mercoledì 21 dicembre 2016

TEMPO DI NATALE, TEMPO DI CONSUNTIVI

Natale è oramai alle porte, dicembre e l'anno si stanno per concludere e quindi è il caso di tirare le somme del 2016. Che, secondo me, dal punta di vista editoriale, l'editoria poliziesca, ha avuto delle note positive ma anche negative.
Intanto si è approssimata la decadenza del Giallo Mondadori: è un giudizio del tutto personale, ovviamente. Ci vorrebbe un miracolo per riportare la collana leggendaria ai fasti di una volta!
Una volta qualcuno  mi disse che "Il Giallo Mondadori da quando ha perso Gian Franco Orsi, è un cadavere in decomposizione". Allora pensavo fosse un'affermazione esagerata. Io lo paragonavo più che altro ad un malato grave: ma come si sa anche un malato grave può riuscire a risollevarsi dal letto e incamminarsi verso la guarigione. Io ci credevo. Ora molto molto meno. Pur non affermando trattarsi di una cadavere in putrefazione, come disse quella persona, a mio parere è un malato in coma irreversibile. Da un momento all'altro potrebbe arrivare la fine, e "nessuno si accorgerebbe domani, se il Giallo non uscisse più" mi ha detto qualche giorno fa un amico, profondo conoscitore dell'editoria poliziesca italiana. Opinione pienamente condivisibile.
Non avrei mai pensato anni fa, dopo che avevo rotto bruscamente il rapporto di amiciza che sembrava promettere bene con una persona, che un giorno avrei quasi condiviso il suo caustico giudizio. Del resto è cosa che ho già affermato in altri contesti,  anche sul Blog Mondadori, e non lo dico più, tanto vale sempre, ed è accaduto pure alcune volte che sia stato zittito da chi strombazzava e plaudeva alla rinascita  del Giallo: c'è chi lo fa ancora, ma in quel caso o è uno che è fuori dalla realtà (magari anche in buona fede) e non vede a due metri dal suo naso, oppure è...fuori dalla realtà. In altre parole: per vedere il buono in una barca che sta affondando e oramai è ad un pelo dall'acqua, bisogna essere veramente al di fuori della realtà oppure....al di fuori della realtà.
La faccenda dei diritti oramai è un dato di fatto. Sono tanti i romanzi che non vengono più pubblicati o ripubblicati e la ragione sono sempre i famosi diritti: l'avete capito che sono questi i nodi al pettine oppure no? Per quale motivo cinque se anni fa ancora pubblicavano romanzi di altre case editrici di un tempo (soprattutto Garzanti) col disclaimer "L'editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti di edizione e traduzione senza riuscire a reperirli: e' ovviamente a disposizione per l'assolvimento di quanto occorra nei loro confronti"  ed ora quel disclaimer non appare più?
Ve lo siete chiesti? Perchè togliere dal mercato romanzi già annunciati? Date voi la risposta, tanto probabilmente sarà quella vera. Mi ricordo un caso in particolare: venne annunciato in uscita e poi ritirato per non apparire più, un romanzo già pubblicato ne Il Giallo Mondadori con il numero 51 dell'ottobre 1948: Il proiettile è di scena, di Caryl Brahms & S. J. Simon (A Bullet in the Ballet). Me lo ricordo bene per via della copertina originale del romanzo (che possiedo, ovviamente)
In più, ho avuto notizia diretta del fatto che parecchi agenti chiedano parecchio in relazione a determinati titoli. Ora, mi chiedo, come mai in passato si sono acquistati centinaia di romanzi e altrettanti racconti, e questo discorso non si è mai fato ed ora vale? Perchè probabilmente nel passato si metteva su un piatto quanto si doveva pagare e su un altro quanto si sarebbe ricavato; ora questo discorso evidentemente non ha più senso. Perchè le vendite evidentemente non tirano come un tempo.
Per quale motivo?

Errori a monte, ed errori personali

Errori a monte
Qui entro nelle mie analisi.
Innanzitutto l' errore a monte: la scelta del direttore editoriale.
Da quando la Mondadori è passata nelle mani della famiglia Berlusconi, dopo la gestione Magagnoli (funzionario di fine cultura ma pur sempre esterno rispetto alla struttura interna della redazione), la direzione editoriale è stata affidata, in successione, a quattro personaggi tutti provenienti dall'esterno: il primo, Dazieri, proveniente dai Centri Sociali, aveva scritto dei Noir italiani; il secondo, Fiocca, era un traduttore; il terzo, Altieri, il più famoso, era uno sceneggiatore di successo in America, scrittore e traduttore; il quarto, l'ultimo, Forte, scrittore ed editor. Tutti provenienti da fuori , tutti all'oscuro della storia della collana e delle dinamiche editoriali connessevi pur essendo tuttavia operatori del settore, tutti con delle idee proprie. Che poi è la vera essenza dell'affidamento: coloro che vengono dal di fuori possono avere delle idee nuove che possono contribuire ad innalzare la qualità del comparto. Idea indubbiamente solleticante. Ma che porta con sè anche un altro tipo di realtà: chi non sa nulla della struttura e della storia del Giallo Mondadori, indubbiamente farà degli sbagli, portato ad innovare. Bisogna poi vedere se questi sbagli saranno corretti o meno. Quello che è sotto gli occhi di tutti è che gli sbagli fatti dai vari editor hanno pesato insieme molto più delle innovazioni apportate. Risultato? La collana ha perso sempre più una fetta del suo pubblico e oramai si può dire che sopravviva. Notizie che mi arrivano dalla Mondadori (la divisione periodici, e nella fattispecie i romanzi gialli, perchè di amici ne ho anch'io lì), mi parlano di una situazione  in fibrillazione continua. Insomma, non c'è più quell'euforia che regnava fino a qualche anno fa.
Sarebbe bastato solo affidare la collana a chi ne sapeva parecchio, tipo Giuseppe Lippi, oppure, giacchè ne era consulente già, dare a Mauro Boncompagni, la curatela della collana (quindi anche degli inediti e non solo dei classici) e la collana non avrebbe patito tutto quell'abbandono di consensi, da almeno dieci anni a questa parte.

