Tempo fa si sviluppò un certo dibattito su altro
spazio del web, e si dibatteva sul fatto che non solo Agatha Christie, ma anche
altri autori sciorinati interamente nel loro opus da Mondadori, dovessero avere
un loro posto fisso nelle librerie, e si osservava che, caso singolare, solo
Italia e Giappone, forse, fossero le uniche nazioni oltre USA,Gran Bretagna e
Francia, a riproporre ancora autori del genere poliziesco di più di 40-50 anni
fa. Si argomentava questo, in base al fatto che studi su Carr, come quelli
presenti in altri Paesi, in Italia non fossero mai stati fatti seriamente, se non
da pochi, e che i saggi sul genere poliziesco, qui da noi, si contassero sulle
dita di una mano. Ero io soprattutto a chiedermi perché ciò dovesse accadere in
Italia, mentre altrove la situazione è diversa (ma poi..mica tanto!).. E mi
ricordo che ci fu chi disse che prima di pubblicare i saggi, si sarebbe dovuto
pubblicare tutto il corpus dell’autore.
Ora di Carr o Ellery Queen, mentre in edicola è stato
pubblicato tutto il corpus, in libreria sono stati posti in vendita alcuni
romanzi, e alcune antologie di racconti, ma..non tutto.
Per Agatha Christie invece, si è pubblicato tutto, ma
proprio tutto. E, coerentemente, su Agatha Christie sono usciti anche saggi e
studi: ricordo alcune biografie (tra cui quella di Gyl) ed un ottimo saggio
sulla sua opera, “Guida alla lettura di Agatha Christie” di Luigi Calcerano e
Giuseppe Fiori, pubblicato negli Oscar Mondadori, ma da molti anni esaurito. E
da molti anni non si vedeva altro.
Ora invece, da due anni circa, è presente nel catalogo
Oscar Mondadori, un’opera assai meritoria di John Curran : “I Quaderni Segreti
di Agatha Christie – nell’Officina della Signora del Giallo”, Agatha
Christie’s Secret Notebooks .
John Curran, uno dei massimi studiosi al mondo
dell’opera della Christie, in questo suo sorprendente saggio, illustra il
contenuto degli importantissimi settantatre taccuini autografi della Christie,
scoperti nella Biblioteca di Greenway House, dimora dove la scrittrice visse
per vent’anni, materiali resi pubblici solo dopo la morte di Rosalind, figlia
della Christie e del primo marito Archibald Christie, avvenuta nel 2004. I
taccuini contengono moltissimo materiale autografo, importantissimo per capire
la genesi di molti capolavori, tra racconti, romanzi, drammi teatrali.
Completano il pur meritorio saggio, due racconti, inediti, pubblicati per la
prima volta: “La cattura di Cerbero”
e “Il mistero della pallina del cane”.
A questi due racconti viene dedicata un’appendice apposita, che ne spiega la
genesi.
Perché innanzitutto tanti taccuini? E’ presto detto. Agatha
Christie era una scrittrice assai meticolosa, precisa, che appuntava tutte le
idee che le venivano, e poi decideva quale elaborare e quale no; lo stesso
colpevole, da inchiodare nel finale, veniva scelto in una rosa in un primo
tempo allestita. Era insomma tutto un lavoro certosino.
I vari capitoli ci mostrano le fasi elaborative dei
vari romanzi, e quali romanzi tra altri lei considerasse i suoi preferiti: per
es. veniamo a sapere che se di sei romanzi scritti, cinque erano puro lavoro
mentre il sesto era scritto per puro piacere, beh “E’ un problema” (Crooked House) era ritenuto uno dei
romanzi più cari dalla Christie, che rifiutò su richiesta di Collins di
cambiare il finale e lasciare quello sconvolgente che aveva creato:
Il volume, interessante per tutti coloro che abbiano,
almeno una volta nella vita, letto qualcosa della Christie, diventa
importantissimo per tutti coloro che invece hanno letto tutto o quasi della
scrittrice, in quanto per la prima volta, potranno rendersi conto di tante
piccole cose, che magari erano rimaste inappagate, oppure conoscere i
retroscena di tutto ciò che si è letto. Faccio un esempio.
