveva parlato con lui.
Sulla base di una intuizione riguardante il posto dove potesse
risiedere, e tentando proprio Pittsfield, riescono a trovare che quella
persona abita effettivamente lì. La padrona di casa, li informa che lui è
andato via, e quando fellows la informa che lui e lei hanno prmeditato
la morte della moglie, per potersi sposare, lei distrugge uno dei due
alibi su cui l’uomo fondava la sua estraneità: lei non l’aveva visto in
un tale posto la sera dell’omicidio di Betty, ma sull’estraneità della
fidanzata metteva la mano sul fuoco.
L’ultimo atto, riuscirà a demolire l’altro alibi, dato all’assassino
dalla fidanzata, e a dimostrare la colpevolezza dell’uomo tornato dal
viaggio di nozze assieme alla moglie, sulla base proprio dell’orologio
da donna indossato dalla moglie, regalo del marito, e appartenuto a
Betty sino alla sera dell’omicidio, colpo di scena finale.
Il romanzo, identificato come un Mystery, non lo è certamente quanto
piuttosto un “thriller – potremmo dire – deduttivo”: non dobbiamo
scegliere in una rosa di sospettati, perchè il sospettato è uno solo; IL
MOVENTE è il più classico in casi come questo e l’assassino il più
ovvio: liberarsi della moglie affinchè il marito, non potendo disporre
della propria libertà attraverso il divorzio, possa ottenerla in altro
modo; tuttavia se la moglie ha un nome fittizio da cui non si ricava il
suo passato, l’uomo è il vero punto interrogativo della vicenda, tanto
che si giustifica il titolo in inglese del romanzo: l’Uomo scomparso (The Missing Man);
il pezzo di corda con cui la donna è stata strangolata, fa ipotizzare
all’inizio del romanzo la premeditazione dell’omicidio, cosa che poi
viene avvalorata alla fine, sulla base della lettura di una delle tre
lettere con cui l’omicida aveva dato disposizioni alla moglie, su come
arrivare a “La Piccola Bohéme”, dove trovare alloggio, come
qualificarsi, che balle raccontare sul proprio passato, come arrivare in
spiaggia persino. Un elemento di depistaggio che era stato usato, aveva
riguardato la sparizione delle mutandine, accreditando così la pista,
peraltro mai presa in considerazione, del maniaco sessuale (il maniaco
sessuale in un raptus avrebbe strozzato la donna ma perchè si sarebbe
portata appresso, apposta una corda, se non avendone premeditato la
morte?).
Il thriller ha delle movenze esclusivamente Mystery, non essendoci
per nulla ceneri hardboiled che pure avevamo notato nell’esordio di
Waugh, Madam Will Not Dine Tonight, e che ci saranno ampliate in
alcuni romanzi tardi della mertà degli anni ’80. Tuttavia notiamo una
certa somiglianza con altri romanzi pure procedural, per es. col
famosissimo Sleep Long My Love: la vicenda è un omicidio che
nasce all’interno di una coppia, in cui lui vuole troncare la storia e
lei non glielo permette; lei viene uccisa, e lui fa di tutto perchè
l’identificazione sia sua sia della sua vittima siano il più difficile
possibile; lui non è una persona che scende dal cielo, ma è presente
all’inzio del romanzo (una discendenza da Van Dine?) seppure in una
veste che presupporrebbe l’estraneità alla vicenda delittuosa; viene in
certo modo ribaltato il rapporto vittima carnefice, perchè in definitiva
lui uccide lei in quanto messo nella condizione di recuperare la sua
libertà solo in un modo possibile, obbligato dalla volontà ferrea di lei
di non darla vinta a lui ma invece di voler indirizzare la loro vita
familiare. Tuttavia nei due casi, pur essendo maggiormente efferato il
modus in Sleep long in quanto il cadavere viene bruciato,
rilevo come l’efferatezza dell’omicidio sia inversamente proporzionale
alla cattiveria dell’omicida, in quanto nel nostro caso, pur avendo
“solamente” strangolato la sua vittima, non arrecando alcun vilipendio
al cadavere, è particolarmente odioso, in quanto prima dell’omicidio o
anche addirittura durante, lui ha con lei un ultimo rapporto sessuale,
una sorta di “ultimo desiderio del condannato a morte”, che da lei può
esser stato visto come un tentativo di riconciliazione col marito, ma
non da lui, che invece “gode” due volte: una sessualmente, l’altra
avendo liquidato la moglie che impediva un matrimonio particolarmente
redditizio.
Hillary Waugh non eccede in descrizioni nè in ritratti psicologici, e
pertanto la lunghezza del romanzo non è mai eccessiva. Questo ha anche
la sua importanza, perchè un testo non molto lungo , se impostato bene,
in quanto thriller, ha una sua forza intrinseca, e procede
spasmodicamente verso il finale. Tenendo presente, che vi è sempre un
colpo di scena finale, che qui è addirittura doppio: innanzitutto,
l’identificazione dell’omicida in qualcuno che abbiamo visto all’inizio
del romanzo; e poi qui, addirittura la comparsa di qualcosa che era
statato sottratto alla vittima (un orologio d’oro con brillantini,
probabilmente donatole da lui in un momento felice del loro menage) al
polso della nuova moglie, a sancire una continuità di appartenenza al
marito, ma anche ovviamente la prova principale della sua colpevolezza.
La poca lunghezza del testo non è riferibile per di più solo alla
edizione italiana ma anche a quella originaria.
Scattante traduzione di Lydia Lax, una veterana nelle traduzioni degli anni ’60.
Pietro De Palma
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