Errori personali
Dopo l'esperienza di Altieri che aveva quasi portato alla fine della collana, ritornata in vita solo apportando tagli lineari e modifiche sostanziali (prima, eliminazione del Supergiallo, negli ultimi tempi di Altieri; poi, nella prima fase di Forte, riduzione drastica delle uscite, e uniformità di formato dei Gialli con quello dei Bestseller e Oscar Mondadori), la prima fase Forte aveva tamponato e avevamo registrato una certa tenuta: probabilmente si era ancora nella gestione dei titoli Altieri, ma cercando di invertire la tendenza all'inizio avevamo visto pubblicare tutta una serie di titoli attinenti al Giallo Classico che ci avevano portato ad avere false aspettative (due Berkeley, l'antologia radiofonica di Carr, alcuni Halter e Boileau, etc..).
Poi.... la discesa: sempre più romanzi annunciati che non venivano più pubblicati, gente che si chiedeva il perchè e lo chiedeva alla redazione sul Blog, autori sempre più anonimi e sconosciuti preferiti ai grandi del passato. Qui l'errore di Forte a mio parere, ovviamente: il preferire gli autori contemporanei a quelli del passato. Se gli autori contemporanei fossero autori tutti di grido come Cook, Lovesey, Colin Dexter, Bill Pronzini, Sallis, Crumley, Ellroy non direi nulla. Ma...Maureen Jennings, Rys Bowen, Tessa Harris...Ma chi sono costoro? Valgono i romanzi di Ngaio Marsh, Margery Allingham, Patricia Wentworth, Agatha Christie? Valgono quelli che non vedremo mai di Max Afford, Norman Berrow, Anthony Wynne, gli inediti di Philip MacDonald e Anthony Berkeley e J.J.Connington, Craig Rice? Io credo di no. Forte la pensa diversamente, questo è chiaro: altrimenti non vedremmo tutta questa roba e ne vedremmo invece dell'altra. Indubbiamente ci sono delle persone a cui queste autrici piacciono: sulla base di quello che hanno detto sul Blog Mondadori, gran parte del bacino lettori pare sia di sesso femminile. OK. E' sempre stato così. Ma non significa per forza che queste lettrici esigano queste scrittrici: quale sarebbe stata la risposta se invece di queste, fossero stati pubblicati i rimanenti romanzi di Margery Allimgham, Patricia Wentworth, Ngaio Marsh, o quelli del tutto ignoti di Gladys Mitchell o Marvis Doriel Hay? In altre parole, qual'è il precipuo compito di una casa editrice se non di indirizzare le lettrici/ i lettori, verso forme di intrattenimento che hanno nel tempo dimostrato di attrarre consensi?
Questa è la mia idea. Ma è certo che oramai una fetta di pubblico non si riconosce più nelle scelte editoriali.
E veniamo anche ad altri nodi: la gestione editoriale annuale e singoli interrogativi.
Nel gennaio scorso in un editoriale, Forte ha annunciato tutta la programmazione di tutte le collane: perchè? Io penso per togliere di mezzo tutte le diatribe che nascevano e tutte le domande, anche imbarazzanti, su cosa si sarebbe potuto pubblicare e non si era fatto, tagliando la testa al toro. In questo modo sicuramente si è eliminata una fonte di disturbo. Ma si è ottenuto in definitiva l'effetto opposto: non c'è più alcuna forma di dialogo, scontro o conversazione sul Blog, che è divenuto non un megafono nè tantomeno un'arena ma..un camposanto. Non ci va più nessuno.
Il secondo interrogativo, riguarda le uscite in edicola, e tra queste quelle che riguardano Sherlock Holmes.
Da due anni a questa parte ci stiamo sorbendo una serie infinita di apocrifi sherlockiani, uno al mese, che faranno sicuramente la gioia di quei 50-100 aficionados italiani; ma sì voglio essere buono: 500 aficionados: Di più non ci credo. Ma anche se fossero 1000, sarebbe sempre tuttavia una perdita. Perchè questi romanzi apocrifi di Sherlock Holmes, 20 fino ad ora o poco ci manca, non li vuole nessuno: non lo avete ancora capito miei cari creduloni? E' per questo che li pubblicano: perchè i diritti costano poco o nulla in confronto ai Daly King!
Per quale motivo  di The Curious Mr.Tarrant, la famosa raccolta di racconti con delitti impossibili di Daly King, di cui aveva ipotizzato l'uscita Mauro anni fa sul Blog, nessuno parla più? Perchè è un progetto abortito. Costa troppo. Del resto Mauro mi ha detto che anche Marco Polillo in passato aveva pensato di pubblicare un altro  racconto di di Mr Tarrant (in aggiunta ai due già pubblicati) ma non se n'è fatto più nulla perchè costava troppo.
Ora, posso capire che Polillo, che è purtuttavia un piccolo editore, arretri dinanzi ad una richiesta al di là delle sue possibilità; ma che arretri un colosso come Mondadori, che ha acquistato tempo fa persino Rizzoli, fa ridere. O piangere, fate voi. Significa che la situazione delle collane da edicola è drammatica.
Eppure ci stanno rifilando ancora apocrifi sherlockiani. Sicuramente perchè lì i diritti costano poco. Ma purtuttavia di costi per pubblicarli ce ne sono stati! Li hanno tradotti in italiano, o no? E i traduttori non certo perchè sono romanzi di autori sconosciuti, si può pensare che abbiano chiesto meno: ci sono delle tabelle, si fanno dei contratti, e il costo della traduzione non lo puoi svilire. E allora dico io: quanti romanzi di valore, di autori mooolto mooolto più conosciuti di quelli, si sarebbero potuti pubblicare, pagando magari di più in diritti? Cinque? Dieci? A parere mio sarebbero stati sempre meglio che venti romanzi di minor valore!
Non ci credete ancora?
Beh, signori e signore, anche il sottoscritto talvolta scrive racconti; un tempo ho scritto anche un romanzo che partecipò al Concorso Tedeschi e sfiorò la finale, e che non è detto che non possa pubblicare...altrove, non certo in Italia. Vabbè. Ma scrivo racconti. Talvolta anche su richiesta.
Tempo fa scrivevo e me li pubblicavano su Delos (da cui provengono Pachì e Forte).
L'anno scorso, due miei amici di oltreoceano, John Pugmire e Brian Skoupin, mi hanno chiesto un racconto, una Camera Chiusa, da pubblicare in una antologia di racconti di autori non statunitensi. John prima fu molto vago, per cui gli proposi un racconto che al tempo avevo pubblicato per Delos. Risposta: essendo un apocrifo queeniano, non si poteva fare, perchè in USA Queen è ancora protetto da diritti e apocrifi non se ne possono fare perchè non autorizzati dagli eredi. Proposi allora di cambiare ambientazione e personaggi, spostando l'azione da New York a Londra, e facendo interagire non i Queen ma S.Holmes e il Dr.Watson. Risposta: per i diritti non c'era nesun problema, ma...John mi scrisse dell'altro:
"Regarding the story set in London, change the names from Holmes and Watson to Italian ones and change the location to somewhere in Italy. People are getting really tired of Sherlock Holmes these days."
In altre parole mi propose di trasportare l'ambientazione in Italia e di sostituire a quelli dei personaggi italiani, perchè la gente è realmente stanca di Sherlock Holmes oggigiorno. Quando un editore e traduttore mi scrive questo, cos'altro può significare se non che i titoli con i personaggi sherlockiani non tirano più come prima (nel mondo anglo-sassone in cui lui opera)? (La risultante del tutto è che ne feci un altro ex novo di racconto, che è stato già da me tradotto in inglese, poi rivisto, che sarà pubblicato prossimamente in USA in una antologia.)