“Se Morisse Mio Marito”, pubblicato in U.K. nel 1933
col titolo Lord Edgware dies, in
U.S.A., nel 1935, ebbe un titolo curioso: Thirteen
at Dinner. Ora, devo ammettere, che, se non avessi letto il libro
fondamentale di Curran, non avrei mai saputo come fosse nata la storia di
questo titolo, e soprattutto il perché. Il titolo americano, in pratica, si
riferisce al capitolo 15 del romanzo, dove alla fine leggiamo:
-C’ero anch’io ieri sera a cena da Sir Montagu.
-Ah! Davvero?
-Sì. Eravamo tredici a tavola (Agatha
Christie, Se Morisse Mio Marito, Oscar Gialli 21 del 1979 -trad. Alberto
Tedeschi – pagg. 102).
In pratica il testimone dice che di sera, la morte di
Lord Edgware, ebbe 12 testimoni.
In uno dei quaderni, nel N° 41, viene redatto il
numero di 13 invitati, in relazione all’idea su una Detective Story Club. Fatto sta che qualche anno più tardi
quell’idea è stata utilizzata, anche inconsciamente, per il particolare del
romanzo e per il titolo americano. Ora, Curran spiega come quei 13 a tavola si
riferissero ai componenti del Detection Club, circolo di scrittori votati al
Mystery, fondato nel 1929: Sig.na Sayers e marito, Sig. Van Dine, Sig. Crofts e
moglie, Sig.ra Christie, Sig. Rhode, Sig. Cole e moglie, Sig. Bentley, Sig.na
Clemence Dane, Sig Berkeley e moglie – scrittore straordinario (John Curran, I Quaderni segreti di Agatha
Christie, pag. 44).
Al di là dell’errore (Sig.na Sayers e marito, al posto
di Sig.ra Sayers e marito), a meno che quel “Sig.na” fosse da intendersi come
uno sfottò, notiamo come alla data di ideazione del romanzo, 1931, il Detection
Club fosse già in essere. Tutti gli autori (invitati) sono noti al pubblico
italiano ( di G.D.H.Cole recentemente è stato pubblicato un racconto
nell’antologia di Polillo, “Delitti in treno” e Clemence Dane, scrittrice
inglese famosa al tempo, contribuì ad alcuni romanzi del Detection Club, come The Scoop e The Admiral Floating.
Questo particolare, mi fa riflettere (e vorrei che
riflettesse anche il mio lettore) su come in Christie, le idee non generavano
mai dei romanzi già formati, ma come esse si sedimentassero le une alle altre
nel corso del tempo: per questo i Quaderni sono così importanti. Servono cioè a
verificare come determinate storie siano state generate, come poi si siano
sviluppate, e infine a quale risultato siano approdate. John Curran ne parla
approfonditamente.
Ricordate quale scrittrice, che compare varie volte in
romanzi con Poirot, fosse l’alter ego della Christie? Ariane Oliver. Ora, a
suffragio di quanto detto prima, Curran a pag. 57 ricorda come in un romanzo
come Carte in tavola, viene chiesto
alla scrittrice se abbia mai riutilizzato la stessa idea in due scritti diversi;
e come Poirot individui la stessa trama in due scritti diversi: L’indizio della cera di candela e Il Delitto del Fior di Loto. John
Curran, partendo dal presupposto che la Oliver fosse l’alter ego della
Christie, illustra un’idea estremamente interessante, cioè che Agatha Christie
più volte avesse utilizzato la stessa idea in vari scritti, e come spesso gli
stessi racconti diventassero il substrato più fecondo per trarne dei romanzi.