Note positive

Finora le note negative, ma, è bene dirlo, ve ne sono anche di positive, che sono per certi versi originate dall'atteggiamento posto in essere dalla direzione editoriale Mondadori e dai suoi effetti. Tali note positive riguardano soprattutto la ripresa dell'attività editoriale della Casa Editrice Polillo, basata oramai quasi esclusivamente sulla collana I Bassotti.
Francamente non ho ben capito se la ripresa delle pubblicazioni sia stata favorita da un superamento della criticità precedente, quindi da nuova liquidità unita alla sensazione di aver superato un periodo buio per l'editoria, oppure sia stata il riflesso della consapevolezza che l'editoria del comparto da edicola mondadoriano attraversasse un periodo di stanza e di introflessione e quindi si dovesse approfittare di tale debolezza. Questa situazione del resto si era già attuata in passato, quando, durante il periodo di indietreggiamento della produzione classica rispetto a quella di diverso genere in casa Mondadori (ai tempi della gestione Altieri), si era avuto nel contempo un innalzamento delle vendite in casa Polillo. Ora non so se la cosa si sia ripetuta o si stia ripetendo ora, ma è chiaro che quando da una parte vai via, se c'è qualcuno che fa le stesse cose meglio, finisci per cambiare casa.
Così dal dicembre del passato anno, sono stati messi in vendita già 15 romanzi.
Francamente non so se se l'iniziativa di Polillo sia destinata ad avere successo: io lo spero non fosse altro per la grande opportunità che avrebbero gli appassionati viscerali come il sottoscritto, di ampliare il parco dei propri titoli, tenuto conto che sicuramente molte cose che erano state promesse in casa Mondadori, non le vedremo più.

Altre note positive e negative

Oltre al ritorno de I Bassotti di Polillo nelle librerie,  di cose interessanti ve ne sono altre in giro, ma anche riguardo a ciò non so francamente se si tratti di tentativi estemporanei oppure di inizi di iniziative a lungo termine.
Luca Conti mi ha segnalato un mese fa che Bollati Boringhieri ha pubblicato un inedito di Margery Allingham. Tutto vero ! Il titolo è Il premio del traditore, un romanzo thriller scritto in tempo di guerra, una spy story.
Se tuttavia Bollati che è una antica casa editrice si prova a pubblicare gialli, si deve menzionare il fatto che anche altre blasonate case editrici si siano già cimentate in questo. E' il caso ad esempio di Castelvecchi Editore che ha pubblicato non solo i racconti di Ernest Bramah, ma anche due volumi antologici di romanzi di Richard Austin Freeman, uno contenente Il mistero di New Inn, L'Affare D'Arblay e Il mistero di Penrose, e l'altro, L'impronta scarlatta, Il diabolico terzetto e L'inquilino sospetto. Non paghi, hanno pubblicato un altro romanzo, già  nelle Palmine d'ante-guerra, il mitico La vittima sconosciuta di Jackson Gregory.
Come si vede, quindi, a differenza della Mondadori, altrove vi è un certo fermento.
Peccato che nel frattempo Stile Libero di Einaudi abbia segnato il passo e Giunti, dopo aver illuso con la pubblicazione di due grandi opere di Keigo Higashino, con una bella Camera di Jim Kelly, e due hardboiled accattivanti, uno di Gregg Hurwitz e l'altro di Chase, abbia seguito Einaudi a ruota. Un gran peccato, perchè questi titoli annunciavano un grande avvenire.
Invece Beat Edizioni continuano a pubblicare Rex Stout, anche se a me sembra che abbiano acquistato i diritti da Mondadori: i traduttori che di volta in volta si incontrano sono tutti stati di casa Mondadori. Però almeno qualcuno si prende la briga di pubblicare sistematicamente Stout, uno dei grandi scrittori americani del secolo scorso.


Ultime notizie 

Le ultime notizie parlano di un inedito di giallo classico annunciato per gennaio ( ma non è detto che non lo si veda prima) ne Il Giallo Mondadori: si tratta dell'unico inedito nella collana poliziesca di Georgette Heyer, Duplicate Death, che in Italia verrà proposto col titolo, Delitto con replica. Si tratta di un buon romanzo molto classico, e con lui si concluderebbe l'elenco dei romanzi della Heyer, se, rimarco "il se", non esistesse un altro romanzo, che ovviamente nella pagina wikipedia italiana non esiste (non fidatevi mai ciecamente di wikipedia!!!!), che alcuni critici americani ritengono addirittura il migliore di Heyer, The Talisman Ring, un romanzo del 1936, calato nell'era georgiana e quindi in sostanza un giallo storico. 
Lo vedremo? L'arrivo dell'inedito sarà l'inizio di un nuovo corso? 
Io non ci giurerei. 
Sarei il primo a battere sul tamburo se davvero dovessimo assistere ad un'inversione di tendenza.
Dei 53 anni che porto, 40 sono stati passati a leggere gialli (oltre altro) e a sentire musica classica: è chiaro che sono piuttosto sensibile a questi due argomenti. L'impressione del mio amico che ho citato è condivisa da molta gente che conosco: questo è il punto...purtroppo!
Quando posso, acquisto ancora le vecchie stagioni gialle Mondadori dove venivano pubblicati a cadenza racconti dei più vari generi e autori. Ogni volta mi meraviglio dei grandi autori, chi più chi meno, pubblicati un tempo, e quando trovo qualcosa che non avevo, faccio ancora i salti di gioria, come qualche giorno fa ho trovato un Leo Bruce, pubblicato nel Giallo Mondadori, nuovissimo, "Un caso non concluso", che non ero riuscito mai a trovare ( e leggere).
Un tempo davvero Il Giallo Mondadori ha fatto la storia del genere! Ora non so più a cosa pensare.

E intanto arriverà l'ennesimo apocrifo sherlockiano di altro (quasi) sconosciuto autore versato esclusivamente alla riscoperta di Sherlock Holmes.

Ai posteri l'ardua sentenza.
Su tutto.
 

P. De Palma

P.S.

Siccome sono corretto, segnalo, avendolo riscontrato io stesso a Feltrinelli di Bari, che il parco di Oscar Gialli Mondadori si è, dopo i primi titoli apparsi mesi fa (sto parlando della nuova serie ovviamente), notevolmente ampliato, presentando alcuni titoli di Ellery Queen. Questa, detto tra noi, è una grande notizia e lo sottolineo. Perchè solo avendo la possibilità di leggere tutti i romanzi dei due cugini, ci si può fare un'idea della loro opera. 
Finora sono solo quattro (Il mistero delle croci egizie, Delitto alla rovescia, Il gatto dalle molte code - tutti e tre già pubblicati non molti anni or sono, usciti di catalogo e ora reinseriti - e Il Mistero di Capo di Spagna, che dovrebbe essere una new entry, uno dei più cervellotici e anche estenuanti romanzi queeniani) ma io spero che vengano seguiti da altri a ruota (almeno Sorpresa a mezzogiorno, Ventimila hanno visto, Il Caso Khalkis - straordinario - e La casa delle Metamorfosi, La poltrona n.30, Un paio di scarpe, Il caso dei fratelli siamesi).
Solo così il lettore che volesse veramente addentrarsi nell'universo queeniano, potrebbe anche cercare nuovi stimoli nei saggi in inglese di Nevins. 
Una sola la nota stonata (ma è un mio giudizio personale): la copertina presenta un a sorta di finestra circolare (il foro di un proiettile?) a cui si affaccia l'immagine di una figura femminile, diversa per ognuno dei quattro romanzi. Non so a chi sia venuta l'idea, ma francamente a me sembra non molto azzeccata: cosa c'entra una donna per es. ne Il caso delle croci egizie, dove non ce n'è neanche una coivolta? O in Delitto alla rovescia? Sarebbe bastato inserire in quell'oblò un riferimento al romanzo: una Tau, uno scoglio, un laccio, una giacca alla rovescia. Così invece, booh....



23 commenti:

  1. Se qualcuno vuole intervenire, intervenga pure

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  2. Aggiungo a quanto detto precedentemente, che Polillo ha venduto i diritti di pubblicazione (immagino temporaneamente, non so..) di alcuni suoi Bassotti alla TEA, che sta ripubblicando alcuni vecchi Polillo. Per esempiop qualche ora fa, alla Libreria Laterza di Bari, ho visto un Fuller, Delitto a Harvard, già pubblicato nei Bassotti. Ora giacchè come Polillo si può trovare a 12,90 euro (è un titolo del 2009: ora se fosse nuovo costerebbe anche di più), e come TEA 10, per chi è attento al portafogli, o ha pochi soldi da gestire e non abbia il libro, forse la pubblicazione TEA potrebbe essere un'idea.
    Ecco dove anche il buon Polillo acquista liquidità, da investire nei titoli nuovi!
    Finora di questi ex bassoti ne son stati pubblicati 6. Basta andare a visionare il sito della TEA e cercare la collana Gialli e Mystery.