Un esempio è il secondo dei due racconti presentati in appendice allo studio, Il mistero della pallina del cane, che,
pur finito, non fu mai consegnato alle stampe, forse perché la Christie
intendeva da esso ricavare l’idea per un nuovo romanzo. Un altro esempio è Una tragedia natalizia, facente parte
della raccolta Miss Marple ed i 13
problemi, che fornirà le basi per Corpi
al Sole.
E in altro paraggrafo, John Curran indica come la
Christie avesse utilizzato una stessa idea base, variandola, in vari racconti e
romanzi, una infinità di volte.
I capitoli sono 12, e ciascuno esamina
approfonditamente un aspetto diverso della cosmogonia christiana.
A completare questo straordinario studio di Agatha
Christie, vi sono due racconti mai pubblicati prima: la prima versione del
dodicesimo racconto compreso nella raccolta “Le dodici fatiche di Hercule”; ed il racconto Il mistero della pallina del cane, mai presentato prima, scritti di
cui viene presentata la genesi e spiegato come e perché non fossero stati
pubblicati al tempo.
Sapevate che nella dodicesima fatica “La cattura di Cerbero” Agatha Christie
avesse identificato Cerbero con Adolf Hitler, anche se nel racconto il nome del
dittatore non viene fatto? E allora si spiega il perché questa prima versione
del racconto fosse stata rifiutata dallo Strand, il Magazine che aveva sempre
pubblicato i racconti di Christie e come in esso fossero stati accettati solo i
precedenti 11 racconti; e perché la raccolta venisse pubblicata da Collins solo
nel 1947, anno in cui la Christie consegnò la seconda versione del racconto..
Il racconto viene pubblicato per la prima volta nella prima versione.
Il saggio di John Curran è forse il miglior omaggio
che si potesse fare alla memoria della Christie, perché Curran si cimenta in
un’opera titanica, cioè sintetizzare e categorizzare le migliaia di appunti
trovati. Tuttavia al di là di questo, mi sembra che l’opera abbia anche un
grande neo: Curran molto spesso si fa prendere dalla foga e rivela dei
particolari che sarebbe stato meglio non indicare. Infatti, quest’opera a chi è
diretta?
Sicuramente non ai neofiti, e a quelli che abbiano
letto poco della Christie; sicuramente sì a coloro che invece abbiano letto
tutto (o quasi tutto) e vogliano ora andare oltre, scostare il velo della trama
ed addentrarsi nelle pieghe della metacritica. Per questo, forse, si sarebbe
dovuto indicare il destinatario ultimo del saggio.
John Curran ha scritto, dopo questo saggio, un altro nel 2011, Agatha Christie’s Murder
in the Making, che, nel 2012 è stato presentato nella selezione finale dell’Edgar,
ma senza successo: un altro saggio su Agatha Christie, costruito sulla base del
materiale proveniente dagli archivi della scrittrice.
Annunciata da qualche anno in pubblicazione in Italia, addirittura annunciata in uscita due anni fa, poi l'anno scorso, poi anche quest'anno, non è ancora stata pubblicata in
Italia (misteri dell'editoria): John Curran ci conduce ad esaminare l’opera della
Christie, descrivendone l’evoluzione stilistica, dal primo romanzo di Poirot,
al primo della Marple, alla morte di Poirot architettata negli anni della
seconda Guerra Mondiale, ai suoi romanzi più tardi. Curran esamina gran parte
dei romanzi, e porta a conoscere cose mai sapute prima, per esempio che per Poirot at Styles Court fossero stati
scritti due finali, e che solo il secondo noi tutti conosciamo: il primo lo fa
conoscere per la prima volta solo lui.
Oltre a farci conoscere per la prima volta altri due
racconti inediti di Agatha Christie.
Pietro De Palma
Mi ricordo che uno sul Blog Mondadori mi annunciò che il libro aveva letto era in uscita, si diceva, nell'aprile del 2016. E' uscito? Non mi pare proprio. Due mesi fa un addetto al punto informazioni di una nota libreria di Bari mi ha detto, consultando il loro sito, che ancora non era uscito nè tantomeno si sapeva se e quando lo sarebbe stato. Un altro libro perduto?
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