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  3. Allora la possibilità di vedere un nuovo Halter o il tanto promesso Mr. Tarrant (che Boncompagni aveva detto di stare traducendo, rimarranno dei sogni?

    Carlo

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  4. errata corrige:
    leggasi "rimarrà un sogno?

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  5. Halter non so, perchè Mauro non si occupa di francesi, ma il Tarrant è andato

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  6. Almeno è quello che io ho saputo qualche mese fa. Se poi improvvisamente si è deciso a ritornare sui suoi passi, beh questo non lo so. Oppure magari l'agente ha chiesto una cifra più ragionevole. Booh! Comunque sia Tarrant è un progetto sfumato. Per ora. Con Forte. Magari un domani un altro editor, nel caso ci sarà beninteso, potrebbe rivedere questa decisione e puntare più energie. O avere altre strategie.
    Il discorso è sempre uno: cosa ti interessa? Ti interessa la roba di seconda scelta ma in grado di colmare il paniere, oppure non ti interessa che il paniere sia pieno e accetti che sia pieno a metà ma invece di avere polli hai fagiani? E' tutto lì. Se poi a qualcuno piace più il pollo del fagiano, allora...fatti suoi.

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  7. Grazie a Dio Mauro si è tenuto fuori dall'infornata di romanzi apocrifi sherlockiani, una vera iattura per gli storici lettori del Giallo mondadori. L'unico apocrifo che non è costato una lira e quindi almeno su cui non si potrebbe dire nulla, è l'antologia di Natale. Ma non fatemi parlare, altrimenti.....anche su quello avrei da dire!

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  8. SE mai Franco Forte dovesse leggere questa disamina, e accettasse un umile consiglio da parte mia, gli direi di affidarsi meno ad altri e più a Boncompagni, se vuole davvero evitare che la barca affondi. I consigli del buon Mauro, il più "vecchio" dei consulenti ancora in essere della testata che lui dirige, sarebbero oro colato, tanto più che lì fu messo per opera del buon Gian Franco Orsi, uno non da poco e che ha significato tantissimo per Il GiallO Mondadori.

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  9. Caro Piero,
    hai fatto un'analisi più che perfetta!!Io sono pienamente d'accordo con te:sono cresciuta con i gialli Mondadori e ora mi rimane solo il mercato dell'usato per reperire i pochi titoli che mi mancano!Ho provato a mandare email chiedendo Halter,Doherthy,Martha Grimes,Connington,ecc...
    la lista sarebbe troppo lunga !!
    Grazie della segnalazione su M.Allingham:mi era sfuggito e sono andata subito a comprarlo!

    Rhys Bowen,Tessa Harris...eppure io appartengo al pubblico femminile,ma non hanno niente a che spartire con le scrittrici della golden age!Come fà Franco Forte a dire che piacciono al pubblico femminile?
    Speriamo che qualcosa si muova...

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  10. Sono perfettamente d'accordo con te. E oggi ho avuto altre ultimissime da Mauro che se confermate sarebbero ulteriormente penalizzanti

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  11. La disamina di Piero è, come sempre, acuta e condivisibile. Il declino dei Gialli Mondadori si inserisce, secondo me, nel generale declino di tutta la galassia berlusconiana. Silvio è vecchio e stanco, provato da guai fisici e controversie giudiziarie, e i figli sono drammaticamente inadeguati. Proporre un apocrifo sherlockiano ogni mese è follia, ormai di Sherlock non se ne può più anche in televisione (non so quante serie ci siano che continuano a farci vedere Sherlock in tutte le salse e le epoche). La collana sta virando paurosamente verso il giallo/rosa, quando non ci riempie di porcherie hard-boiled (meglio se italiane, fa più figo). Credo anch'io, purtroppo, che il processo sia irreversibile. A ciò si aggiunga che comprare i Gialli Mondadori sta diventando materialmente impossibile, non si trovano più nelle edicole. Pazienza, tutto ciò che inizia prima o poi finisce. Migreremo verso altri lidi (e collane, come i Bassotti).
    Saluti e buon Natale a tutti.

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  12. Non è tanto questo, Alessandro. Io non penso che Marina Berlusconi sia inadeguata. Il fatto è che ha scelto persone che nel tempo hanno condizionato il suo governo editoriale. Una cosa è mettersi a fare i librai di punto in bianco (ma Mondadori non è solo libri, ma anche partecipazioni ad holding straniere, ad altre case editrici, etc..) altra cosa è ereditare una collana leggendaria che ha fatto un genere in Italia condizionando persino l'etimologia del termine: Giallo è perchè la prima copertina del primo giallo Mondadori, nel 1929, aveva la copertina di colore giallo. Quando erediti qualcosa da altri, la prima cosa da fare sarebbe lasciare la struttura che c'era prima e fidarsi delle persone che già ne formavano la redazione ed estrarre da lì il direttore che avrebbe un rapporto preferenziale se non di amicizia con i suoi collaboratori. Invece mettendo delle persone esterne si sono create le basi per un dissesto che nel tempo ha provocato delle vere e proprie crisi. Un tempo vedi c'era alternanza tra hard boiled e classico ma nessuno diceva nulla, perchè alternare Carr a Goodis aveva un senso. Il dissenso è nato quando a Carr hai sempre più voluto alternare roba italiana che nonostante tutto lo strombazzamento non valeva sempre la candela: non tutti sono Di Marino! Non prescindendo dal fatto che Di Marino a sua volta non è certamente Goodis o Crumley o Cook o Sallis o Elmore! Ma avrebbe avuto ancora un senso. Il bello è che ad un certo punto si sono immessi tutta una serie di cloni di qualità inferiore e di Carr & Co se ne sono fatti sempre di meno. Seconso me era anche un modo per risparmiare, ma così facendo si è buttata giù la collana e i ricavi sono diminuiti. Se i ricavi diminuiscono, diminuisce anche la possibilità che l'editore investa più soldi. A questo Forte è stato estraneo (è avvenuto prima). Ma quella situazione, da lui ereditata non è mutata: agli hardboiled lui ha sostituito i romanzi di poco spessore o gialli-rosa. Quello che non ho proprio capito è perchè fare tutti questi apocrifi! Che anche se sono stati pagati meno (è indubbio) non sono per niente sicuro che abbiano fatto guadagnare montagne di soldi: di Sherlock Holmes ne abbiamo le tasche piene! Delos si è votata a Sherlock Holmes ed è una tana di tutti i fissati. OK. Ma perchè far diventare così anche Il Giallo Mondadori, che ha sempre avuto mille facce e mille identità diverse? Perchè Forte non solo è editor Mondadori ma è ancora un elemento della struttura Delos. Questo è secondo me un altro punto controverso: a mio parere ci sarebbe imcompatibilità, perchè nonostante Delos sia una piccola realtà rispetto a Mondadori, comunque sia Forte sta in entrambe. Non dovrebbe essere ciò, per una questione non solo etica ma anche di concorrenza. Non a caso Mondadori sta facendo gli apocrifi sherlockiani, in cui Delos si è sempre contraddistinta. Producendone anche di italiani. L'antologia in edicola è stata anni fa pubblicata da Delos ed è ancora in vendita, solo che quella Mondadori nonostante non lo dica è pure parziale avendo proposto solo 9 dei 16 autori e racconti presenti nell'edizione originaria Delos. Se vedete al link che inserisco a seguire, vi renderete conto di quello che sto dicendo:

    http://www.delosbooks.org/soci/

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  13. Il fatto che Mondadori si stia "delosizzando" un pò troppo è vero (oltre a Forte c'è anche Pachì, che scrive le prefazioni agli apocrifi sherlockiani), e questo non è un bene. Sicuramente gli apocrifi di Holmes costano poco come dici, ma quanto vendono? Mondadori, che io sappia, si è sempre rifiutata di fornire dati precisi sulle vendite (nonchè su altre cose, come il costo di una traduzione più attuale, ma lasciamo perdere perchè sappiamo bene come stanno le cose).
    Prima le uscite mensili erano quattro, per cui ci stava anche la pubblicazione di qualche hard-boiled in più, pur di non eccelso valore, ma ora che le uscite si sono ridotte a due bisognerebbe fare più attenzione a bilanciare i vari generi, e non mi sembra che questo avvenga. Ormai gli Halter, i Doherty o i racconti di Mr. Tarrant ce li possiamo sognare. Probabilmente, come ho già detto, tutto ciò che inizia finisce: è finito l'impero romano e così sarà anche per una collana storica come i Gialli Mondadori. Resta comunque un peccato, perchè gli appassionati di gialli secondo me ci sono ancora, e i costi della collana Mondadori sono ancora contenuti se paragonati ad altre realtà. Facciamocene una ragione, ci avviamo verso un declino inesorabile del Giallo Mondadori (che ormai è diventato un problema trovare anche in edicola).

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  14. Attento, Ignazio! Le uscite non sono due ... ma tre! Conta ogni mese infatti oltre alla ristampa e all'inedito anche l'inedito sherlockiano. Vista da questa prospettiva, la cosa assume contorni diversi. Mi spiego. L'azione del comparto andava avanti con due uscite:bene. Ha avuto ripercussioni esterne (il dimezzamento delle uscite) ma anche interne: la redazione non c'è più. Non credete a quelle uscite: la redazione ha scelto questo, la redazione ha fatto quell'altro. la Redazione non c'è più. Questo te lo dico da ex giornalista. La redazione ha un fine quando svolge un lavoro collaborativo: si scelgono le copertine, si scelgono i pezzi, si danno gli incarichi, si prendono accordi col grafico, etc. Ma quando le uscite si dimezzano da quattro a due e le copertine non le fa una persona scelta apposta ma le si fanno al computer (perchè così si realizzano ora), a che serve più una redazione se una uscita è prevista in un piano (non so se Mauro le ristampe le preveda semestralmente o annualmente) e l'altra è decisa dall'editor? La redazione si riduce a due tre persone se si considera una segretaria di redazione che ancora può svolgere dei compiti, tenuto conto che più di una volta Mauro mi ha detto che i rapporti con l'editor non sono quotidiani nè settimanali, nè mensili (com'era una volta che una volta al mese la redazione si riuniva: Igor mi parlava del sabato pomeriggio) ma trimestrali, quadrimestrali e così via, non prescindendo dal fatto che possano essercene anche due in una settimana. Capito? Allora in una prospettiva del genere, l'Editor decide di varare una nuova collana, dedicata agli apocrifi, e la fa curare da un suo amico storico (che è una bravissima persona, lo conosco personalmente, cioè Pachì). Lui ha già Mauro Boncompagni, ma guarda un po' lo emargina e lega a sè in questa impresa Pachì che è un esterno, come lui di Delos. Cosa vuol dire per te questo? Io sarò anche uno che erra con la fantasia talora, ma questo atteggiamento mi sa tanto di chi non fidandosi del resto e fidandosi di chi è amico da una vita e socio (Pachì), a lui dà fiducia e ne dà meno ad altri. Significa solo una cosa: che l'accerchiamento è una cosa compiuta. Lui ha bisogno di qualcuno che gli crei attorno la sensazione che qualcosa che ha creato, vada avanti allo stesso modo. Teme cioè delle uscite altrui. Non so di chi e per cosa beninteso. Ma questo è un atteggiamento pericoloso: perchè se non permetti che chi ne sa più di te di una casa di cui tu non facevi parte, ti dia consigli, può anche finire che in quella casa le cose poi non vadano tutte giuste. Ecco perchè ho detto che Mauro ha fatto bene a tenersi fuori da questa iniziativa come pure che sia stato tenuto fuori (probabilmente perchè non nutriva eccessivo trasperto). Perchè se l'iniziativa andasse bene, la cosa andrebbe a vantaggio di Forte e Pachì ma non sarebbe un demerito di altri (io non credo a tutto questo successo della collana: io nelle edicole ne vedo parecchi invenduti, nella mia sotto casa per esempio, che invece ha esaurito le due copie di Armstrong), mentre se l'iniziativa fallisse, brucerebbe lui e Pachì ma al tempo stesso si direbbe: se avesse tenuto conto dei giudizi di altri che ne sanno più di lui, questo non sarebbe successo. Mi spiego?

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  15. Avevo già avuto l'impressione che la redazione si fosse ridotta ormai ad un vuoto simulacro, se poi lo dici tu che sei più addentro alle segrete cose di Mondadori... Penso anch'io che Pachì sia una brava persona (lo conosco un pò attraverso il blog Sherlockmagazine) e mi dispiace per Boncompagni, a quanto pare l'unico veramente competente rimasto in Mondadori, ma con scarsi poteri decisionali. Ricordo il suo imbarazzo qualche tempo fa quando non sapeva cosa rispondere a chi gli chiedeva che fine avessero fatto le uscite previste (e promesse) di Halter, Doherty ecc. Ad ogni modo l'operazione resta, secondo me, sbagliata. Poi è chiaro che Mondadori, non fornendo i dati sulle vendite, può dire quello che vuole, persino che Rhys Bowen vende più di Carr (cosa di cui non sono affatto sicuro).

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  16. Non è che sono addentro alle cose segrete di Mondadori, è solo che molti anni fa sono stato giornalista e lavoravo in una redazione, come corrispondente esterno. Ma siccome mi relazionavo e portavo pezzi, mi muovevo e quindi conosco i meccanismi di una redazione. Oddio ho anche qualche amico all'interno, ma che hanno solo confermato le mie supposizioni, circa lo svuotamento della redazione. Del resto ora tutto si fa col computer. E quindi a che serve che delle persone si incontrino se tutto si può fare tramite internet? Per di più le copertine si fanno al computer, il formato dei Gialli è lo stesso degli Oscar, di uscite ce ne sono due al mese (esclusa la serie di apocrifi, ma che è stata un'invenzione di Forte che si è avvalso della collaborazione di un esterno cioè Pachì) di cui una è di competenza Mauro (ma in realtà poi Forte ha l'ultima parola: metti che per es. di un volume che ha inserito Mauro non si trovi chi possegga i diritti, si è costretti a bannare quel titolo. Questa è una eventualità che mi ha confermato Mauro alcune volte è accaduta parecchie volte e che è indipendente dalla volontà di Forte. E' per questo che parecchie volte i volumi annunciati saltano. Altra possibilità è che i diritti si sappia chi li possiede ma l'agente chiede molto. E allora...), l'altra di Forte. L'editor ha l'ultima parola su come intitolare il romanzo. Ecco perchè spesso il titolo italiano si discosta da quello americano o inglese, che troppe volte sono troppo allusivi o alla soluzione o al plot. Mi ricordo quando nel 2008, una lettrice insorse contro la scelta veramente estrema di dare ad un romanzo di Abbot, mi pare "The Shudders" (= i brividi) il titolo "Killer²", chiaramente titolo più rispondente al genere hardboiled che non a quello mystery.

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  17. Signori miei, ma questi risultati Mondadori ha fatto di tutto per ottenerli! C'era una volta una rivista che usciva tutte le settimane ed era fortemente presente sul mercato. Poi un giorno mi hai detto: adesso usciamo una volta al mese, così io risparmio, togliamo le copertine disegnate e rimpiazziamole con lavori fatti al computer (delle ciabordate pazzesche, che soltanto Segretissimo le ha più brutte) che tanto se i lettori protestano a noi non interessa, togliamo la posta e tutte le rubriche (le prime cose che un lettore legge ) così risparmiamo. Cambiamo formato (con forti proteste dei lettori ), poi facciamo delle edizioni da proporre ai supermercati e alle librerie (una formula da tutti gli 'addetti gli lavori' sconsigliate in quanto inutili e perchè è un prodotto che specialmente alle librerie non interessa). Risultato: interi pacchi resi addirittura senza nemmeno essere esposti. Fondi che se ne vanno!
    Cerchiamo di risparmiare ancora: pubblichiamo romanzi (!?) italiani, basta spacciarli per capolavori, tanto i lettori, cosa vuoi che ne capiscano! Risultato: nonostante un calo di vendite del settanta per cento,quando venivano pubblicati, si è proseguito tranquillamente su questa strada. Un giorno hanno pensato: chiediamo ai lettori quale genere di gialli preferiscono. Risultato: un giallo con il morto ma senza spargimenti di sangue, dove ciò che è importante sia il processo deduttivo seguito dall'investigatore (o poliziotto) di turno.
    Bene, quale è stato il romanzo pubblicato sul numero 3.000 della collana? Hannibal ! Si sono festeggiati gli 80 anni del Giallo Mondadori; con cosa? pubblicando una manciata di gialli inutili e che non sono serviti a nulla e a nessuno. Adesso si lamentano? Perchè il problema non sono i tempi (o i gusti)che cambiano, o la crisi nel settore. Il problema è stato l'incapacità di chi li ha gestiti e l'incapacità di chi queste persone ce le ha messe. Vi ricordate quando in Italia esisteva quell'editore che pubblicava fumetti di supereroi? Quando i lettori si lamentavano sapete il direttore cosa rispondeva? 'Se la cosa non vi piace, non comprateli'. Bene, adesso quell'editore ha chiuso. Il Giallo Mondadori? Chissà, forse ha fatto il suo tempo. Per risollevarlo dovresti investire in persone ed idee. Ma non credo che Mondadori sia in grado di farlo. Ma se non sono in grado nemmeno di curarne la distribuzione! Verrà il momento in cui questa collana entrerà a far parte di quelle cose che avevano fatto grande l'Italia (nel suo piccolo). 'Italia, un paese che non esiste più'

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  18. E' inutile dire che la pensiamo alla stessa maniera.
    Mi ricordo quando si festeggiarono gli ottanta anni del Giallo Mondadori: dei romanzi inutili, perchè pubblicati molte volte e persino in edizioni con traduzioni non aggiornate; e persino due che non erano mai stati pubblicati da Mondadori: "Gli ottanta scalini" di John Buchan e "Il falco maltese" di Hammett( ma che senso ha festeggiare gli ottanta anni di una collana anche con due gialli che non erano mai stati proposti da Mondadori?). Uscì l'editoriale di Igor Longo ( e poi quello di Mauro Boncompagni)che inneggiava a questi titoli e si scatenò una ressa pazzesca con gente che protestava. Ahimè anonimo, hai condensato in un commento un articolo: è evidente che sei anche tu uno che se ne intende e che ha vissuto quelle esperienze di settore! Mi dispiace solo per Igor e Mauro, a cui fu chiesto di avallare quell'iniziativa sorta sotto cattivi auspici. Vuoi ripubblicare Assassinio sull'Orient Express? Fallo ma con una traduzione riveduta almeno! Che senso poi pubblicare Wallace, Conan Doyle, A.Christie, Ellery Queen che già si trovavavno in edicola? Quella è stata l'iniziativa con cui è stato reso palese che la proprietà non rispettava i lettori della storica collana, cercando di prenderli in giro con titoli vecchi e con traduzioni desuete (quella di Christie era di Alfredo Pitta, neanche quella di Lidia Zazo che però già esisteva nel 2009 essendo stata approntata vent'anni prima!). E i lettori si sono vendicati abbandonando la testata al suo destino. Che poi era quello che si sarebbe dovuto prevedere con largo anticipo se davvero si fosse avuta volontà di riportare il Giallo ai fasti degli anni '70- '80 e '90

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  19. Mi ricordo ancora nel 2005 quando raddoppiarono le uscite mensili dei classici, la lettera pubblicata dall'editor di allora (credo, Dazieri) in cui diceva chiarmente che dava al pubblico quello che chiedeva, ovvero "i classici".
    Poi, qualche anno dopo, si è voluto farci credere che i lettori impazzivano per gli italiani e ci hanno propinato raccolte sui carabinieri, supergialli che sostituivani i bellissimi E.Q. presenta e chi piu' ne ha piu' ne metta.
    Mah, io sono sempre stato convinto che tra il classico e l'inedito il primo sia quello piu' venduto, e ne ho le prove quando li devo comprare: ad esempio l'ultimo inedito che ho preso, il Martin Edwards l'ho trovato subito anche se comprato dopo il 20 del mese; quello della Armstrong, ho dovuto girare 4 edicole. E poi basta guardare nel blog del giallo alla pagina degli ebook piu' venduti per vedere quali titoli tirano!

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  20. Guarda che io non l'ho ancora trovato L'Armstrong, un' Armstrong decente. L'edicola sotto casa proponeva sullo scaffale due copie del romanzo della Armstrong, entrambe con la copertina graffiata e tagliata. Ma le aveva. Altrove, non ho trovato nulla. Comunque la tua supposizione non è definitiva. Io per esempio ho sempre pensato, sulla scorta di quello che osservo a Bari, che proprio di Classici le edicole abbiano meno copie. Del resto la tua osservazone si potrebbe leggere in altro modo: i Classici rimangono invenduti o qualcuno lo viene, mentre gli inediti di valore vanno a ruba. In realtà i lettori, che ne sanno una più del diavolo, sanno benissimo riconoscere tra la ciofeca e l'uscita di qualità, e che sia Classico o Giallo inedito, lo comprano o lo lasciano invenduto.
    Il problema Carter, non è di serie, ma di autore: nel caso esca Tessa Harris, a mio modo di vedere, venderà meno di un inedito di Daly King o di un romanzo contemporaneo apocrifo di Agatha Christie che prima o poi vedremo, almeno me l'auguro. Armstrong è una autrice che viene venduta di rado, e quindi i libri, una volta che escono devono essere appannaggio almeno di quegli appassionati che altrove non troverebbero lo stesso titolo. Se invece viene proposta Agatha Christie, una ennessima ristampa, venderà sempre di più di altra copia ristampa di altro autore classico. Il pubblico ama Agatha Christie perchè... Ci sarebbe da fare un certo discorso, che sarà aoggetto del mio prossimo articolo, una ideale continuazione di questo.

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